Vivo virtuale
non è male
ma c’è chi dice
che non sia reale.
Vivo virtuale
cosa c’è di male
ma potrebbe
essere letale.
Vivo virtuale
non è male
ma c’è chi dice
che non sia reale.
Vivo virtuale
cosa c’è di male
ma potrebbe
essere letale.
Vorrei urlare il mio silenzio tra i fiocchi di neve
e cercare di scacciare tutto ciò che c’è di male.
Vorrei stare lontanto mille miglia
quando arriva questo giorno così puntuale.
Vorrei sparire nel profondo della terra
oppure in un pixel di un’immagine frattale.
Vorrei che non potesse giunger mai
e quest’anno non arrivasse ancor Natale.
Mi ricordo quanta neve cadeva, sembrava non dovesse mai smettere, andava avanti giorni e giorni. Scendeva bianca, a grossi fiocchi, e si posava dolcemente sui tetti, sulle cime degli alberi, sulla strada, sui prati già tutti bianchi. Faceva freddo lassù in inverno. La temperatura era molto bassa e soffiava un vento che frustava i visi. Le illuminazioni che adornavano le case e i giardini per le feste rischiaravano tetramente la via, e ogni persona sentiva chiaramente dentro di sé quel senso di tristezza che hanno un po’ tutti.
E lui era là, nella tormenta di neve, incurante del vento e del freddo. Stava pensando che se ne sarebbe andato, alla fine, però col cuore sarebbe sempre rimasto. Pensava di riuscire a fare qualcosa, pensava di riuscire ad imparare, pensava di riuscire ad insegnare, pensava di riuscire a mettere un piccolo mattone nella megalopoli del mondo. Era molto tempo ormai che ci provava.
Forse ci aveva sperato, aveva anche lottato, battendosi contro le sue paure, pensando di essere nel giusto, illudendosi di riuscire a continuare. Non si rendeva conto di aver contro tutti quanti, e accusava quelli che sostenevano che stava sbagliando. Lui rispondeva di essere sicuro, erano loro che si sbagliavano, loro che si nascondevano, lui invece era il più forte. Non si accorgeva di essere il peggiore uomo qualunque, aveva mille progetti, pensava di fare, di realizzare, ma il mondo andava avanti e lui rimaneva indietro. Diceva: "siete dei falliti, vivete per niente" e invece lui era il nulla perché il mondo non si accorge di chi non si integra con il mondo. I suoi sforzi erano inutili perché la gente non ti sente se non fai parte della gente. Non erano loro a vivere male, ma lui che si rodeva nelle sue convinzioni, non capiva dove e come avesse fallito. Ma un giorno finalmente aveva aperto gli occhi e si era detto: "ma che faccio, butto la mia vita ad inseguire un ideale ? perdo i miei anni vivendo lontano dalle idee degli altri, combattendo per qualcosa che potrei avere lo stesso con un po’ di pazienti recite?"
E scende ancora la neve, sempre più forte, sempre più forte, la gente viaggia veloce per le vie imbiancate, tutti sorridono per l’arrivo del nuovo anno che, lo sanno tutti, porterà benessere e felicità. Chissà lui dov’è finito, quel personaggio evanescente, quel maledetto Don Chisciotte che tanti mulini a vento aveva combattuto. Sarà sicuramente perito sotto la neve insieme al suo cavallo e al suo scudiero oppure si sarà rifugiato altrove, dove nessuno lo conosce, dove può predicare nel deserto. Oppure è qui fra noi, nascosto sotto pesanti indumenti, che ci spia, impazzito per aver cercato di trovare una piccola soluzione a qualche problema. Magari è cambiato o ha cambiato le sue idee, magari adesso è uno di noi o si è drogato per dimenticare, oppure è morto. La neve tutto copre e coprirà a poco a poco anche il suo ricordo nelle nostre menti.
E invece eccolo, è ritornato, è qui. Non si è dato per vinto, ha capito finalmente, ha capito di avere sbagliato. Aveva sbagliato nell’arrendersi, aveva sbagliato nel non impegnarsi abbastanza, nel nascondersi troppo, nel dire "non ce la faccio". Ed ora è nuovamente qui fra noi, è tornato, sì, è tornato, sentivamo la sua mancanza, sapevamo che non aveva la pazienza di recitare, anche se lui non ci conosce neanche. Perché noi non possiamo vederlo, solo sentirlo, solo cercare di intuirlo, perché lui è nessuno, e tutto il resto non conta più, ora che è tornato intende restare per molto tempo, e combattere insieme a noi.
