(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Spalato. Seconda sera

Per affrontare la serata ci siamo diretti, stavolta in auto, nella stessa zona dove eravamo stati in spiaggia: Bacvice, che pare essere la zona della movida di Spalato.

Abbiamo trovato, ovviamente per caso, un ristorantino veramente bello: Enoteka Terra. Uno di quei posti dove andare a fare una romantica cenetta con la morosa. Ecco.. e io sono con Michele! Però se capitate da queste parti andateci, ne vale veramente la pena. Da buoni maestri abbiamo preso cibo consono alla stagione e a una località di mare: lui carne con tagliatelle al tartufo e io carne e una specie di polenta, il tutto innaffiato da un vino rosso barricato.

Dopo abbiamo fatto un giro nella zona dei locali, ma anche stavolta eravamo troppo stanchi, e dopo un finto Cuba Libre, siamo tornati a casa dove, x non perdere l’abitudine, lui è andato su FB e io leggevo email e navigavo. Idoli tecnologici.

Spalato. Spiaggia e pallavolo

Stamane abbiamo portato i documenti alla reception, dove ci hanno spiegato dove andare in spiaggia. Dopo una breve colazio al bar "Maestral" siamo andati a piedi lungo la costa finchè siamo approdati all’unica spiaggia sabbiosa. Peccato che un vento di… insomma uno spiacevole e disdicevole venticello buttasse sabbia ovunque. Il cielo era quasi coperto, ma poi è uscito il sole e siamo stati lì un paio di orette, fino alle 2.. proprio quando tutti gli espertoni dicono di non esporsi al sole, infatti credo di essermi ustionato: sono tutto rosso, a parte una zona coperta da Dylan Dog che stavo leggendo. Aragosta.

Dopo abbiamo raggiunto una pizzeria dove io ho preso una buona pizza al prosciutto cotto e ananas e il maestro un’insalata di pasta.

Una rinfrescata in appartamento e poi via verso il palazzetto dello sport per assistere a Croazia – Ungheria, valevole per le qualificazioni ai mondiali di volley femminile del 2010. La partita è stata dominata dalle croate che hanno vinto 3 a 0. Il maestro Michele era ovviamente in fibrillazione, mentre io stavo malissimo per tutto il primo set e mi sono perso un pezzo del secondo passeggiando nel retro per riprendermi…infatti mi sono abbastanza ripreso. Dopo le foto di rito col maestro e le pallavoliste (il mitico ha consegnato alla Dora Horvat una scatola di cioccolatini a forma di cuore precedentemente acquistata qui in un supermarket…) ce ne siamo tornati qui spaparanzati sul letto in attesa di uscire per cena e dopocena.

Spalato. Prima sera

Abbiamo trovato un ristorante molto carino per cenare. Il mio collega maestro mi dice: lascia fare a me. Io penso che lui padroneggi l’inglese come fosse madrelingua, invece quando arriva il tizio gli dice "this!" indicando una portata col dito. Ottimo. Poi ordiniamo altro, tra cui un "dish of potatoes" per chiedere le patatine fritte. Mitici.
Il pasto è stato abbondante e soddisfacente, a parte (per me) il "this" che era un antipasto di pesce (e c’erano anche le olive).. lo so sono un cagacazzo…

Provati dal viaggio e dal cibo ci siamo mestamente diretti verso l’appartamento.

Prima di andare a dormire mi sono messo sulla veranda sul divanetto coi piedi sul tavolino a leggere mentre una brezzolina mi solleticava: che figata!

Spalato – il lungomare

Ieri siamo andati in centro, abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio e abbiamo proseguito a piedi.

