(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Tutto quello che non rientra nelle altre categorie

Brallo – Brugnello (e ritorno)

Il 12 agosto abbiamo intrapreso questa camminata.
Con me due bomber assoluti delle camminate: Ricky e Fly. Gente da record per tempo record.

Partiamo alle 7,00 dal Passo del Brallo e prendiamo subito per la faggeta. Dopo 10 minuti di passeggiata la strada si inerpica e chiacchierare diventa più difficile. Sbagliamo itinerario e invece di sbucare sulla strada asfaltata appena prima del Pian del Lago arriviamo molto prima. A questo punto seguiamo la strada fino al bivio per la “Panoramica” che passa sopra Feligara e scende a Colleri, ma dopo poche decine di metri c’è la deviazione per Mogliazze.

Il sentiero è agevole, si chiacchiera allegramente. Io e Ricky parliamo di assicurazioni mentre Filippo è già in fuga. Ci aspetta sopra Mogliazze, dove la visuale si allarga e si possono fare le foto di rito. Dopo aver passato la fattoria del famoso dietologo si scende, sempre su asfalto, in direzione San Cristoforo. Qui, in una curva, parte lo stretto sentierino in direzione del torrente Carlone. Quando arriviamo, a pochi metri ci sono le famose cascate, e ci si ferma una decina di minuti per le foto.

Si riparte allegri per il castagneto, dove ci sono degli alberi davvero imponenti. Vuol piovere, ma noi siamo al riparo. Quando arriviamo nei prati, invece di prendere la direzione di Moglia, tagliamo verso l’alto, raggiungendo poi ancora il sentiero segnato. Da qui, con una ripida salita sassosa (dove i miei soci mi distanziano) si raggiunge Carana, dei pressi sel singolare Bricco di Carana. Andiamo a destra in direzione Collegio / Pieve, ma poi scendiamo verso l’abitato fantasma di Pietranera, giungendo nei pressi dell’oratorio di Sant’Anna.

Da qui una ripidissima discesa ci porta sempre più giù, fino a Brugnello, che si erge sopra il fiume Trebbia e sopra il paesone di Marsaglia, capoluogo del comune di Corte Brugnatella. Dalla balconata dietro la chiesa si possono vedere, giù dal burrone là in fondo, i turisti che fanno il bagno. Mangiamo un tramezzino, beviamo una bibita, accendiamo una candela e ripartiamo per la salita.

Penso: a scendere da Pietranera ci abbiamo messo 45 minuti, per salire ce ne metteremo il doppio. Invece no, in 45 minuti siamo su. A dire il vero anche qui i miei compagni d’avventura mi distanziano e arrivano prima. Si risale ancora e riprendiamo il sentiero che passa sopra Rossarola, sopra Collegio e sopra Pieve di Montarsolo. Filippo la sa lunga e ad un certo punto ci fa passare in un pascolo recintato che pare essere una scorciatoia. Si dimostra molto esperto di queste zone, ha capito dove siamo. Qui inizio a sentire male ai piedi. Raggiungiamo finalmente la “Panoramica“, che agevolmente ci porterà a destinazione, ma i piedi mi fanno sempre più male. Il dolore inizia a diventare insopportabile una volta raggiunto l’asfalto. Chiedo ai miei amici di passare per la faggeta, ma non li convinco e quindi ritorniamo al Passo seguendo la linea di asfalto.

Arriviamo alle 14,20. Tempo record. bevo un paio di birre e vado a dormire. Buonanotte ;-)
42081 passi e 31,32 km

Non lamentarti

Lamentarsi NON è MAI una strategia.

Cagliostro 4

Silenzio, per favore: qui c’è gente che dorme!

L’amore è imprevedibile

In fondo l’amore è imprevedibile! Passa per vie strette e nascoste, ma trova sempre la sua strada.

Error

Non faccio mai un errore due volte di fila, lo faccio quattro, cinque volte, così da essere sicuro.
Bill Murray

Le sette lettere

Questo è il secondo romanzo dell’amico Valerio Gasio. Adesso dirò le cose che mi sono piaciute e quelle meno.

