(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Parcheggi vietati

Mi spiegate il motivo per il quale in Via Cavour a Voghera, vicino a Piazza Duomo (davanti alla banca Credito Cooperativo) i pochi posti auto sono stati cancellati mettendo i parapedoni e addirittura le catene? Io sinceramente il motivo non lo capisco. E’ più bello così? Sarà… a me detto sinceramente non piace, che senso ha? Questo mi sembra accanimento verso chi vuole parcheggiare in centro, non vedo nessun altro motivo. Un altro passettino verso l’uccisione del centro di Voghera. Io ve lo dico sempre: quando poi non ci saranno più negozi e bar e la gente non girerà più per le strade poi non lamentatevi del fatto che le vie siano buie, poco sicure, tristi, ecc. Dovevate pensarci prima.

 

Google Street View a Voghera!

Circa un anno fa (come avevo scritto qui) mi ero imbattuto in una della auto di Google Street View, il servizio di Big G che permette di avere una visione fotografica delle vie della città. E’ facile, basta andare su Google Maps, inserire l’indirizzo desiderato e, una volta che avete davanti la mappa, cliccare sull’omino giallo che avete a sinistra sopra ai pulsanti "+" e "-" che servono per lo zoom. Cliccando sull’omino e tenendo premuto il tasto sinistro del mouse, potete posizionare l’omino sulla mappa e…voilà, ecco che sarete "catapultati" nella via desiderata. Potete quindi camminare, farvi un giro, andare avanti e indietro. Se non lo avete mai fatto, fatelo subito, troppo bello!

Finalmente anche Voghera è stata "mappata" da Google, alla faccia della privacy e cose simili. Per non incorrere in problemi che ha avuto in passato, Google oscura i volti, i numeri di targa, e altre cose. Mi sono fatto un giro per Voghera e guardate chi ho trovato:

La prima è una vista del mio negozio, la seconda ritrae… mio papà !! E’ stato googolato!!! Taaac, beccato!

Oggi ce l’ho con… ICA

Quando prendi una multa pensi sempre di aver subìto un torto, è normale. Pensi sempre di essere dalla parte della ragione, che la macchina l’avevi lasciata lì solo "per un minutino", ecc. Io ho preso una multa e anch’io quindi penso di essere della parte della ragione, ma non del tutto.

La multa in questione non l’ho presa dai vigili, ma è relativa a due manifesti che avevo sulla vetrina del negozio. Quando mi è arrivata a casa, tempo fa, da parte dell’I.C.A. (Imposte Comunali e Affini – società che si occupa di incassare i balzelli su affissioni e pubblicità) sono caduto dal pero: non ho nessun manifesto in negozio. Vado a chiedere spiegazioni e mi viene mostrata la foto, scattata ai primi di giugno. Certo che hanno tempi di incubazione lunghi per spedire le multe: più di 4 mesi! Io dico che in quel periodo avevo fatto regolarmente affiggere quei manifesti in giro per Voghera, e che me ne avevano timbrati un paio da mettere in vetrina. La signora cerca, ma non trova la fattura. Cerca ancora, e non la trova. Allora le dico di attendere, che gliel’avrei portata io, visto che ovviamente avevo la copia. A quel punto cerca meglio e la trova: disdetta, avevo pagato fino a fine maggio! Quindi la multa è formalmente corretta, lecita, indiscutibile: c’è da pagare e non si scappa, avevo lasciato i manifesti esposti per qualche giorno di troppo!

Però, siccome a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina, è strano che mi abbiano fatto un controllo proprio proprio proprio nei giorni successivi al termine del pagamento. Suvvia: ho tolto i cartelli con qualche giorno di ritardo, quando abbiano rifatto le vetrine. Onestamente non mi sembra un peccato così grave, visto che sono cliente dell’ICA e in magazzino ho ancora circa 300 manifesti da affiggere. Manifesti che per ora non farò esporre, visto che i soldi che avrei dovuto spendere li uso per la multa. Quello che voglio dire è che non trovo giusto accanirsi con quelli che già pagano, spiandoli per vedere se sgarrano. Altrimenti ti vieni da pensare all’italiana: "non pago più, poi se mi beccano pago la multa, oppure la faccio franca". Altrimenti si finisce, come nel mio caso, a pagare l’affissione E ANCHE la multa. Eh no signori, lo so che gli enti pubblici e presunti tali hanno bisogno di soldi, ma perchè bisogna sempre far cornuta e mazziata la gente? Va beh, dopo aver parlato con qualche collega mi sono sentito quasi fortunato, a loro sono capitate cose più assurde. Chi ha preso la multa perchè ha cambiato insegna al negozio (che è ESENTE per legge) perchè è stata considerata pubblicità, oppure multa per una locandina regolamente timbrata e pagata, ma esposta in una vetrinetta luminosa!! Io non dico che non ci debbano essere regole, ma a volte sono interpretabili troppo fiscalmente, oppure arbitrariamente, e questo non va bene, perchè non è più lotta ai "furbi" ma solo vessazione dei contribuenti.