Spalato è proprio bella. Ma proprio bella. Il lungomare è ampio, spazioso, illuminato, organizzato bene, pulito, costellato di locali coi tavolini fuori. Pieno di gente. Veramente ma veramente carino. In fondo c’era una piazza dove un cantante del luogo si stava esibendo. Gironzolando senza meta siamo finiti in una via dello shopping, sempre molto ben curata, dove c’erano i soliti negozi (ma si, i soliti, c’è bisogno che ve li dica? Zara, Benetton, Intimissimi, ecc.) Cmq proprio una bella città. Peccato che la lingua si così ostica (e anche agnostica). Non si capisce veramente una mazza di niente. Le parole non sono neanche lontanamente o vagamente simili alle nostre.

Spalato. Siamo arrivati.

Partenza stamattina alle 10 io e il gran maestro Orione. Prima maestranza: saluto-lampo alla maestra Elisa e prendiamo l’autostrada che ci porta lontano lontano fino a Trieste. Lì ci fermiamo x un panino, per il pass x le strade slovene (ma serve davvero?)e per cambiare qualche euro in valuta croata. Finora tutto bene. 

Riprendiamo il cammino e attraversiamo la frontiera con la Slovenia. Quella trentina di kilometri in terra slovena sono tutti in strada normale e in…montagna. Pare di essere a Brallo. Stessa vegetazione, stesse strade. Poi arriviamo alla frontiera con la Croazia, dove ci controllano (e ci timbrano) i passaporti.

La Croazia ce la spariamo tutta in autostrada. Deve essere relativamente recente perchè nel mio atlante stradale, che è del 1996, non è neanche abbozzata. Fatto sta che viaggiamo nel nulla, nel nulla più assoluto: tundra e taiga, muschi e licheni. Sembra una steppa desolata di cespugli e sassi, sassi e cespugli. Pochissimissime case, ogni tanto.

Ecco ci appare un autogrill. Beh si fa per dire, il chiosco dei paninari davanti al Golf di Salice è più grande. Un caffè e si riparte. Alle 7 di sera arriviamo a Split. Poco prima avevamo acquistato una cartina che però non c’è di grande aiuto, visto che non segna la nostra via. Ma grazie agli aiuti di qualche passante e a una botta di culo, troviamo il posto.

L’appartamento è molto bello. Zona cucina, banco all’americana con gli sgabelli, zona pranzo, zona notte con due lettoni matrimoniali, bagno, tv, veranda e mega balconata sul mare. Ottimo.

Ora ci ripigliamo un attimo e andiamo a cercare del cibo e a farci un giro…

"Giro di ricognizione del pueblo alla ricerca de los amigos! Hasta la vista! Ah… Ivana… Mi raccomando il panta nell’armadio… Il pantalone bello diritto eh… Hai capito? E un po’ di ordine in stanza. See you later…"

Delafia

Non vi ho ancora raccontato del Carnevale di Viareggio! E si perchè il martedì grasso siamo andati nella località della Versilia per vedere il mitico corso mascherato.

Per inciso, ci siamo fermati a pranzo in una delle migliaia di graziose località d’Italia: Pietrasanta. Non è sul mare (quello a cui pensate voi, è la famosa frazione Marina di Pietrasanta, quella tra Forte dei Marmi e Lido di Camaiore). E’ davvero carina. Putroppo non avevamo troppo tempo per visitarla, dopo una pizza abbiamo fatto solo un giretto, ma credetemi che merita: c’è una via centrale ben curata e caratteristica che porta alla piazza principale con chiese, teatro, ecc. In cità sono presenti numerose opere di diversi artisti, tra cui citerò Botero, una cui scultura campeggia davanti al municipio.

Torniamo al discorso principale: Viareggio. Beh io non avevo mai visto un carnevale così importante, a parte quello di Notting Hill (leggi qui e qui), ma quello era molto più simile al carnevale sudamericano che a quello italiano. Quello di Viareggio è proprio bello. Per prima cosa almeno metà della gente è mascherata, sia pure con solo un qualche strano copricapo (come noi) e questo rende il clima allegro e festoso. Poi non c’è quella fastidiosissima usanza che c’è, per esempio a Voghera, di imbrattarsi di schiuma con le bombolette. Lì c’erano solo coriandoli e stelle filanti. Non c’era calca e, cosa che non mi aspettavo, neanche transenne: una volta dentro al "paddock".. si insomma nel "recinto" dove ci sarebbe stata la sfilata, potevi girare liberamente… anche finire sotto le ruote dei carri se volevi ;-)

