Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.
Piove
da un cielo che non ha
nuvole.
Piov
esul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.
Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c’è terremoto
né guerra.
Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia
e sulla greppia nazionale.
Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.
Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l’assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l’ha ordinato.
Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull’uomo indiato, sul cielo
ominizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgòcciola
sulla pubblica opinione.
Piove ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.
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Ho letto questo libro di Daniele Salerno: “L’enigma dell’ultimo templare”.
Devo dire che è stata una lettura piacevole e interessante. Un thriller storico, pieno di colpi di scena, curato nella ricerca.
Lo ammetto, mi aspettavo qualcosa di più ampolloso e prevedibile, invece Daniele ha creato qualcosa di veramente ben fatto, per la trama, per i personaggi, per la suspance. Sono riuscito a “sgamare” in anticipo solo uno dei colpi di scena presenti nel libro.
Con te ho perso l’ultimo del miei punti di riferimento. Vuol dire che sono diventato definitamente “grande“? Ma oggi voglio solo ricordare la tua allegria, pensando alla tua “Zuppa di Voghera” con scritto “Buon Natale” il giorno di Ferragosto, con alcuni momenti divertenti del matrimonio. Brallo, oggi in particolare, mi sembrerà diversa dal solito.
15 agosto 2022
Ho letto questo libro, che riguarda la chiesa di San Vittore a Voghera, dove vengono raccolte testimonianze, articoli ed editoriali riguardanti la cosiddetta “Chiesa degli artisti“.
Questa chiesa, sorta in un quartiere ancora oggi chiamato familiarmente il “Villaggio” (e nel libro è spiegato il perché), grazie a Don Piero Romersi è diventato un museo d’arte (sacra) moderna.
Leo, è stato un anno particolare, quest’ultimo. Ci sono state tante cose belle, come i tuoi sorrisi, come la nostra famiglia che si è consolidata con il matrimonio, altre cose meno belle, come qualche malanno, il fatto di aver vissuto una situazione che procurava ansia, stress, angoscia (e nulla mi toglie dalla testa che il “malanno” sia sempre dovuto a questa situazione”) e altre decisamente brutte, come l’aver dovuto salutare per sempre tuo zio Ivo.
Tempo fa ti avevo scritto una lettera, ma poi l’ho riletta e l’ho cestinata. Ti raccontavo degli ultimi avvenimenti, del mio sconforto, dopo 25 anni di lavoro, per il senso di impotenza verso le piccole e grandi brutture del mondo. Rileggendola ho capito che non avrei dovuto farlo, non avrei dovuto cedere al pessimismo, alla tristezza, alla paura, alla rabbia. Pensando a te, alla tua risata, alla tua spensieratezza, alla tua gioia di vivere fanciullesca, capivo che TU SEI IL FUTURO e che non meriti di avere neppure un briciolo di queste brutture sulle spalle. Le tengo io, il tuo papà, per te. Ho le spalle larghe ed una ormai quasi cinquantennale esperienza di maldicenze, falsità, cattiverie, insulti, invidie, burocrazie, sfighe varie.
Ma come, dirai tu? Ma se il mio papà è quasi sempre allegro, pare uno senza problemi, uno sempre senza pensieri, sempre felice. Certo, amore mio, la miglior vittoria sulle sfighe, sulle cattiverie, sulle invidie, sulle brutture, è proprio quella di essere felici, abbandonando tristezza, pessimismo, paura, rabbia. È il miglior modo di vivere la vita, o perlomeno il migliore ch’io conosca.
TU SEI IL FUTURO e, anche se del mio discorso astratto ci hai capito poco o niente, sappi che io farò di tutto affinché tu sia sempre, nei limiti umani, felice.
Il tuo papà.
Un cielo così si vede solo al Passo del Brallo.
Mi è costata cara, ma finalmente….!
Ho letto questo libro di Lucio Figini.
Inizio col dire che mi è piaciuto molto. Sono due storie in una: da una parte un romanzo storico, lungo la prima parte del ‘900, dall’altro un’avventurosa vicenda attuale, un po’ psicologica, un po’ thriller, un po’ esoterica, un po’ di azione, insomma un pizzico di tutto, dosato con maestria.
Indubbiamente originale, mi ha accompagnato durante una vacanza tenendomi sempre alta la voglia di leggere il capitolo successivo.
La sfilata di venerdì 22 luglio al Passo del Brallo!!