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Commento: era il… non mi ricordo… forse il capodanno 1998 o il 1999… giù di li… ero a letto con la febbre e ho partorito questa cosa… tutto qui.
Mi avevano regalato un sogno.
C’eri tu in quel sogno.
Ogni tanto mi chiedo
perche’ ho dovuto svegliarmi.
E ogni tanto mi chiedo invece
perche’ ho dovuto sognare.
Eri tu quel sogno.
E gia’.
Che strana che e’ la vita.
Comunque anche da sveglio tvb.
Tutto qui.
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Anche oggi piove, che strano questo settembre. Ieri c’era un sole così bello, ma non importa: il mio pelo mi difende dall’acqua e dal freddo.
Trotterello scodinzolando per le vie allegre della città. Qui a Firenze c’è sempre un mucchio di gente, un po’ di tutto il mondo. E tutti mi vogliono bene, mi accarezzano, mi danno qualcosa da mangiare, perfino i poliziotti.
Stamattina un ragazzino biondo mi ha dato l’intera sua focaccia. Avevo proprio fame.
Dopo una signora mi ha invece cacciato indispettita urlandomi qualcosa. Non importa. Io voglio bene alla gente, perché in fondo la gente mi vuole bene. Mi fanno le coccole e giocano con me. Mi dicono: “Hey guarda che bel cagnolino, è proprio simpatico. E guarda che coda, che strane orecchie, è divertente”. Mi piace stare in mezzo alla gente.
A volte però finisco in brutte situazioni. Chi mi caccia a pedate e chi coi bastoni. Chi prima mi accarezza e poi, con la stessa mano, mi da una sberla. Ormai non ci faccio più caso, io sono un cane randagio e so che il mondo è così. Ogni offesa e ogni calcio che prendo mi fa sempre più male, non dico di no, però… Non è che sono abituato, non è che mi piace essere trattato così, però…
Quelli della nostra razza, che ci volete fare, si sciolgono con una carezza, ma non si arrabbiano per un calcione. Forse dovrei fare come quei cani più grossi di me, sempre pronti a ringhiare, abbaiare, a mordere il fondo dei pantaloni, ma non è la mia vita quella.
Sono uno che ama giocare, che ama girare e scodinzolare. Alla fine qualche ceffone lo metto in conto. Ne ho presi tanti ormai, uno più, uno meno… E son pronto a svegliarmi domani, tutto bagnato da questa pioggia infame e tornare sulla strada cercando di soddisfare questa mia fame.
Ma sempre contento, senza ringhiare e anche senza guaire perché… tanto cosa cambierebbe? Tanto so che la mano che prima mi ha picchiato è la stessa che dopo mi potrà lisciare.
Ora vi saluto, torno a gironzolare senza meta. Un grosso BAU a tutti. Se qualche volta mi incontrerete, io vi verrò certo a fare festa, ma non nella speranza di ricevere qualcosa in cambio, ma perché mi andrà di farlo. Chiedo scusa se non ho scritto in maniera corretta, non ho scritto adagio, andavo di fretta perché sono un randagio.
Commento:
Aujourd’hui il neige, je suis très heureux. Oggi nevica (finalmente) e io sono contento. Mi mette sempre felicità la neve. Fin da quando ero bambino quando mi sveglio, guardo fuori dalla finestra e vedo che nevica… mi si allarga il cuore. Questa cazzata che segue l’ho scritta più di 10 anni fa, in un pomeriggio quando ho visto i ficchi scendere nel mio cortile e ho detto a mia sorella, “Cinzia, il neige!”
E’ una magia, un prodigio
o forse un effetto scenico
bianche farfalle che si posano al suolo
pezzi di carta gettati a terra
fiocchi di felicità
allegra cascata carezzevole
non smetterai mai di guardarla
la strada è già bianca, le impronte
ritagliano quella farina bianca
ho le mani infreddolite, il naso
intirizzito, ma gli occhi lucidi
nel vedere lo spettacolo:
che bello nevica più forte
quanti siete piccoli guerrieri?
nulla vi si oppone: milioni di
paracadutisti si gettano nella mischia
mai un attacco è stato così imponente
siete batuffoli che escono da un cuscino
di piume che ha perso un angelo del signore
o forse…
cazzo è la forfora
di quello del piano di sopra !!
