Mi dicevano il matto
perchè prendevo la vita
da giullare, da pazzo,
con un’ allegria infinita.
D’ altra parte è assai meglio,
dentro questa tragedia,
ridersi addosso, non piangere
e voltarla in commedia.
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Tutto quello che non rientra nelle altre categorie
Il triangolo nooooo, non l’avevo consideratoooo
Lettera aperta al Movimento Turismo del Vino Lombardia riguardo dell’evento 50 Sfumature di Pinot Noir IIa Edizione
Spoiler: meravigliosa manifestazione, migliorabile in alcuni punti dell’organizzazione.
La manifestazione è stata fantastica, mi si riempie il cuore quando vedo Voghera così viva. Gente di Voghera, dei paesi vicini, ma anche proveniente da lontano; bar e attività che hanno lavorato bene, punti degustazione presi d’assalto; al castello la presentazione del libro di Oscar Farinetti.
Una bella pagina per questa città, che ne aveva proprio bisogno, e un vetrina per un prodotto, il vino, che è, e deve essere sicuramente, insieme agli altri prodotti gastronomici, una gemma del territorio, un volano per il turismo. Voghera, che da sempre si professa “capitale” dell’Oltrepò Pavese, terra di ottimi vini, sta finalmente dando significato a questa parola grazie anche, e soprattutto, a queste manifestazioni.
Pertanto complimenti agli organizzatori e a tutti i partecipanti. Non mi dilungo con le lodi, ma sappiate che sono sincere e meritate.
Detto questo, vi espongo la mia esperienza in qualità di negoziante che ha partecipato all’iniziativa “ospitando” all’esterno del proprio negozio (Piazza Affari Outlet in via Cavour) un punto degustazione vini. Dico subito che non è andata benissimo e vi spiego il mio punto di vista in base alla mia opinione personale. Sto parlando delle persone che hanno raggiunto la postazione per degustare il vino proposto, che sono state davvero un esiguo numero, in tutte e tre le giornate (un esempio: in tutta domenica è “andata” una sola bottiglia e un terzo della seconda)
In primo luogo suggerirei di fare in modo che la via sia chiusa al traffico, in quanto il continuo imperterrito passaggio di auto (in alcune ore del pomeriggio senza soluzione di continuità) non invoglia certo l’enoturista a passeggiare per la via in cerca di vini da assaggiare. Suggerirei altresì di mettere una postazione di vendita del kit degustazione all’inizio della via, magari proprio nel punto in cui inizierebbe la zona pedonale, in modo da facilitare tutti quelli che provengono da sud. Molte persone avrebbero voluto assaggiare il vino, ma quando l’addetto spiegava che avrebbero dovuto recarsi in piazza duomo per acquistare il kit e poi tornare indietro, ovviamente sceglievano uno degli altri 49 punti più facilmente raggiungibili. Mi si potrebbe replicare che c’era il punto vendita kit presso il negozio della mia amica Barbara Allegrini, ma a chiunque l’abbiamo proposto ha risposto “allora preferisco andare in Piazza Duomo, almeno poi sono più comodo, con tutte quelle postazioni in centro”.
In questo modo verrebbe valorizzata anche Piazza Liberazione (“piazza Castello”), che seppur sia stata coinvolta con la presentazione del libro, non era frequentata come avrebbe meritato (e come è capitato in altre occasioni, ve lo dice uno che ha il negozio lì davanti da 24 anni) e, a traino, sarebbero più coinvolti e invogliati anche gli altri commercianti di via Cavour: in più si partecipa e più invogliati sono gli utenti a frequentare anche questa via.
Infine volevo fare una “tirata d’orecchie” alla cantina che si è gentilmente prestata a far assaggiare i propri vini presso il mio negozio: in tre giorni di manifestazione non si è mai presentato nessuno di tale cantina, né a me – pazienza – né tantomeno agli studenti che si sono cordialmente prestati a fare i volontari e a servire il vino. Il pomeriggio di venerdì la ragazza addetta non è riuscita neppure a recuperare una bottiglia di vino della cantina prevista, per finire a dover servire un vino del Trentino. Non dovrei aggiungere altro, invece aggiungo che il ragazzo che ha presenziato sia sabato che domenica ha ricevuto il vino, ma non una seppur minima scheda dello stesso, e ha così dovuto cercarsi autonomamente su internet (!) le qualità del vino proposto. Eh no, così NON va bene. Quando qualche avventore gli faceva delle domande un po’ più precise, andava in imbarazzo, rischiando di fare brutta figura, farla fare alla cantina, e all’intera manifestazione.Tutto questo lungo post non vuol certo dare addosso alla manifestazione, che ripeto reputo grandiosa, e men che meno agli organizzatori (purtroppo non riesco a taggarli, sento dire che sono un po “stufi” e stanchi delle lamentele. vi prego di fare due cose. la prima è di ripensarci, se riuscite a passare sopra a tutto anche se non è mai facile, ma lo sapete che “chi fa, sbaglia” – e la seconda è non prendere questa mia “critica” come una lamentela, vuol solo essere uno sprone a continuare sempre meglio) e ancor meno ai volontari (avercene!). E’ solo la cronaca di quello che non ha funzionato, in una via che dovrebbe essere del centro e invece si è ritrovata “in periferia”.