Il racconto di quello che mi è successo a luglio 2022:
“Lunedì mi telefona il super gentilissimo postino di Via Cavour dicendomi che ha un pacco per me, ma io attualmente non vivo a Voghera e il negozio è chiuso, pertanto gli dico di lasciare avviso che sarei passato oggi io in posta. Stamattina arrivo a Voghera e mi metto lì con tanta pazienza a fare la fila. Arriva finalmente il mio turno, l’impiegato cerca il mio pacco, fa per consegnarmelo, ma poi cambia idea e mi dice che, siccome è indirizzato al negozio e non a me, devo portargli la visura camerale. Assurdo, me li hanno sempre consegnati. Vabbè, gli chiedo un’email dove mandargliela al volo, mi risponde che non ha email. Ahahahah le poste non hanno email. Rido. La collega mi dice che l’email ce l’ha solo il direttore, io gli chiedo l’email del direttore, mi risponde che è in ferie e non c’è il sostituto. Ragazzi, io non torno a Voghera apposta, arrangiatevi, se vivete nel medioevo poi non lamentatevi se qualche concorrente vi ruba il lavoro e le poste saranno costrette a licenziare. Addio “
AGGIORNAMENTO 21 luglio
Come scritto prima, il postino non è gentile, è SUPERMEGAGENTILISSIMO. Stamattina mi telefona, c’è un altro pacchetto per me. Gli chiedo se può consegnarlo al bar Insolito Caffè e lui mi dice che non c’è problema. Poi gli spiego quello che mi è successo ieri e lui dice che ci sono poche speranze, ma farà il possibile. A fine mattina mi ritelefona, dicendo che ha spiegato la situazione al suo direttore (del reparto consegne, che è diverso dal direttore dell’ufficio postale), il quale è andato di là ed è riuscito a riavere il pacco e a rimetterlo subito in consegna, gliel’ha affidato e lui l’ha portato al bar. Che dire? Mi hanno ridato fiducia nell’umanità, quindi per ora, da lontano, posso solo ringraziare il signor Postino e il signor DirettoreDeiPostini, come minimo vi devo pagare da bere, grazie.
Ho letto questo libro: “Protocollo Bitcoin” di Carlo Ciavarino e Tiziano Tridico.
E’ da almeno un paio d’anni che mi appassiono di criptovalute e di bitcoin in particolare, e una delle principali fonti di informazione (ma non le uniche) che utilizzo per imparare sono i video di Filippo Angeloni e Tiziano Tridico di Koinsquare.
Cosa ne penso di questo libro? Onestamente mi ha deluso. Secondo me, se una persona non ne sa niente dell’argomento, lo troverebbe abbastanza ostico, pieno di riferimenti incomprensibili per uno che è fuori dall’argomento.
Viceversa per chi, come me, segue costantemente i loro video, le loro lezioni e quant’altro troverà il libretto -invero di facile lettura- come qualcosa di “già visto“. Infatti tutte le cose in esso contenuto le sapevo già.
Ciò nonostante sono contento di averlo preso, non fosse altro che Tiziano ha promesso, in qualche modo, di autografarmelo, anche se io sono andato Tenerife (dove abita lui) proprio mente lui era in Italia, mannaggia, ma prima o poi…
Se volete acquistare il libro realizzato da Fabio Draghi e da me per Primula Editore:
Proprio il giorno prima mi erano arrivate le prime foto del matrimonio e pensavo di mandartene qualcuna, tipo questa. E invece hai voluto fare di testa tua, come sempre.
Imprevedibile, incontenibile, eclettico. Per tutti eri il famoso Ivo Del Brallo, “quest’uomo regala”, per gli amici eri semplicemente Ivo, per me eri mio fratello e perdere un fratello fa male.
Ma, come dicevo, tu vuoi far di testa tua e quando uno meno se lo aspetta ecco che sei andato a sciare lassù.
Avrei tante cose da dire, da raccontare, da spiegare di quello che era mio fratello Ivo: per me, per la mia famiglia, per tutti quelli che lo hanno conosciuto. Quanti aneddoti, quante storie, quanti progetti.
Eravamo differenti, ma simili. Interessi diversi, vite diverse, generazioni diverse, ma simili. Questo è solo un piccolo assaggio di quello che mi è venuto da dire, in pochi minuti.
Ciao Ivo, mancherai. La vita è fatta di cambiamenti, io negli ultimi anni me ne sono reso perfettamente conto, spero di aver capito la lezione che mi ha insegnato. E spero che tu non abbia grossi rimpianti, mi auguro che, nonostante i tuoi mille progetti, tu possa aver fatto più o meno quello che volevi.