(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Tutto quello che non rientra nelle altre categorie

Santa Maria presso San Satiro

Andate in Piazza Duomo a Milano. L’avrete fatto un milione di volte. Prendete Via Torino. L’avrete fatto un milione di volte.
Bene, appena dopo un famoso negozio di scarpe sportive (no, purtroppo non sto parlando di Piazza Affari) c’è uno spiazzo, spesso occupato da un venditore ambulante di fiori e, appena dietro, una chiesa.
Magari non ve ne siete mai accorti e difficilmente l’avrete visitata. Fatelo. E’ la chiesa di Santa Maria presso San Satiro. La frenesia, il rumore, la fretta, scompariranno in un attimo, lasciandovi qualche minuto di penombra, silenzio e, se ci credete, preghiera.

Ma cos’ha di particolare questa chiesa? La storia è questa: c’era una chiesa dedicata a San Satiro, ma Gian Galeazzo Sforza pensò di costruirvi al suo posto una chiesa dedicata alla Madonna, e il progetto fu proseguito da Ludovico Sforza (il famoso “Moro”). Per la realizzazione pare fosse stato interpellato nientepopodimeno che Leonardo Da Vinci, ma poi i progetti furono affidati a Donato Bramante (non il primo pirla che passava, dunque). Iniziano i lavori, passa il tempo e alla fine ci si accorge che dietro l’altare doveva essere realizzato un abside per il coro, ma per farlo sarebbe stato necessario abbattere le costruzioni retrostanti… e non si poteva.
Occaspita! E adesso? Tranquilli, ci pensa il Bramante, che ne inventa una davvero bella.

Entrate in chiesa, e vedete il coro, in fondo. Avvicinatevi, lo vedete ancora. Adesso spostatevi di lato, in una delle due navate e raggiungete il fondo della chiesa. Tah-dah ! Il coro… non esiste! E’ un trompe l’oeil, è appena abbozzato. Fantastico, vero?

E voi siete passati sempre di fretta in Via Torino senza mai vedere questa meraviglia? Male, dal duomo in neanche 5 minuti ci siete. La prossima volta fateci un salto, ma attenzione, gli orari di visita sono molto ristretti.

Cagliostro 13

There’s no place like home.
(Dorothy) 

Tordassi

E centomila occhi si voltarono a guardare il cielo con un sospiro leggero, da quella parte sì, e da quella parte che sarebbero venuti, loro.
L’aveva detto il vecchio pazzo che abitava il monte, nessuno aveva dubitato delle sue parole: avevano bisogno di loro…sarebbero venuti in volo.

Fidati

Fidati di me, fidati di me davvero. Ci girerà la testa, ma ti giuro non cadremo. Fidati di me fino a quando ci riesco a farti ridere per tutto il tempo in cui ti tengo stretta a me.

Televisione

Da piccolo ero appassionato della televisione. Ma non nel senso che guardavo tanta tv, nel senso che mi affascinava il magico mondo che stava dietro quella scatola colorata. Avevo un librettino dove segnavo tutte le informazioni che riuscivo a reperire sui vari canali televisivi: la sede, il canale sul quale trasmetteva, ecc.
Tra i miei giochi di bambino, molto spesso solitario, giocare alla “televisione” era uno dei miei preferiti. Come un network che si rispetti avevo più di un canale e diversi studi televisivi. Ricordo che lo studio 1 era a casa mia e lo studio 2 era la pineta dietro casa mia, luogo dove passavo gran parte delle giornate

Cagliostro 12

Quiz livello impossibile (con soluzione): geolocalizza il bruno felino Cagliostro.

La pioggia

La pioggia è tutta un’altra cosa, liquida, inafferrabile, erotica come un bacio che dalla bocca scivola dappertutto.

 

Foot-kart

Questa stupenda pubblicità è apparsa su “Topolino” 507 del 15 agosto 1965.
Amo leggere questi vecchi fumetti, perché oltre alle belle storie d’antan, molto ingenue e demodé, si scovano queste perle che al giorno d’oggi farebbero rabbrividire. La Tipa, senza un minimo di protezione, che siano ginocchiere o casco o quant’altro, si fa trascinare (in strada) da uno scooter (tra l’altro guidato da uno senza casco). Non solo lo si poteva fare tranquillamente, non solo era socialmente accettato, ma era addirittura promosso dalla pubblicità.
54 anni fa.