Ti ricordo così com’eri: così geniale e intelligente
A volte stravagante, a volte normale, ma sempre controcorrente
Comunque allegro, arguto, spiritoso e divertente
Così diverso da quello che pensava la gente
Eri il più sensibile e dolcissimo, sicuramente
Stavo bene con te, ci stavo bene veramente
Ti volevo tanto bene, immensamente
Forse anche troppo bene, probabilmente
Infatti ti ho lasciato sull’autostrada,
…caro Fabio.
Cammino.
e sto bene.
Penso.
che sono fortunato.
Sono in pace col mondo.
e lui con me.
È BELLISSIMO!
I bimbi ridono,
La gente scivola via silenziosa,
Le auto rotolano roboanti verso altre mete,
Un treno fischia in lontananza,
La frenesia è scomparsa.
È un equilibrio.
ma sto BENISSIMO!
Che sensazione.
Non ho pensieri.
Commento: Anche questa scritta tanti anni fa. Ero a Pavia, era sera e faceva freddo, stavo tornando dalla Nave verso la stazione, a piedi. Stavo pensando a Cinzia, un’amica da poco volata in cielo. E mi sentivo così vivo. La fretta era scomparsa, non m’importava del treno, di tornare a casa, non mi importava del freddo. Quando sono arrivato su un ponticello di metallo mi sono alzato una manica e ho appoggiato il braccio sulla balaustra bagnata e gelida. Sentivo freddo, ero vivo, provavo sensazioni, ed ero felice di questo. Tutto qui. Ciao Cinzia.
Il silenzio
Attorno a me c’è silenzio.
Talvolta lo amo.
Interessante prerogativa della solitudine il silenzio.
A volte non lo sopporto
e mi ritrovo a odiare maledettamente il silenzio sotto ogni sua forma.
Il silenzio del sole che sorge e tramonta.
Il silenzio di un battito d’ali di una farfalla.
Il silenzio dello sguardo di un cane abbandonato.
Odio il silenzio,
lo odio come la mia vita
che silenziosamente se ne va, come è trascorsa
in silenzio.
Commento: un tizio mi ha mandato questa poesia, io gli ho dato due ritocchini e abbiamo deciso di pubblicarla come “Autore ignoto”.
Spazio di Calabi-Yau
Mi manchi, lo griderò alle stelle.
Mi manchi, lo urlerò alla luna.
Mi manchi. Posso solo sfogarmi,
ma niente può darmi
quello che mi daresti tu.
Mi manchi, piango, e nulla più.
Commento: è primavera 2003, sarà stato aprile o maggio. Ero al Rolling Stone, discoteca di Milano, dove andavo spesso e dove dopo di allora sono andato sempre meno. Ero uscito per divertirmi, in un posto pieno di amici. L’unico posto (a parte il Giardinetto) dove potevao andare anche da solo, tanto sapevo che avrei trovato la compagnia. E il fatto strano è che è un locale di Milano, non dietro casa mia! Fatto sta che quella sera non mi diverto per niente, avevo ancora in testa una tipa. E cosi ho scritto queste poche righe. Il titolo non c’entra, come capita spesso per le cose che scrivo… se non che è una di quelle cose cervellotiche da scienziatoni, che parla di cose dello spazio-tempo (vedi QUI). E siccome io mi sentivo fuori sia dallo spazio che dal tempo, stavo male e sentivo dei gufi che volteggiavano sopra di me (insomma ero sotto di brutto)…
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VERBA VOLANT
Mi piace l’estate, mi piace l’inverno, mi piace il pollo, mi piacciono le carote, mi piace la techno, mi piace Beethoven, mi piace “Ghost” e mi piace Pulp Fiction, mi piacciono i pomodori, mi piace il cocco, mi piace la Venere del Botticelli e mi piace Filippo Tommaso Marinetti. Mi piace il Dolce Stil Novo e mi piace la New Dada, mi piace Guccini e mi piace Jovanotti, mi piace Carboni e mi piacciono i Prodigy, mi piace De Andrè e mi piace Elio e le storie tese. Mi piace guardare una farfalla e un cubo che ruota su un computer. Mi piace l’estremismo e mi piace stare nel mezzo, mi piace contestare e… mi piace proprio contestare. Mi piace fare la guerra, mi piace fare l’amore. Mi piace mandare tutti a cagare e mi piace salutare tutti col sorriso, mi piace mettermi in giacca e cravatta e mi piace girare coi jeans strappati e con le All Star strappate o con le scarpe lucidate. Mi piace Carmen