Mimmo Rotella – "La preda bionda" – 2002

All’arrembaggio del castello!

Dal 14 al 23 settembre 2012 anche quest’anno il Castello Visconteo aprirà le porte per accogliere i cittadini. Per l’occasione sono previste alcune manifestazioni, mostre ed eventi. Per esempio sabato c’è stata la cena medioevale e i fuochi d’artificio (di cui ben poca gente era a conoscenza, a dir il vero). Domenica 16 c’è stata una bella festa con figuranti in costume, riproduzioni di armi antiche, giocolieri, sbandieratori, ecc. Domenica prossima ci sarà ancora il mercatino in Via Cavour e in Viale Marx.

trovate il programma completo cliccando qui.

Nel castello c’è anche la bella mostra dedicata alle opere di Paolo Cornaro. Chi era costui? Un architetto che nel XIX secolo disegnò e progettò (così come suo padre) molti edifici, piazze e vie di Voghera, come ad esempio la ex caserma Vittorio Emanuele, palazzo Gallini, la facciata della chiesa di San Sebastiano, addirittura il cimitero! E poi il restauro di palazzo Dattili, i giardini della stazione ferroviaria, il Quartiere di San Rocco (l’edificio che adesso ospita i giudici di pace), l’Agraria (cioè l’Istituto Tecnico Agragio Carlo Gallini), e così via. Ha svolto lavori ovviamente anche fuori Voghera, ma è la città iriense quella che tuttora deve la sua conformazione, nei palazzi più importanti e negli scorci più suggestivi, al lavoro di Cornaro.


La catapulta pronta per colpire il castello !

I Conti Dal Verme

Spesso quando si parla di via Dal Verme, a Voghera, molti la prendono in giro, storpiandola in "via del verme". In realtà la famiglia Dal Verme è stata molto importante nella storia dell’Italia settentrionale. Tempo fa ho letto un libro, scritto da Bernini e Scrollini, che si intitola appunto "I Conti Dal Verme", che racconta le storie del casato, dalle prime notizie certe fino ai giorni nostri. Senza nulla togliere alle generazioni attuali, la parte più interessante, a mio avviso, si è svolta a partire da Verona nel XII secolo fino a Voghera sul finire del XVI secolo.

Ecco un breve riepilogo dei principali avvenimenti.

Le notizie storiche partono dal 1174 con Nicola “de Vermo o Vermis” a Verona e proseguono col pronipote Pietro, milite di Cangrande Della Scala, decorato nel 1328. Il figlio Luchino partecipò ad una congiura contro Cangrande che tuttavia fallisce. Ai Dal Verme vengono confiscati tutti i beni e banditi dalla città scaligera. Si trasferiscono a Milano, dove i Visconti incaricano subito Luchino di compiti militari, prima a Bologna , poi a Genova e a Parma, infine a Pavia, presa nel 1359.
Proprio nella città sul Ticino si iniziò la costruzione del castello e Luchino se ne servì come base per le campagne militari. Nel frattempo c’era da riconquistare anche l’Oltrepo Pavese, caduto in mani nemiche. Dopo aspre battaglie e movimenti d’armi e di denaro (il principale avversario fu ingaggiato da Pisa e abbandonò la battaglia), nel 1365 Voghera fu viscontea.
Nel frattempo, un anno prima, Luchino era già partito addirittura per Creta e la conquistava per conto dei veneziani. Insomma era uno che non si fermava mai, sempre in giro a combattere, anche se tra una battaglia e un trasferimento trovava il tempo di scrivere al Petrarca, di cui era corrispondente. Un paio di anni più tardi salpava alla volta della Terrasanta, ma durante il viaggio trovò la morte.