Cose che mi sono piaciute:

  • Valerio si è documentato su (e ha vissuto in prima persona) la Voghera degli anni ’70 e pertanto è un simpatico amarcord di sensazioni, luoghi, personaggi, di oltre 40 anni fa.
  • Il libro si legge bene, scorrevole. La storia è adeguatamente strutturata, c’è la giusta suspence e le giuste dosi di dico-non-dico. Gradevole anche l’uso dei flashback nel 1928.
  • Per essere comunque l’opera di un non professionista è notevole.

Cose che non mi sono piaciute:

  • Anche se Valerio non fa questo di lavoro, il suo è il secondo romanzo, quindi se per il primo lavoro alcuni errori gli vanno ampiamente perdonati, adesso dovrebbe fare un salto di qualità.
  • Ad esempio: troppi errori di battitura. Troppi. Ce ne sta uno a libro. Due. Ma almeno uno a capitolo no, sono troppi. Valerio: fallo rileggere ben bene a qualcuno oppure affidati ad un editor.
  • Alcune volte ho notato delle discrepanze anche nel racconto stesso. Stefano (che poi è il protagonista, “cucito” su Valerio stesso) ama vedere in tv i duelli tennistici Borg – McEnroe, ma il primo incontro tra i due avverrà solo nel 1978, mentre il racconto è ambientato nel 1975. Poi c’è una cosa che non mi quadra: il libro parla di lettere scritte nel 1928, e Francesco dice che quell’epoca era un bambino. Secondo una comune definizione di “bambino”, potrebbe aver avuto al massimo 12 anni. Quindi 12+47 (dal 1928 al 1975) fa 59 anni. E nel libro è descritto come un vecchietto che fa fatica a fare tutto. A meno che non abbiamo avuto malattie, a 59 anni non può essere così messo male.
  • Infine i dialoghi: troppo “finti” e descrittivi. Molto spesso Valerio utilizza i dialoghi per descrivere la situazione o i pensieri, che invece andrebbero fatti intuire o spiegati al lettore in altro modo. Mi spiego meglio con un esempio, aprendo il libro a caso. Pagina 41, quando l’anziano Francesco si accorge di Stefano nella sua stanza , si gira e lo spaventa, poi dice: “Non volevo spaventarti, scusa. E’ che non ricevo mai visite e quando succede mi accorgo subito se c’è qualcuno. Sei un ragazzo molto giovane, non mi sembra di conoscerti“. La trovo un’esclamazione abbastanza artefatta.

La strada per la felicità

La strada per la felicità? È come una scala: occorre fare un gradino alla volta. E quindi ogni giorno sarà sempre più bello.

Cagliostro 3

Sguardi spiritati

16 al superenalotto

Avere te è come fare 16 al superenalotto! 

Oggi o domani?

Non concentrarti su quello che farai oggi, ma su quello che puoi essere domani

Siro del Brallo – 31 – Ciappe

“Ciappe”. Lo sapete cosa sono? No, non è quello che pensate voi, dalle nostre parti ciappe sta a indicare… cosa? Ce lo spiega Siro, e ci spiega che lui le ha anche… vendute!

Bambina che corre sul balcone

Quella sopra è “Bambina che corre sul balcone” che Giacomo Balla realizzò nel 1912 per rappresentare il movimento organico nell’ambito della ricerca futurista. Quella sotto è un’opera del 2019 di Fabio Tordi dal titolo “The cat is on the bed” che rappresenta la vivacità felina e la capacità del gatto Cagliostro di avere una duplice natura, come le particelle elettromagnetiche, e quindi di esser presente contemporaneamente in più luoghi.

I cowboy non mollano

Questa storia è una storia di uomini del west, di ciarlatani e imbonitori in giro a vendere pozioni miracolose che curano ogni disturbo e malattia, dalla caduta dei capelli al crollo dell’economia.
Questa città sarà ancora un posto bellissimo, pieno di ragazze profumate che ballano fino all’alba regalando gioia di vivere. Le guarderai sorridere, perché sai che i cowboy non mollano: se gli spari poi si rialzano. Il destino può rallentarli però i cowboy non mollano.

Cagliostro 2

‘zzo vuoi, umano?

Per te

Ma le canzoni son come i fiori: nascon da sole e sono come i sogni. E a noi non resta che scriverle in fretta perché poi svaniscono e non si ricordano più…

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