I carri.. beh ragazzi i carri erano veramente fighi. Quelli di prima categoria (i più belli) erano faraonicamente maestosi, parevano uscire dritti dritti da Gardaland. E pensare che vengono relizzati per durare una sola stagione… inaudito ;-) !
Erano alti come i palazzi di tre piani. Poi c’erano quelli più… cioè insomma… meno belli (dire più brutti è assolutamente sbagliato), cioè meno grossi e complessi, ma comunque fantastici. Quasi ogni carro era preceduto da una sfilata di personaggi in costume che evocavano lo spirito del carro. E ognuno aveva una propria musica. La più gettonata era "Delafia", il cui titolo dovrebbe ricordare un’esclamazione tipica viareggina.

E poi era una festa, una vera festa, una grande festa. I minuti e le ore passavano e non ti stancavi mai. Abbiamo fatto anche un giretto sulla spiaggia x vedere il mare. Deve essere un posto molto figheggiante d’estate. Una cosa che mi ha colpito è che sul lungomare, invece dei classici locali come bar, gelaterie, pizzerie, chioschi e ristoranti ci sono… i negozi!!! E ci sono anche degli alberghi molto belli.

In poche parole, un’altra super giornata. Ma che bello.

 
 

Atene – terzo giorno

Il tempo è bello, alla strafaccia delle previsioni. Caldissimo.
Mi da l’impressione che nei negozi parlino fluentemente l’inglese, a differenza dell’Italia. X esempio il tizio dell’internet point dove vado alla sera parla un inglese perfetto. Ma anche i venditori di ricordini.

Poi c’è un altro mistero: lungo le vie c’è una… non so come definirla e descriverla è difficile… una "striscia", larga circa 30/40 cm, che sembra quasi una pista per i trolley… ma in realtà non si capisce a cosa serva. A volte è di materiale plastico, e ha delle linee longitudinali in rilievo… sembra fatta apposta per farci passare qualcosa, ma è stretta e poi ogni tanto fa delle curve. Ma c’è dappertutto, in quasi tutti i marciapiedi.

Un’altra singolarità è che qui mangiano a tutte le ore. In questo momento stiamo pranzando, sono le 3 e mezza del pomeriggio e il ristorante è strapieno imballato di gente.

Oggi era una qualche festa nazionale, gli uffici sono chiusi. Lungo la via c’era una parata di scolari, a gruppi di età variabile dalle elementari alle superiori. Sono molto nazionalisti, ci sono bandiere dappertutto e c’è pieno di venditori ambulanti che vendono bandierine biancazzurre. A mezzogiorno abbiamo assistito al cambio della guardia davanti al parlamento, coi caratteristici guardiani vestiti in modo tradizionale che si muovono come fossero automi. Attraversando il parco lì dietro abbiamo raggiunto lo stadio costruito in occasione delle prime olimpiadi moderne del 1896. Notevole. Poi abbiamo fatto tutta la passeggiata che parte dietro alla rocca dell’Acropoli finché non abbiamo raggiunto questo ristorantino per mangiare qualcosa.

Prima della partenza abbiamo deciso di visitare una zona a caso non ancora vista. Abbiamo optato per la zona a nord est di piazza Monastiraki. All’inizio erano tutti locali pieni di gente che mangiava e beveva, poi quartieri sempre più degradati. Che storia, appena ti allontani dal centro si iniziano a vedere case semidistrutte, locali abbandonati, marciapiedi malmessi. Ad un certo punto pareva di essere in un film: arabi, indiani e africani ovunque. Ma tantissimi, a decine se non a centinaia. Tutti uomini. Ovunque ti giravi c’erano le vie piene di queste persone. Ad un certo punto sono spuntati alcuni agenti di polizia che cercavano di incanalare questi  personaggi… x poco non vengo incanalato anche io!! Ma che strano, non ho proprio capito cosa facessero. Vie e vie strapiene di questi tizi… devo ammettere che passarci attraverso dava un certo senso di claustrofobia o di agorafobia. Non per fare del razzismo, ma facce veramente da galera… per fortuna si facevano i fatti loro, non ci hanno mai interpellato a parole, al limite con gli sguardi. Boh sarà stato il raduno del fancazzista, ci saranno stati almeno mille uomini in totale a far nulla. E’ proprio quello lo strano: non stavano facendo nulla: non una festa, un mercato, un rito, non stavano pregando… nulla! Boh?