Consoli, mi piace il rap all’italiana, mi piace Trainspotting, mi piace Titanic e La Vita è Bella, mi piace giocare a tennis perché mi diverto e più sono scarso e più mi diverto, mi piace Vasco – il migliore – e mi piace il sorriso di un bimbo. Mi piace quando vinceva Tomba, mi piace leggere Topolino, mi piace Dylan Dog, mi piace La Fattoria Degli Animali di Orwell e Bar Sport di Benni. Mi piace l’Inter, mi piace il crèm caramel, mi piace il cioccolato al latte, mi piace il colore, mi piace il bianco e nero. Sono Sandokan e sono Cavour, sono Indiana Jones e sono Giulio Cesare, sono allegro come i pagliacci del circo e sono triste come i pagliacci del circo. Mi piace odiare, ma finisco coll’amare. Mi piace la luce, ma amo la notte. Mi piace dormire, mi piace ballare, mi piace impegnarmi, mi piace un casino stupire le persone, mi piace la gente che sorride, mi piace navigare su internet, mi piace leggere, mi piace l’ombra, mi piace stare al sole, mi piace Il Corriere della Sera, mi piace Lupo Alberto e Wil Coyote, mi piace Manuela Arcuri, mi piace la pubblicità della Wyler Wetta, mi piace l’innovazione, amo la tradizione, mi piace il comfort, mi piace stare scomodo, sa più di avventura. Mi piacciono gli occhi delle donne, c’è tutto scritto, ma si riesce sempre a leggere poco o nulla. Mi piace il mare, mi piace sciare, mi piace il verde, mi piace ragionare, mi piace scrivere, mi piace confrontare le mie opinioni con chi mi sta ad ascoltare prima di controbattere, mi piace imparare da chi ha da insegnare, mi piace insegnare a chi ha da imparare. Mi piacciono i gatti, tantissimo. Mi piacciono le loro zampette felpate, mi piace sentirmele addosso. Mi piacciono i maglioni di lana pesante, mi piacciono le t-shirt, mi piacciono le camicie. Mi piacciono le more, amo le bionde, mi piacciono le persone sincere, mi piacciono le fragole, adoro fare le foto, mi piace dare un’anima ai computer, mi piacciono gli occhiali da sole, specialmente quelli con le lenti colorate, mi piacciono le patatine, mi piacciono gli amici. Mi piace stare da solo, mi piace la birra Corona col limone, mi piace la vodka ai frutti di bosco, mi piacciono i Queen, mi piace Battisti, mi piace Gigi d’Agostino, mi piace Frankie Hi-nrg MC, mi piacciono i videogiochi, mi piacciono gli orologi con le lancette, ma uso solo orologi senza lancette. Mi piacciono le collanine, mi piace far ridere, mi piace scombinare l’ordine delle cose, mi piace dire cose senza senso, mi piace guidare. Mi piace il mio telefono, mi piace il mio lavoro, mi piace la vita, mi piace superare i casini, mi piace essere un po’ matto, mi piace prendere tutto alla leggera, mi piace pianificare tutti i dettagli, mi piace decidere all’improvviso, mi piace cercare di migliorarmi la vita ogni giorno che passa. Mi piace la mia maglietta rossa dell’Adidas, mi piace il mio giaccone blu con gli alamari, mi piace correre nel freddo, mi piace la luna. Mi piace ricevere regali imprevisti, mi piace se qualcuno mi da fiducia, mi piace ripagare questa fiducia, mi piace fare regali imprevisti, mi piace soprattutto la fiducia degli amici, mi piace dare fiducia agli amici. Mi piace stuzzicare chi mi fa del male, mi piace urlare nel vento, mi piace pensare. Mi piace tutto, ma a volte non mi piace niente. Mi piace avere i capelli lunghi e lisciarmeli, mi piace troppo avere i capelli corti, mi piace stare senza barba, mi piace essere un po’ trasandato, mi piace la nutella, mi piace chiacchierare con mia sorella. Mi piace osservare, mi piace gironzolare senza meta, mi piace camminare immerso nei miei pensieri, mi piace camminare senza pensieri, mi piace andare in treno col walkman, mi piace girare in macchina con la musica al palo, mi piace girare piano in macchina e farmi superare, mi piace superare quelli che vanno piano. Mi piace il profumo dei prati, specialmente dopo che è piovuto, mi piace riscoprire profumi dimenticati, come