Eravamo rimasti alla morte di Luchino. Il figlio Jacopo combattè anch’esso per conto dei Visconti, dai quali venne nominato signore in val Tidone nel 1388 e, negli anni successivi, anche in zone limitrofe. Egli dimorava a Pavia, e servì Gian Galeazzo Visconti sino alla sua morte, per poi trascorrere gli ultimi anni a Venezia.
Il figlio Luigi fu a sua volta un condottiero al soldo di vari signori: Bologna, il Papa, per poi difendere Venezia dai Visconti. Infine passò armi e bagagli proprio al servizio dei Milanesi, che in cambio gli offrirono il feudo di Bobbio, Castel S. Giovanni e Voghera. Proprio nel centro oltrepadano venne ad abitare la moglie Luchina, mentre il marito guerreggiava in giro per la penisola.
L’abitazione scelta era il castello visconteo, ubicato a porta S. Stefano. Era una struttura tipicamente militare fatta costruire dai vogheresi su ordine di Gian Galeazzo Visconti nel 1372. Luchina scelse il maniero come dimora, nonostante non fosse confacente ad un utilizzo civile, ingentilendolo e riadattandolo. Luigi morì nel 1449 e venne sepolto a Voghera nella Collegiata di S.Lorenzo.

Il successore designato, il figlio Pietro, era ancora bambino e quindi fu Luchina a governare Voghera per qualche anno. Pietro fu spesso il lite con gli Sforza e venne anche fatto arrestare un paio di volte. Rimase vedovo e si risposò proprio con una nipote di Ludovico il Moro, ma morì anch’esso giovane. Nel 1485 il Signore di Milano decise allora di incamerare tutti i beni dei Dal Verme, segnando la fine della signoria vermesca su Voghera.

Ferrovia Voghera Varzi

Tempo fa ho fatto un giro in bici sul primo tratto del tracciato della vecchia ferrovia Voghera – Varzi. L’ho imboccata da strada Malvista (per chi non sa dove sia: uscendo da Voghera verso est, appena prima del ponte sullo Staffora di via Piacenza, la viettina sulla sinistra è strada Malvista). Appena prima del sottopasso, sulla sinistra c’è un piccolo sentierino che porta sulla massicciata. Si percorre quindi il ponte sullo Staffora e si arriva fino a strada Braide, dove l’itinerario prosegue. L’erba era stata tagliata, quindi il percorso agevole. Si raggiunge il ponte che passa sopra la Statale, nei pressi dello Zenith e si prosegue nei campi in direzione Codevilla. Il mio giretto è stato breve, anche perchè ho fatto numerosissime soste a fare fotografie. Eccone alcune:

 

 

     

 

 

Dik Dik a Voghera

Voghera, 21 giugno 2012: DIK DIK Potete sentire anche la voce delle groupies che cantavano a squarciagola dalle ultime file.

I cinesi eravamo noi

Sono stato alla mostra allestita in questi giorni (fino al 9 giugno) presso il Castello Visconteo di Voghera intitolata "L’industria nella provincia di Pavia".

E’ una mostra fotografica interessante, che ci fa scoprire le attività industriali della nostra provincia, spesso dimenticate o sottovalutate.

La prima parte mi è piaciuta molto, anche se mi ha reso un po’ triste: sono le foto delle industrie che furono. Spaziavano in tutti settori: dal tessile all’alimentare, dalla meccanica ai laterizi. Foto di capannoni, operai e operaie, produzioni; foto vive che raccontano una realtà che non esiste più, purtroppo. I cinesi eravamo noi. I vestiti che indossavamo, i cappelli che portavamo, il formaggio che compravamo, le scarpe che calzavamo e persino le macchine per cucire che usavano le nostre nonne erano prodotte qui, nella provincia di Pavia. Se lo raccontassi un giorno a mia nipote che adesso ha 6 anni rimarrebbe certo stupita.

La seconda parte è forse meno interessante sul lato storico, ma sicurante più intrigante sul piano pratico. Sono le foto delle industrie attuali. L’ottimismo, per fortuna, ritorna e ci si rende conto di quante industrie continuano comunque ad esistere sul nostro territorio. Speriamo che rimangano ancora per tanto tanto tempo.

Visitatela, è anche un’occasione per vedere il castello!