E poi in metro fino all’aereoporto. Dovrebbero farla anche a Linate.

Voto ad Atene: 6

 
Tempio di Efesto

 

Atene – secondo giorno

Una particolarità notata visitando alcune chiese: non ci sono statue. Solo raffigurazioni, cioè quadri. la gente entra, fa il giro di questi quadri, fermandosi davanti a ciascuno per una manciata di secondi e poi esce, non prima magari di accedere una di quelle piccole , magre e brune candele da conficcare in una cesta piena di sabbia. Le chiese sono tutte molto elaborate.

Andando verso l’Acropoli ci siamo imbattuti nel mercato della carne: allucinante. Sembra di essere in estremo oriente o nel medioevo: è al chiuso, ma sono tutte bancarelle aperte, coi tizi con la mannaia che taglino i pezzi di carne su taglieri di legno in mezzo alla gente, coi camici bianchi tutti sporchi…se allunghi una mano potresti toccagnare tutto ciò che vuoi. Addirittura è passato un carrello stracolmo di pezzi di carne, in mezzo alla gente. C’erano alcuni macellai che fumavano ed è passato anche un motorino. L’Italia sarà un paese di pseudoschizzinosi dove per comprare la frutta ci mettiamo i guanti, ma qui l’igiene non sanno neanche cosa sia!

Siamo saliti verso la mitica Acropoli. Si passa attraverso viuzze, casette, scalette. Tutto molto caratteristico. Tutte quelle casette con un piccolo giardino con viti, fichi, ulivi,…

Prima dell’ingresso c’è una rocca che offre un bel vedere. E’ una roccia marmorea, come molte nella zona, ma moooolto scivolosa, a causa del passaggio di orde di turisti.
 

Il Partenone è molto “conciato”, semidistrutto, però visto da davanti fa ancora la sua figura. Anche perché la posizione, là in alto, rende molto. Sulla guida c’è scritto che molte statue e reperti sono in realtà copie, per preservarle dall’inquinamento. Gli originali sono esposti nei musei, tra cui il BM di Londra.

Eravamo sfiniti, e allora una pennica in hotel. Nel tardo pomeriggio un giro in via Ermou, la via dei negozi del centro. Devo elencarli o ne faccio a meno? Tanto sono sempre i soliti: Benetton, Calzedonia, Zara, H&M, ecc. ecc.
Fino a piazza Syntagma. È la parte “shopping” della città e si non discosta molto da tutte le altre città europee che ho visto.
Abbiamo concluso la giornata con un giro nelle vie dei dintorni.

Qui c’è pieno di motorini. Vanno ovunque, sono abbastanza indisciplinati (e senza casco). Così come le auto: passano e parcheggiano dappertutto.

Ci sono tanti negozi di pellicce, molto spesso maculate, e molto spesso vendono sia pellicce che gioielli.

Atene – primo giorno

L’aereoporto di Atene è veramente molto moderno. la gran comodità è che c’è una linea della metro che porta direttamente in città (circa 40 min). Il nostro albergo è in centro, pulito, semplice e il tizio della reception gentilissimo, ci ha spiegato proprio per filo e per segno tutte le cose da vedere in città. Ok, via con la visita. Da una primissima occhiata non è che faccia una bellissima impressione. I negozi sembrano poco curati e le facce che si vedono in giro sono abbastanza da galera. Ci sono anche tantissimi indiani o pakistani. I prezzi sembrano simili a quelli dell’Italia, forse un po’ più bassi.