quello della colla delle figurine da bambino, mi piace conservare tutto, mi piacciono le persone originali, mi piacciono le persone speciali, mi piace dormire poco, mi piace il 5 Maggio di Manzoni. Mi piace il movimento, mi piace chi trasmette emozioni positive, mi piace la felicità, mi piace nuotare, mi piace cantare, mi piace stare in ciabatte, mi piace girare in bici sotto la pioggia, mi piacciono le nevicate, mi piacciono le cose tenere, mi piacciono le persone decise, mi piace essere sempre indeciso, mi piace il succo di frutta alla pera, mi piace il filetto di pesce alla San Pietro, mi piacciono le barzellette, mi piacciono i Sofficini Findus alla pizza, mi piace la pizza prosciutto e rucola, mi piace la birra rossa, mi piace rileggere ciò che scrivo, mi piacciono le persone intelligenti, mi piace l’acqua e la Coca-Cola, mi piacciono i miti dello sport, mi piace la storia, mi piace Babbo Natale, mi piace avere dei nipoti. Mi piace il numero 9, mi piace scrivermi le frasi interessanti e originali, mi piace l’urlo di Munch, mi piace giocare a scala 40, mi piace la cupola del Brunelleschi, amo Parigi, vivrei sulla torre, mi piace dire che prima o poi andrò a New York, mi piace dire che andrei a vivere in Nuova Zelanda, mi piacciono i bagnoschiuma al pino, mi piace Paperino. Sono Leopardi e sono D’Annunzio, sono l’ultimo dei Mohicani e sono quel bastardo del Generale Custer. Sono stronzo e sono un coglione, sono intelligente e sono fesso, sono gentile e sono sfacciato, sono introverso e sono un rompiscatole, sono brillante e sono schietto. Sono pronto a spaccare la luna se serve a far nascere un piccolo sorriso, sono ingenuo e malizioso, sono prevedibile, ma sono totalmente imprevedibile. Mi piace Certe Notti di Ligabue, mi piace non farmi troppe domande, mi piace fare troppe domande, mi piace fare tante domande, finisco per non fare tante domande. Mi piace il vitello tonnato e mi piace la canzone che sto ascoltando adesso che è Jardin d’Hiver di Henry Salvador. Cosa mi piace non lo so, mi piace continuare lo spettacolo, mi piace rialzarmi dopo ogni sconfitta, mi piace far finta di niente, cosa mi piace lo so benissimo. Mi piace la grinta di Skin degli SkunkAnansie, mi piace Haidi, mi piace la poesia di Jim Morrison e i suoni dei Doors, mi piacciono le ambientazioni dei Tangerine Dream, mi piace Profondo Rosso di Argento, mi piace Piazza dei Miracoli di Pisa, mi piace Marylin di Warhol, mi piace il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, mi piace ridere, mi piace Camogli, mi piace trovare il lato buono di qualsiasi cosa. Mi piace volare, mi piace sognare, mi piace vestirmi secondo l’umore del momento. Me ne vado senza salutare oppure non smetterei mai di salutare e mai me ne andrei. Mi piacciono le emozioni, mi piacciono le giostre, mi piacciono le fiere, mi piace il casino, amo il silenzio, la casa-dolce-casa, la vecchia signora solitudine, mi piace andare nei boschi, mi piacciono le pigne, mi piace il brivido, mi piacciono i complimenti. Mi piacciono soprattutto i complimenti non detti, quelli sottintesi, ne vado fiero, mi piacciono le piccole cose. Mi piacerebbe parlare tante lingue, mi piace Firenze, mi piace l’amore, mi piacerebbe visitare tanti posti, mi piace la diversità, mi piace la satira, adoro l’autocritica, mi piace la cotoletta alla milanese, mi piacciono Le Iene d
i Italia1, mi piace giocare a Tetris, mi piace fare i favori che non mi costano nulla, ma che restano ugualmente dei favori fatti, mi piace sapere di odiare un’infinità di cose, mi piaccio abbastanza, mi piace ciò che ho fatto, mi piace aver fatto gli errori che ho commesso, mi piace il fatto che mi hanno aiutato. Mi piace ciò che faccio, mi piace il futuro, mi piace la libertà, mi piace essere chi sono, mi piace di tutto…..me gusta la mañana….me gusta la noche….me gusta el fuego….me gustas tu.
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