Detto questo, Piazza Affari Outlet ha partecipato volentieri e parteciperebbe ancora molto molto volentieri.
Ho letto questo libro: L’INDUSTRIA VOGHERESE ED I SUOI PIONIERI tra ‘800 e primo ‘900
Da un lato la scoperta, la sorpresa di conoscere così tante imprese industriali nella zona di Voghera, dall’altro l’amarezza di sapere che questo tessuto industriale non c’è più, salvo rare eccezioni (seppur di qualità).
Dall’industria tessile, con filatoi, opifici, cappellifici, all’industria alimentare, con birra, dolci, mostarda, passando dai laterizi e dall’industria meccanica.
Senza dimenticare gli imprenditori nati nella zona che hanno tuttavia creato le proprie aziende altrove, come Maserati (automobili), Mazza (Eternit), Riccadonna (spumante), Cella (Durbans).
Stavolta Leo dove avrà portato suo papà? Sono partiti dal Passo del Brallo, scendendo verso il torrente Montagnola. Poi hanno deviato verso Pregola, raggiungendo il cimitero e da lì il Centro Tennis. Sono saliti verso il laghetto e da lì sono confluiti nel sentiero che porta al rifugio La Faggeta e poi sono scesi dalla pinetina fino a tornare al Passo.
Cambiare opinione non è difficile
Cambiare partito è molto facile
Cambiare il mondo è quasi impossibile
Si può cambiare solo se stessi
Ecco il videoracconto della nostra gita sul monte Chiappo e monte Ebro partendo da Capanne di Cosola.
Nel negozio Piazza Affari del Brallo sono in vendita le Tshirt.
L’offerta è libera (minimo €10) e il ricavato va all’associazione Cuoreclown (https://www.facebook.com/cuoreclown).
Abbiamo devoluto le prime €500, ora puntiamo ai mille euro!
Leo e suo papà hanno fatto un bel giro passando anche nel nuovo sentiero tracciato proprio quest’estate dai volontari di Bocco che porta direttamente ai Piani del Lesima – Prodongo
Buongiorno amici. Io e il mio capo Leo abbiamo fatto un bel giretto dal Passo Scaparina alla vetta del Monte Penice. Ecco com’è andata.
È bello girare, l’Italia è stupenda, il mondo è fantastico. A pochi passi però ci sono dei posti incantevoli che valgono assolutamente la pena di una visita. Ecco qualche fiore del Monte Lesima
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Più la gente critica più questo mi gratifica,
perchè significa che ho il fascino della classifica,
più ci mangi e bevi ti andava bene finchè c’eri
perchè sputi nel piatto in cui pippavi fino a ieri,
sorrisi artificiosi buoni per gli artificieri
perchè qua più sono finti più ti dicono di essere veri,
questi parlano alle spalle mentre io sempre di fronte
infatti loro sono spalle, io invece sono il frontman.
Pian del Lago – Cascate del Carlone – Sentiero del Lupo.Leo in splendida forma ha trascinato i genitori in questa bella passeggiata. TOP
Ho letto questo libro di Carla Ottonello: “Oltre l’orizzonte“. E’ una raccolta di poesie.
Sono quasi tutte poesie che esprimono sentimenti “positivi“, come amore, allegria, pace, amicizia, ma anche nostalgia, paura, preoccupazione, ecc.
Sono tutte poesie “semplici“, senza costruzioni classiche e complicate, senza metriche, scritte con parole semplici, ma non per questo sono poesie banali.
Lo scopo di un’opera d’arte (di qualsiasi genere) è, a mio parere, quello di suscitare emozioni. Alcune di queste poesie mi hanno regalato qualche minuto di nostalgia, di sogni, di ricordi, di quiete, ecc.