Abbiamo visto il mercatino che c’è la domenica ai piedi dell’Acropoli. Ma si, c’è un po’ di tutto, ma alla fine è il solito fritto misto che vedi ovunque: africani con roba falsa, ricordini, finte anticaglie, ecc. Fatto sta che il pomeriggio è passato.

Dopo ci siamo avventurati nelle viette della città vecchia, la Plaka. Diciamo che sicuramente qui non si muore di fame. Ci sono ristorantini ovunque, sembra di stare… ma dai… nel quartiere greco di Parigi. Dopo tanto (ma tanto) girare la stanchezza si faceva sentire, in fondo eravamo in piedi dalle 4 e mezza! Allora ci siamo sparati una cena greca a base di suvlaki e roba simile.

Però sto imparando a leggere le lettere greche. La teta si legge T, la omega O, la ipsilon si legge U, la Σ si legge S, la Λ che dovrebbe essere la lambda si legge L, ecc.

Alla sera ho chiamato l’Italia con Skype: che figata si sentiva benissimo e ho speso quasi nulla (a parte il costo dell’Internet Point). Quando ero a Londra due anni fa lo usavo tutti i giorni.


L’Acropoli la si vede da ogni punto della città.. domani ci andremo.

Il dottore è fuori sede

Fabio Da domenica 26 a martedì 28 sarà ad Atene (Grecia)

Fabio Κυριακή 26 έως Τρίτη 28 θα είναι στην Αθήνα (Ελλάδα)

Palermo


La cattedrale di Palermo

Domenica scorsa siamo stati a Palermo. Alzataccia e partenza da Voghe alle 6 alla volta di Malpensa, volo con Easyjet. Col nostro pandino giallo abbiamo raggiunto prima le spiagge nella zona di Isola delle Femmine e poi ci siamo diretti verso il centro città. Faceva caldo, molto caldo, da girare in maniche corte ed avere ancora caldo. Abbiamo parcheggiato nei pressi del palazzo di giustizia e abbiamo subito raggiunto la stupenda Cattedrale. Sfortunatamente non si poteva visitarne l’interno, ma ci siamo accontentati dell’esterno che è decisamente notevole. Attraversando la singolare Porta Nuova, con raffigurati i mori, abbiamo raggiunto il mitico Palazzo dei Normanni, che abbiamo fatto in tempo a visitare. Molto bello, è anche sede del parlamento della Sicilia. Dentro è possibile visitare la Cappella Palatina, con decori favolosi e un soffitto in legno intarsiato che è una meraviglia. Ci hanno fatto fare la visita guidata del palazzo e delle sue varie sale. Uno dei tanti esempi siciliani dell’incontro tra le varie culture: quella araba, normanna e quella borbonica. Bello veramente.


La Porta Nuova

Poi ci siamo fatti un giretto x la città, un po’ a caso e un po’ seguendo la piantina. Purtroppo i negozi erano quasi tutti chiusi (strano, la pensavo una città turistica). Ci siamo resi conto che è una città molto sporca. Non ci sono i sacchetti della spazzatura abbandonati come a Napoli ma le strade sono sporchissime: foglie, lattine, cartacce, ciarpame ovunque. E le automobili parcheggiate sono tutte gibollate. Insomma è una città che perde l’occasione di darsi una ripulita e una riordinata: accanto a costruzioni nuove o tenute bene ce ne sono tantissime fatiscenti, ma comunque abitate… non so come fanno. Un breve giretto nei quartieri del centro (vicino a Vucciria) ha confermato questa veduta: case semidisastrate e quasi pericolanti, sporcizia ovunque.


