“La tolleranza raggiungerà un tale livello che alle persone intelligenti verrà vietata la minima riflessione, affinché non offendano gli imbecilli“
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Tutto quello che non rientra nelle altre categorie
È stata dura ma ce l’ho fatta!
2330 mslm: qui c’è la neve!
Ho letto questo libro di Donato Carrisi: “La ragazza nella nebbia“
Avevo sempre sentito parlare di questo autore, ma non avevo mai letto niente. Devo dire che la costruzione del racconto mi è piaciuta: un sacco di salti temporali, ma nonostante quello è comprensibilissimo da subito.
Un delitto, un fatto che rompe la tranquilla quiete di un paesino di montagna, proprio durante le feste di Natale. Un investigatore molto noto e senza scrupoli. Un sospettato. Diversi colpi di scena.
Tutto costruito molto bene, a parte il finale che a parer mio è troppo frettoloso nella spiegazione. Resta un buon libro d’evasione. Ne leggerò altri (chissà quando, vista la mia lista pressoché infinita di libri da leggere. Quando lo dico la gente non ci crede, ma solitamente il tempo tra l’acquisto di un un libro e la lettura è mediamente di un paio di anni, con media di un anno e mezzo, punte di 4/5 anni e pochissimi casi in cui passano solo 2/3 mesi. In questo momento ho qualcosa come oltre una quarantina di libri in coda, ma prima o poi, tranquilli, li leggo)
Ecco la locandina ufficiale con tutti gli appuntamenti di MONTAGNE DI CARTA al Passo del Brallo, edizione Estate 2021
Ho letto questo libro di Daniel Francis Galouye : “Universo senza luce“, racconto di fantascienza del 1961.
Ovviamente deve essere letto posizionandolo nel periodo in cui è stato scritto, quindi con uno stile diverso da quello che potrebbe utilizzare uno scrittore attuale.
Devo dire che non è stato facile, i primi due o tre capitoli sono stati davvero ostici. Avete presente quei libri in cui capite subito cosa succede, i personaggi sono ben profilati, avete la situazione chiara? Ecco, questo è l’esatto contrario, ci vuole un po’ per entrare nella storia.
Una volta capìta, la storia è sicuramente originale, un universo fantascientifico diverso dal “solito”, un mondo senza luce in cui i personaggi si muovono grazie all’udito e all’olfatto.
Tutto sommato mi ha soddisfatto, non sarà un capolavoro, ma è stata una buona lettura.
Se uno nasce tondo non può morir quadrato, e se uno nasce stronzo non è che si può dare una lustrata e diventar galantuomo, sempre stronzo rimane.
Ho letto questo libro di Guido Conti: “Quando il cielo era il mare e le nuvole balene”.
Molto bello, scritto benissimo. Un racconto a cavallo della seconda guerra mondiale che narra le vicende di un bambino, poi ragazzo, poi uomo, nella campagna parmense sull’argine del Po. Una famiglia povera, travolta dagli eventi (e non solo).
Al di là della storia, è la scrittura, è la narrazione, è la costruzione che ti avvince, ti coinvolge, ti porta ad essere là. Un libro d’autore, indubbiamente. Autore con la A maiuscola. Nelle mani giuste, ci uscirebbe anche un gran bel film.
Complimenti a Guido, che spero mi perdonerà l’estremo ritardo con cui ho letto il suo libro, ma ho sempre “infinite cose da fare e così poco tempo“
Mio padre conobbe Achille Compagnoni, credo a Cervinia, dove lo scalatore aveva un albergo (tuttora esistente).
Per chi non lo sapesse Compagnoni fu il primo uomo a raggiungere la vetta del K2. Sulla spedizione italiana capitanata da Ardito Desio si discusse tanto e ci furono risvolti e rivelazioni da parte di Walter Bonatti che offuscarono la luce del grande alpinista. Dopo tante polemiche il caso fu chiuso dal CAI confermando la versione di Bonatti: Compagnoni e Lacedelli, su decisione del primo, boicottarono Bonatti per non farlo arrivare per primo sulla vetta.
Ma torniamo alla nostra storia. Siro conosce Compagnoni e, come era sua abitudine con le persone, inizia a chiacchierare ed entrare in confidenza. L’alpinista gli regala addirittura un portachiavi con il rilievo del secondo monte più alto del mondo e la scritta “K2“, che lui ha gelosamente conservato attaccato alle chiavi di casa e del negozio per tutta il resto della vita.
Siamo nel 1980 e mia mamma era maestra al Passo del Brallo. Approfittando di tale conoscenza fa scrivere alcune domande ai suoi alunni da inviare fino a Cervinia. Qualche tempo dopo arriva una busta indirizzata “Per gli scolari di III, IV, V di Brallo“. Conteneva un libro: “Uomini sul K2” dove lo stesso Compagnoni racconta la sua versione dell’avventura sulla vetta, nel 1954. Oltre a questo, su carta intestata dell’Hotel Ristorante Bar da Compagnoni, la risposta a tutte le domande dei ragazzi.
Apelle, figlio di Apollo
Fece una palla di pelle di pollo
Tutti i pesci vennero a galla
Per vedere la palla di pelle di pollo
Fatta da Apelle figlio di Apollo
Ho letto questo libro del maestro Stephen King: Il gioco di Gerald.
Bello, indubbiamente. Una trovata molto originale e tre quarti del libro che si svolgono in una sola stanza nell’arco di un paio di giorni.
Il Re anche stavolta ti tiene incollato alle pagine e alla fine di ogni capitolo ti sale la voglia irrefrenabile di iniziare il successivo.
Peccato per il finale del libro, che mi ha detto davvero poco. Spero di non aver spoilerato troppo (anche se non ho scritto niente)
Diciamo che ne vale comunque la pena. Io, personalmente, avrei terminato il libro prima, e avrebbe avuto molto più senso.
Eh certo, Fabio Tordi dal Brallo che la sa più lunga di Spephen King del Maine, come no !
E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s’udì di madre, e il moto di una culla.
Giovanni Pascoli
Chissà cosa facevo 10 anni fa, o 20, o 30. Tutte situazione completamente diverse, che però mi hanno reso quello che sono e mi hanno portato fino a qui.
A Poggio Ferrato?
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QUELLO SPIRTO GUERRIER CH’ENTRO MI RUGGE stasera dorme, come la sera di foscoliana memoria:
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’immago, a me sí cara vieni,
O Sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all’universo meni,
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
E mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Ho letto questo libro di Valerio Gasio : UNA STRADA VERSO IL NULLA.
C’è dentro tutta la sua passione per l’America. Stavolta, dopo l’estremo est del Maine (“Monhegan Island“) ci porta nell’ovest del deserto della California. Da un lato la storia presenta situazioni che sembrano già viste (o lette), ma che in realtà non sono plagi o scopiazzature, ma citazioni, di cui il libro è pieno, dall’altro lato la storia diventa avvincente, specialmente nel finale, e fa venir voglia al lettore di sapere come va a finire.
Lo stile di Valerio ormai ho imparato a conoscerlo: molto molto descrittivo, con flashback e racconti che spiegano alcune situazioni, fatti, personaggi e con dialoghi altrettanto elaborati, difficilmente riscontrabili in situazioni reali, ma tant’è, è un libro e, come detto, è il suo stile.
Chissà dove ci porterà la prossima volta.