Casalnoceto

Da piccoli si hanno tanti sogni, che poi lungo la vita si dimenticano, si perdono o si reputano irrealizzabili. Oppure si realizzano! Ma ogni giorno ci sono sono dei sogni nuovi che ci spingono a realizzare cose nuove. Mai arrendersi, sempre col sorriso.

Cagliostro 11

Mangia libri di cibernetica, insalata di matematica e a giocar su Marte và…
Lui respira nell’aria cosmica, è un miracolo di elettronica, ma un cuore umano ha…
Ma chi è?, Ma chi è?
Gatto Robot, Gatto Robot

Disagi della burocrazia

Un giorno mio padre, 89 anni compiuti a febbraio e va per i 90, mi dice: mi accompagni in auto che devo pagare una bolletta? Certo, sali, partiamo.
Andiamo in posta? No, c’è sempre troppa fila, andiamo in tabaccheria, mi risponde.
Penso: che papà smart, pensa ancora che in TV ci sia solo e unicamente il “Primo Canale” però sa che le bollette possono essere pagate in tabaccheria!
Pronti, eccoci. Scende, si infila nel negozio, per uscire dopo pochi minuti.
Mi dice, scoraggiato: non me l’hanno fatta pagare, perché dicono che ci vuole il codice fiscale. Ah, caspita, non te lo ricordi? No, serve proprio il tesserino, e l’ho dimenticato a casa.

Il giorno dopo sempre mio papà mi dice: mi accompagni in auto in banca che devo pagare degli F24 che mi ha preparato il geometra? Certo, sali, andiamo. Lo lascio davanti alla banca e lo aspetto al bar a fianco. Esce dopo pochi minuti: non me li hanno fatti pagare, dicono che deve pagarli il commercialista per via telematica.

Ora mi chiedo: ma voi signori testa di cazzo che state a Roma a fare ‘ste leggi del cazzo avete la segatura nel cervello o qualche volta ragionate pure? Ma vostra moglie/marito vi ha sposato per compassione o qualche barlume di intelligenza una volta ce l’avevate e l’avete perso con la lobotomia? No perché qui non vorrei fare del benaltrismo, ma invece di controllare i quaranta euro che mio padre deve dare all’ASM e quindi dovete schedarlo col codice fiscale, non potete controllare come mai le grandi ditte portano la sede all’estero per non pagare IVA e altre tasse? Siamo arrivati a un punto in cui uno VUOLE PAGARE e gli viene negato di farlo? Ma allora è meglio non pagare e tanti saluti.

Poi, vabbè, non tiriamo fuori la storia delle cosiddette “fatture elettroniche” che servono solo a incentivare le tribolazioni quotidiane. Io ormai ho dovuto prendere l’abitudine che, ogni volta che mi arriva una fattura “di carta” devo controllare sul portale dedicato, poi sulla pec e infine sul sito dell’Agenzia delle Entrate, se è presente anche in formato elettronico (altrimenti non vale nulla, visto che è solo quella che fa fede). Ma un sistema un po’ più intelligente? Poi la farsa del “codice univoco“: sarei curioso di sapere a quale genio dell’informatica avete dato da progettare questo arzigogolato e cervellotico sistema, forse il cuginetto del vicino di casa? No perché una ditta seria di software serio non avrebbe mai partorito questa puttanata.

Scusate i turpiloqui, ma oggi sono infuriato come una bestia, perché ti mettono mille bastoni tra le ruote se vuoi fare le cose correttamente, quindi mi viene da pensare che lo fanno per metterti in condizioni di sbagliare e quindi farti delle multe, oppure per farti capire che sarebbe meglio vivere nella giungla senza regole e stop.

Vedute

Mentre sorseggio del vino in compagnia di Lei in una serata di ottobre, stanchi entrambi dalla giornata, che non è ancora per niente finita, mi viene in mente di essere a Brallo, alla Casa Gialla. Apro la finestra e vedo la Valle della Montagnola, il Groppo, Pregola.

Io parto

C’è chi soffre soltanto d’amore
chi continua a sbagliare rigore
c’è chi un giorno invece ha sofferto
e allora ha detto, io parto
ma dove vado se parto,
sempre ammesso che parto?

La canzone intelligente

Mi piacerebbe cantar una canzone intelligente, che segua un filo logico importante e che sia piena di bei ragionamenti, insomma una canzone
intelligente che spieghi un po’ di tutto e un po’ di niente.

Unico

Ricordate sempre che sei assolutamente UNICO. Proprio come tutti gli altri. 

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