Il Porto

Successivamente abbiamo raggiunto Monreale, per visitare il famoso duomo. Da fuori non sembra un granchè, ma dentro è fighissimo. Mosaici, intarsi, e chi più ne ha più ne metta. Addirittura anche il pavimento era curatissimo. Per realizzare una cosa così ai nostri tempi… beh non so… sarebbe impossibile…
Per finire in bellezza la giornata io e la mia meravigliosa ragazza siamo stati sulla spiaggia di Mondello, quando già la luna si faceva vedere. Alle 9 avevamo l’aereo per tornare a casa.
Stupenda giornata, tempo magnifico. Un suggello ottimo per una giornata in compagnia di Elisa che già di per sè è una cosa per cui vale la pena andare anche fino a Palermo.


Ecco la prova provata di essere stati a Palermo!

 

Bella

Mercoledì scorso siamo andati a Stresa. C’ero già stato, ma è sempre un bel posticino. Il Lago Maggiore ha certo il suo fascino e il lungolago della città, coi suoi favolosi hotel e ville stupende, è proprio caratteristico. Il centro è molto turistico ma sempre carino, coi negozietti e i ristoranti. Il tempo era un po "acquoso", ma tutto sommato non ci ha fatto disperare più di tanto. Eh si, è stata proprio una bella gita.

Dopo pranzo  ci siamo diretti all’imbarcadero. E’ singolare come nelle vicinanze ci siano i barcaioli privati che cercano in tutti i modi di indirizzarti verso le proprie gite in barca. Peccato che abbiano costi esorbitanti rispetto ai traghetti di linea. Alla fine abbiamo optato per visitare la più vicina e la più carina delle isole, che dal nome dice già tutto: l’Isola Bella. Dopo un breve tour sotto la pioggia abbiamo deciso di visitare il Palazzo Borromeo. Beh, al contrario di John e Lavinia, se io e Ely fossimo i proprietari, sicuramente chiuderemmo l’isola al pubblico per andarci ad abitare, non prima di qualche piccola modifica, ovviamente. C’è da eliminare un po’ di ciarpame spostare qualche rara suppellettile, ma tutto sommato è quasi a posto (anche se non ho ancora capito dove metteremmo il ping pong). E poi anche il giardino non è niente male (a parte i pavoni, tutti bianchi… ma con una bella bomboletta spray si rimedia subito, sono un esperto io!!)

Insomma una piacevole giornata, anzi "una splendida giornata, straviziata, stravissuta, senza tregua…". In una  splendida location. Ma soprattutto con Elisa. Più della gita, più dell’isola, lei si che merita il titolo del post.


 

Espuma

La mia esperienza ad Ibiza si può dividere in due parti, completamente diverse tra loro. Prima parte. Ibiza è veramente una delle patrie del divertimento, ma ormai quello che trovi li lo trovi dappertutto. Pieno di locali e pieno di discoteche aperte fino al mattino, con tanta gente strana. Ma non c’è bisogno di scomodare né Riccioneioré (Lloret de Mar) per fare paragoni: basta farsi un giro a Milano e puoi trovare tutto questo. L’isola in sé fa abbastanza schifo, immagino che prima dell’invenzione del turismo gli abitanti del posto facessero proprio la fame, non c’è nulla di nulla. Il mare è abbastanza bruttino, proprio niente di chè. I locali pre-disco sono i soliti di ogni parte del mondo. E non sono in tutta Ibiza, ma sono concentrati nella parte del porto. Insomma è abbastanza un pacco, che bisogno c’è di prendere l’aereo x andare fino a là? Io non ero certo in cerca di una vacanza rilassante, me ne sarei andato a Celle Ligure altrimenti (che non so neppure dove sia). Io ero in cerca delle leggende di Ibiza: gente fuori di brutto, discoteche aperte giorno e notte, locali ovunque, bar in spiaggia aperti alla sera per fare l’aperitivo a mezzanotte, cene alle due di notte. Leggende, appunto. C’è un mare di italiani. Ma proprio tantissimi, sono il secondo popolo di Ibiza (infatti praticamente chiunque capisce e/o parla italiano) sia come clientela che come baristi/camerieri/pr/ecc. Sabato sera un tizio ci convince ad andare alla discoteca Privilege, anzichè il Pacha. Giudizio: il posto si vanta di essere la discoteca più grande del mondo. Buuu, tanto per citarne una, l’Alcatraz di Milano è più grande. E poi non è neanche bella, è un capannone con una piscina fatta malissimo. La nota molto positiva era la musica, proprio quella che piace a me, vale a dire E-LET-TTTTTTT-TTTT-TTTTRO-NI-KA un po’ minimal e un po’ house (come ho spiegato qui è difficile definire bene la musica). Musica che purtroppo nella zona sfigata e musicalmente repressa, l’Oltrepo Pavese, non suonano e non hanno praticamente mai suonato. Da noi c’è la cultura discoteca=fighetto, non discoteca=musica, della musica non gliene fotte un piffero a nessuno. Da noi si va in disco se c’è "bella gente", non per ballare o ascoltare musica. Voi direte: ma perchè tu la ascolti quella musica li? SI. Siamo tornati alle 6 e alle 10 eravamo già in giro col motorino affittato. Siamo andati a cercare un’altra presunta trasgeressione di Ibiza: la spiaggia dei nudisti. Prevedevo fosse una cazzata e infatti avevo pienamente ragione. Quattro bischeri isolati dal mondo col pisello o le tette al sole. Non ho questo tipo di perversioni, né quello di abbronzarmi le parti basse, né la voglia di star li a spiare quelle degli altri. Al pomeriggio un sonno ristoratore e alla sera un giretto per i locali. Poi in albergo.