La locomotiva

Questa immagine non apparirà più agli occhi dei vogheresi:

Ieri mattina, per la gioia di tutti i pensionati di Voghera e zone limitrofe (e dei giornalisti) (e di quelli che la ritenevano un impiccio, o peggio una mezza porcheria), è stata rimossa la locomotiva da Viale Carlo Marx. Adesso verrà restaurata, probabilmente a spese del contribuente, che non vede l’ora di sapere che i suoi soldi sono usati in questo modo, e poi piazzata da qualche parte, forse (e giustamente) nelle vicinanze della stazione.

I politici e i nostalgici possono dire quello che vogliono, ma la locomotiva era ben vista solo dai cagnolini, dai perdaballe e da quanti altri la usavano come orinatoio. In tanti anni non ho mai e dico mai sentito un residente della zona che fosse dispiaciuto di una sua possibile rimozione, anzi!!! Quindi arrivederci oppure addio, cara locomotiva.

Post Scriptum: leggo che l’amministrazione comunale di Voghera ha deciso di restituire il malloppo alle Ferrovie, decidendo si non sperperare soldi per riaggiustarla. Bravi, non è il momento.

Tre tipi di concorrenza

Volevo sottoporvi una mia riflessione riguardante la concorrenza dei centri commerciali verso i negozi tradizionali. Ovviamente mi sto riferendo nello specifico ai negozi di Voghera, nella fattispecie al mio.

Ho individuato tre tipi di concorrenza. Vado ad illustrarvi il Teorema di Tordi sulla Concorrenza.

Il primo tipo è la concorrenza "di prodotti". E’ il tipo tradizionale di concorrenza e il più facile da spiegare. Facciamo un esempio: se io vendo piumini e aprono nuovi negozi / centri commerciali in cui si vendono piumini è facile capire che i clienti in cerca di piumini hanno più possibilità di poter acquistare ciò che vogliono da un’altra parte. Detto in altre parole, il fatto che abbiano aperto nuovi negozi di abbigliamento è fonte di concorrenza per il mio negozio.

Il secondo tipo è la concorrenza "di soldi". Prima di fare, anche in questo caso, un esempio, voglio farvi riflette sul fatto che, in generale, gli acquisti del settore abbigliamento non sono di stretta necessità. Mi spiego meglio: noi tutti abbiamo bisogni primari, come quello di mangiare. Acquistare una camicia nuova non è invece un bisogno di primaria importanza: se non la prendiamo non andremmo di certo in giro nudi o coi vestiti rattoppati. E’ un tipo di acquisto che non è strettamente necessario. E qui si arriva al punto: se vado in un centro commerciale e spendo per comprare qualcosa d’altro (un profumo, una griglia per il barbecue, un videogioco, ecc.), quando passo davanti alla vetrina di Piazza Affari e vedo una camicia che mi ispira, magari decido che per questa settimana ho già speso un po’ troppo e quindi rinvio l’acquisto.

Apro una parentesi necessaria. Tutte e tre questi tipi di concorrenza sottendono una verità: la gente va nei centri commerciali. Ci va per la grande scelta, ci va per fare un giro, ci va perché spesso sono gli unici negozi aperti, ci va perché fa caldo d’inverno e fresco d’estate. Insomma, non devo certo fare un trattato di costume o filosofia spicciola per spiegarvi il perché nei centri commerciali ci si va. E quando sei li cosa fai… gironzoli. E magari va a finire che approfitti dell’occasione e… spendi.

Il terzo tipo è la concorrenza "di tempo". Se passo la giornata al centro commerciale, dove per andarci devo prendere l’auto perché sono fuori città… è ovvio che in città non ci sono fisicamente. E quindi non passo davanti ai negozi. E quindi non posso acquistare quella camicia… semplicemente perché non la vedo, in quanto io non sono li, ma sono al centro commerciale.

Ricapitolando: la camicia non la compro perché l’ho comprata in un altro negozio, oppure perché ho già comprato un orologio (o mi sono fermato a mangiare la pizza con la famiglia), oppure perché non sono neanche passato davanti al negozio.

Google Street View a Voghera?

Ieri ho visto questa automobile girare per Voghera. Probabilmente stava facendo le riprese per Google Street View

Casteggio DOC

C’è in giro un nuovo vino: il Casteggio. In realtà non è nuovo, si faceva già in passato, ma adesso c’è la denominazione ufficiale.

A partire dalla vendemmia 2010 potrà fregiarsi della dicitura "Casteggio DOC" quel vino prodotto a Casteggio e nei comuni limitrofi, invecchiato in botti di rovere per almeno un anno e lasciato riposare in bottiglia. Ma quali sono le regole precise? Vediamole grazie al sito "Wine Break" dell’amico Emanuele Bottiroli.

