Ti ricordi, Michel che a me piaceva Garibaldi, ma tu dicevi che era un buffone e che senz’altro non poteva sostenere il confronto con il tuo Napoleone.
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Tutto quello che non rientra nelle altre categorie
Io e Leo abbiamo fatto un giretto Ponti – Prodongo – Ponti
A che serve il passare dei giorni se non sono giorni belli?
Ho letto questo libro: “Uaired” di Elio (delle Storie Tese) e Franco Losi.
La storia è carina, anche se sembra un’insalata di cose già sentite: alieni che hanno una coscienza collegata tra loro, sostituzione di persone, ecc.
La scrittura è gradevole e originale, con tutte le parole inglesi scritte come si pronunciano in italiano (e finché non le leggi non ti rendi conto di quante parole usiamo comunemente, senza andare sul tecnico).
Il racconto è divertente, anche spiritoso, mai pesante.
Ma soprattutto: quando mai gli alieni sono sbarcati a Broni e in Oltrepó Pavese anziché a New York o nell’Area 51? Fantastico!
Ho provato a leggere questo libro di Stephen King, intitolato “Terre Desolate“, ma non ce l’ho fatta.
Una volta avevo questa “regola” che dovevo finire ogni libro cominciato, chissà perché. Invece, come un qualsiasi altra attività della vita, se una cosa rende (soldi, piacere, felicità) conviene portarla a termine, altrimenti è solo una perdita di tempo.
Ci ho provato, non ho mollato al primo capitolo, sono andato avanti, ma è più forte di me, quando King va a scrivere di mondi fantasy non ce la faccio, mi annoio a morte. Non ci capisco niente, mi rompo, non mi dà nessun piacere continuare nella lettura. Quindi passo oltre.
Ho mangiato dei bellissimi funghi rossi coi pallini bianchi, ho fatto una bella scorpacciata. Non fanno male, vero?
…che poi quando la gente ti chiede: “come va?” non è che puoi rispondere “di m…..”
Primo perché tanto è una domanda retorica e la maggior parte non ascolta neanche la risposta, presupponendo che sia il solito “bene, e tu?” oppure “ma si, non c’è male”
Secondo perché poi sono spiazzati da una risposta simile e sono in imbarazzo. Ma allora cosa chiedi a fare?
Terzo perché poi non cambia nulla, quindi tanto vale rispondere il solito laconico, ironico, irriverente, banale, consueto, prevedibile, previsto: “BENE, GRAZIE”
Ho letto questo libro, “Brallo brillo“, di Alba Tagliani.
Un libro che quest’estate è stato discusso al Passo del Brallo e dintorni: elogiato e criticato.
Io non entro nel merito: non conosco la grande maggioranza delle persone citate e men che meno gli aneddoti raccontati, quindi mi sono ritrovato in un Brallo che non esiste più, fatto di persone modeste, ma concrete. Un Brallo ancora agli albori di quel successo turistico, imprenditoriale ed edilizio che poi ci fu, dove i giovani per trovare quel poco di divertimento dovevano spostarsi, dove si andava ancora quasi sempre a piedi, o tutt’al più in bicicletta, si parlava in dialetto, ci si conosceva tutti (niente turisti o, come si soleva dire, “villeggianti” o ancora “forestieri“), si sognava un futuro migliore.
Al di là di questo libretto, chissà com’è stato vedere nascere, crescere Brallo: nuove strade, nuove case, nuove attività. Credo che su questo fronte il mio paese abbia avuto il culmine a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90: 5 alberghi con ristorante e bar, discoteca, sala giochi, cartoleria, elettrodomestici, lavanderia, 7 negozi di abbigliamento e 4 negozi di alimentari, meccanico (e pompe funebri), posta, farmacia, due banche.
Ricordo che i miei compagni delle superiori, a Voghera, mi chiedevano a settembre dove fossi andato in vacanza. “Sono rimasto a Brallo“. “Ah, mi dispiace”. “A me no, tu hai fatto due settimane di divertimento al mare, io ho fatto due mesi!!”.
Poi un po’ di declino, ma sono sicuro che c’è stata un’inversione di rotta negli ultimi anni e i nostri posti sono sempre più apprezzati, basta un po’ di buona volontà e a Brallo di può stare bene. Sono nate nuove attività, altre si sono modernizzate, tanta gente ha scoperti i nostri paesi e qualcuno ci è venuto o tornato a vivere. Vedo tanti progetti e tanta voglia di fare.
Lo spero, mi piacerebbe lasciare a Leo un Brallo bello come ho vissuto io.
Fabio, Valentina, Leo e Thor hanno fatto questo bel giretto: da Brallo sono scesi in direzione Sotto Il Groppo.
Con una bella discesa tutta all’ombra del bosco sono arrivati ai ruderi del Groppo di Sopra e poi sono scesi ai ruderi del Groppo di Sotto, nei pressi della Montagnola.
Hanno quindi proseguito fino a raggiungere le grotte dei briganti e da lì, attraversando il torrente, a Fego.
Dopo essersi rifocillati con panini, frutta e acqua, aver fatto una pennichella e giocato un po’ nei prati, hanno ripreso il cammino affrontando la salita impegnativa che porta a Valformosa.
Da lì, seguendo la strada asfaltata, sono arrivati a Bralello e poi ritornati a Brallo.
Un bel giretto con Leo: Brallo Bocco Corbesassi Cortevezzo Someglio Brallo.
Un bel giretto che abbiamo fatto io e Leo: Brallo, Pinetina, Faggeta, Rifugio, Pian del Lago, Feligara, Selva, Brallo.
Una sferzata di energia: confettura di more “by Fabio”(Nessuna mora è stata troppo maltrattata per questa confettura. More rubate a Bocco. Aut Min Rich)
Io dico: chiamami come ti pare, ma io sono felice (cit.)