Seconda parte. Ibiza è veramente una figata, non fosse altro che per un motivo: l’Amnèsia e lo schiuma party. Partiamo in costume e t-shirt a bordo del nostro mezzo, guido io. Arriviamo all’Amnesia alle 2 e venti circa. L’ambiente è molto bello. Ci sono due sale. La musica è sul genere techno, quindi molto più cattiva di quella del Privilege, ma più adatta alla situazione. La sala principale è piena imballata. Ci buttiamo a ballare per due ore ininterrotte. Di schiuma neanche l’ombra. La barista ci dà la brutta notizia: sarà sparata dopo le 5 e mezza. Cazzarola noi siamo già stanchissimi. Ce la dobbiamo far passare. Facciamo un giro nell’altra sala, ci sediamo un attimo e torniamo in pista. Siamo pronti.
Io mi aspettavo una pioggia di schiuma, che magari ti arriva fino alla vita, esagerando. Invece no, ci sono 3 cannoni che sparano un getto impressionante di schiuma. Dopo pochi secondi (secondi!!) la schiuma ti supera e ti circonda. Schiuma ovunque. Nel naso in bocca negli occhi. Cerchi di togliertele dagli occhi con le mani, ma sono piene di schiuma e peggiori la situazione. Se ti sbagli e respiri con la bocca sei finito, inizi ad inghiottire schiuma. In pista è il delirio assoluto. Musica a palla, luci strobo e gente piena di schiuma. Ma letteralmente piena, non so come descrivere la situazione. Quasi pupazzi irriconoscibili. Dopo un po’ il livello cala, e allora spingono i cannoni a manetta e giù un’altra schiumata. Pazzesco. Schiuma ovunque, ovunque. Nella pista varia dai 150 ai 180 cm di altezza. Nella zona limitrofa arriva all’inguine. Gente che balla, che scivola, che perde gli occhiali o le infradito, forse per sempre. Gente che si lancia la schiuma, che si abbraccia. La parola giusta è proprio delirio. Una situazione stranissima e quasi indescrivibile. In una parola fantastica. Dopo una manciata di minuti la maglietta è ovviamente diventata una spugna e quindi me la tolgo. Boys a petto nudo, girls in bikini. E ancora musica, luci e soprattutto schiuma, schiuma schiuma. E schiuma. Senza trregua. Penso di averne mangiato a chili. Le mie lenti a contatto ovviamente mi ringrazieranno per sempre, avevo gli occhi color brace viva. Dopo una mezzoretta hanno iniziato a sparare acqua con un idrante e hanno acceso delle bocchette stile anti incendio. Questo per togliere progressivamente un po’ di schiuma. Noi, già bagnati fradici, ulteriormente inzuppati dall’acqua, ci chiedevamo come saremmo tornati a casa, in scooter. Quando erano quasi le 7 la disco ha chiuso. C’era schiuma ovunque, perfino fuori dal locale. Ma non "un po’ di schiuma", ce n’era almeno una quindicina di centimetri. Nel piazzale! Mi sa che l’Altro Mondo Studios di Rimini ha perso il posto di miglior discoteca che abbia mai frequentato. Abbiamo strizzato le nostre magliette e abbiamo raggiunto il parcheggio. C’era già chiaro. Il nostro era l’unico scooter rimasto. Gli altri avevano quasi tutti un ricambio in auto. Noi no. Noi ci siamo sparati i circa 10 km che ci separavano dall’Hotel completamente bagnati in motorino, con la schiuma che ci ricopriva i piedi e le gambe fino al ginocchio. Ottimo. Ormai era giorno. Alle 8 e trenta ho riconsegnato il mezzo, ho fatto colazione e mi sono concesso due ore e dieci minuti di sonno. Che nottata fantastica però.