Il Casteggio Doc, base Barbera (minimo 65%) si può produrre, secondo il disciplinare, solo sul territorio di 7 Comuni: Casteggio, Borgo Priolo, Corvino San Quirico, Montebello della Battaglia, Calvignano, Oliva Gessi e Torrazza Coste. Produzione massima 8.5 tonnellate per ettaro. Il Casteggio Doc dev’essere invecchiato almeno 2 anni e, superati i 3 anni di affinamento, potrà fregiarsi della dizione “riserva”. Il suo colore è rosso rubino intenso, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l’invecchiamento; odore intenso, etereo, delicato; sapore: secco, corposo, armonico; titolo alcolometrico volumico totale minimo 12,50% vol; acidità totale minima  4,5 per mille; estratto non riduttore minimo: 25,0 grammi/litro.

Bello, mi piace come idea. Per prima cosa è bello veder rinascere un nome, tra i vini, che circolava tanti tanti anni fa, il "Casteggio". Poi è bello perchè è un nome forte, è un nome che caratterizza il territorio. Il "Bonarda", il "Barbera", lo fanno dappertutto. Il Casteggio, ovviamente, solo a Casteggio (un po’ come il Salame di Varzi che si fa solo a Varzi – e zone limitrofe). E poi mi piace che ci siano iniziative di questo tipo, che valorizzino i prodotti del nostro territorio: ogni idea è un passo avanti, e un’idea realizzata significa che di passi ne sono stati fatti tanti. E poi mi piace perchè.. è buono! Non ci credete? Beh, per ora, visto i tempi tecnici, non è ancora possibile trovare bottiglie in commercio con la denominazione corretta, quindi dovrete aspettare ancora un pochino, oppure gustare quello degli anni precedenti al 2010, sempre prodotto nello stesso modo. Alla salute!

 

Porte Aperte al Castello Visconteo

Qualche malalingua dice che io mi lamento sempre. Beh, stavolta non mi lamento affatto. In questa ultima decina di giorni a Voghera c’è stata la manifestazione "Porte aperte al Castello Visconteo di Voghera", dal 16 al 25 settembre. E’ stata la seconda edizione, dopo il successo dello scorso anno, ed è stata ancor più in grande stile.

C’era ovviamente il castello aperto, con la possibilità di visitare alcune mostre all’interno e quindi, per chi non avesse avuto ancora occasione (come me), visitare il castello stesso. Ci sono state presentazioni di libri, concerti, rievocazioni storiche, ecc. E durante le due domeniche anche il mercatino in Via Cavour  con sfilate di figuranti in costume, falconieri (mi è piaciuto un sacco), sbandieratori, ecc. Insomma: proprio una bella festa, organizzata bene e ben riuscita, niente da dire. Una bella occasione per vivere il vecchio maniero in parte ristrutturato e il giardino realizzato lo scorso anno. L’augurio è che si possa sfruttare tutto questo anche in altre occasioni durante l’anno: visto che sono stati spesi dei soldi per "mettere a posto il castello", sfruttiamolo! Un po’ come succede a Pavia.

Visto che non mi lamento sempre?

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No, non è un CAP, nè un numero di telefono. Sono gli abitanti che potrebbe avere presto Voghera. Secondo Wikipedia gli abitanti dell’antica Iria sono esattamente uno in meno, ma in questi giorni un signore che ha attualmente il domicilio in Via dei Prati nuovi ha chiesto al giudice di Pavia, una volta scaduti i termini della sua forzata dimora presso tale albergo, di poter trovare casa in zona, visto che avrà la libertà vigilata. Il signore è siciliano, ma l’aria oltrepadana lo aggrada a tal punto da lasciare la sua amata terra per trasferirsi qui. D’altronde il babbo, Totò, è in "vacanza" e il rapporto con gli amici, si sa, dopo un po’ che non li frequenti non è più lo stesso di una volta. Quindi perchè non approfittare dell’ospitalità di questa ridente cittadina di pianura? Il suo paese d’origine è in collina, ma anche qui potrà farsi dei bei giretti tra le vigne, se crede.


Veduta di Voghera di qualche annetto fa. Potete vedere il castello e le ciminiere in lontananza

Bicicane

Questo mito l’ho visto (e fotografato) ieri mattina in via Garibaldi a Voghera:

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