Amnèsia

In questo momento, mentre voi siete li, io dovrei essere qui. Ma poi torno eh? Forse. Sono partito ieri, sono stato al Pacha e stasera dovrei andare all’Amnèsia. Poi domani, semidistrutto, will go back home. Perchè uso il condizionale? Perchè questo post l’ho scritto ovviamente in anticipo, in questo momento non sono in grado di poter scrivere… a presto.

 

 

Siii viaggiare…

E dopo Londra, che posti mi piacerebbe vedere, visitare, vivere? Beh sono tanti, tantissimi, troppi. Per ora di sicuro c’è solo che a Luglio mi sparo un weekend a Ibiza, la patria del divertimento sfrenato. Direi che 3 giorni è la quantità giusta… E poi… boh. In Italia mi piacerebbe vedere la Puglia, non ci sono mai stato e dicono tutti che è bellissima. Sarebbe interessante fare come in Sicilia tre anni fa: andare giù in aereo e poi affittare un’auto e girarsela tutta, da cima a fondo. Per quanto riguarda l’estero… beh io notoriamente sono un amante delle città, e ormai di quelle europee ne ho viste tantissime: Barcellona, Londra, Oslo, Vienna, Praga, Budapest, Amsterdam, Bruxelles, Parigi. Beh a Parigi mi piacerebbe tornare a breve, ho qualche fantasma da scacciare e poi mi manca quella città, se amo definire Londra la capitale d’Europa, Parigi è la città più bella… e poi anche lì, ogni volta che torno, mi pare di essere a casa…

Per il resto i posti che mi attirano sono tutti lontani: Tokio, Hong Kong, Australia, Nuova Zelanda, New York. Vi ho mai raccontato il famoso aneddoto di NY? Io da anni e anni ho il pallino di New York: mi ispira, non so il perchè, forse perchè rappresenta il sogno americano, la città da film per antonomasia. Insomma è da tanto tempo che vorrei andarci. E poi tutti quelli che ci sono stati mi raccontano cose incredibili. Solo che non è come andare in Europa che in un paio di ore ci arrivi e a poco prezzo. Allora volevo organizzare con un amico, nell’estate del 2001. Sono stato in un’agenzia per sapere i prezzi e le date. Io volevo andare a Settembre, quando avevo più tempo e poi i prezzi sarebbero stati più bassi.  Ma poi il mio amico era nelle spese, e anche io ero un po’ indeciso e così alla fine non abbiamo prenotato. La partenza era per il 10 settembre. Ci scommetto le p..upille che io il mattino dopo sarei voluto andare sulle torri gemelle, ho un debole per i posti alti. La mattina dell’undici settembre duemilauno. Ma prima o poi ci andrò a New York.

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