(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Category: Riflessioni Page 3 of 7

Lusi e collusi

Immaginate un’azienda. Per esempio una grande azienda. Immaginate adesso che il cassiere di quest’azienda riesca a sottrarre (= rubare) dei soldi, tanti soldi, tantissimi soldi. Diciamo milioni di euro. Secondo voi il capo non si accorgerebbe di nulla? Difficile. E se proprio non si accorgesse di nulla, che imprenditore sarebbe? Non molto il gamba, vero? Per non dire un perfetto cretino.

Sapete chi è Lusi? E’ un avvocato che è stato il tesoriere della Margherita, ex partito il cui leader era Francesco Rutelli, indagato per aver portato via i soldi dei rimborsi elettorali. Orbene, il nostro Rutellone sostiene di non sapere nulla di nulla. I casi sono due: se sapeva, allora è un disonesto e bugiardo. E quindi come potremmo votare una persona così? Se invece non sapeva…beh lascio a voi la definizione (io l’ho scritta sopra). Comunque lo vogliate definire, uno che non si accorge che il proprio tesoriere ruba milioni di euro di certo non è una cima di intelligenza. E allora perchè dovremmo votare una persona così?

E’ sto parlando di Rutelli, ma potrei parlare di Scajola e di tanti altri che preferiscono fare la figura dei cretini invece di ammettere di poter essere dei disonesti. Ok, i disonesti fuori dal parlamento, ma allora fuori anche i cretini. Rimarrebbero in tanti? Mah…

Ma per esempio perchè non mettono un tetto massimo di 20 anni (che sono tanti) ai politici? In questo modo una persona è libera di fare politica, per un massimo di 20 anni. Che comprende tutto: sindaco, consigliere regionale, deputato, ecc. Altrimenti uno fa 20 anni il sindaco e poi 20 anni in presidente di provincia, ecc. Vogliamo fare 30? Ok, ma non un minuto di più ! Poi BASTA! Neanche un piccolo incarico. Si, sarebbe bello, ci spero ma non ci credo…

Aggio o signoraggio

Conoscete il significato del termine "aggio" ? Dice il dizionario Treccani:
In finanza, la percentuale sulle somme riscosse per conto dello stato, dei comuni e delle province, che gli esattori comunali e i ricevitori provinciali delle imposte sono autorizzati a trattenere a compenso del loro servizio.

Lo sapete che Equitalia ha l’aggio del 9% ?
(fonte: sito di Equitalia http://www.gruppoequitalia.it/equitalia/opencms/it/faq/index.html)
Adesso capite perché non gliene frega niente di cartelle pazze, ricorsi, proteste, e cose simili? L’unica cosa interessante è incassare. E percepire l’aggio.

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Altra riflessione: parliamo della compensazione dei crediti. Cerco di spiegare. Una ditta può avere dei crediti nei confronti dello stato (nelle sue svariate forme): rimborsi da ricevere, sovvenzioni, oppure semplicemente crediti dovute a fatture emesse verso un ente pubblico. Contemporaneamente hai dei debiti: tasse da pagare, multe, contributi, ecc. E allora non sarebbe giusto fare in modo che queste cose si compensino? E invece (quasi sempre) no: il suddito contribuente deve pagare, POI, DOPO, FORSE, MAGARI, viene pagato dallo stato padre, padrone e signore. Mah…

La rabbia e l’orgoglio

I morti,ahimé,sono tutti uguali, quindi ho rispetto assoluto per ogni vita che finisce, ma mi chiedo: perchè quando muore uno sportivo o un cantante tutti ne parlano, mentre molti si dimenticano che tutti i giorni si tolgono la vita lavoratori, imprenditori? Il fatto che ci siano persone disposte a suicidarsi perchè si sentono sopraffatti dagli eventi e contemporaneamente per lanciare un messaggio desolato, laconico, ma duro come un pugno nello stomaco è una cosa che mi fa paura, sgomento, tristezza e rabbia. Paura, perchè di primo acchito non lo capisco. Sgomento, quando lo capisco. Tristezza, pensando alla vacuità del gesto. Rabbia, quando penso che la vita è una cosa meravigliosa. Ricordate: sempre orgogliosi del nostro lavoro e disperati mai!!!!

Come sul capo al naufrago / L’onda s’avvolve e pesa, / L’onda su cui del misero, / Alta pur dianzi e tesa, / Scorrea la vista a scernere / Prode remote invan;
Tal su quell’alma il cumulo / Delle memorie scese! / Oh quante volte ai posteri / Narrar se stesso imprese, / E sull’eterne pagine / Cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito / Morir d’un giorno inerte, / Chinati i rai fulminei, / Le braccia al sen conserte, / Stette, e dei dì che furono / L’assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili / Tende, e i percossi valli, / E il lampo de’ manipoli, / E l’onda dei cavalli, / E il concitato imperio,/ E il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio / Cadde lo spirto anelo, / E disperò: ma valida / Venne una man dal cielo, / E in più spirabil aere / Pietosa il trasportò;

da "Il cinque maggio" di Alessandro Manzoni, 1821

Bevi responsabilmente

Qualche giorno fa ho scritto un articolo riguardante l’ipocrisia dello stato che ci dice di giocare…ma responsabilmente!

Vorrei vedere se allora gli italiani gli dessero retta e di colpo smettessero di spender soldi per lotto, lotterie, concorsi a premi, scommesse, poker, macchinette e quant’altro ! Ci verrebbero a pregare in ginocchio di giocare ancora. Un po’ come succede con la benzina o con l’alcol.

Ci dicono che bere fa male, che rovina la salute, che è una piaga sociale. Però se non ci fossero le tasse sugli alcolici chi gliela paga la superpensione ai politici? Chi gli da i contributi per compar casa? (a loro insaputa, tra l’altro!)

E allora bevete, cari italiani, anche per dimenticare. Ma prima ricordatevi che dovete pagate l’IVA, IMU, IRPEF, IRAP, CUD, 730, CANONE RAI, UNICO, CEDOLARE SECCA, CONTRIBUTO UNIFICATO, BOLLO AUTO, SPAZZATURA, INAIL, BOLLI VARI, INPS, ecc. ecc. ecc.

E ogni volta che comprate il GASOLIO, BENZINA, SIGARETTE, BIRRA, VINO, ma anche PASTA, PANE, FORMAGGIO, MUTANDE, LIBRI, SCARPE, BAGNOSCHIUMA, SPAZZOLINI, CANOTTIERE, ecc. ecc. ecc. ricordatevi che state pagando lo stipendio, la casa, la macchina, le vacanze, i lingotti, i diamanti a tanta ma tanta ma tanta di quella gente che non vi immaginate neanche. Sembra che eliminati quei 1000 che stanno in parlamento sarebbero finite le spese, invece pensate a quanti ufficietti, stanzucole, pertugi e catacombe dove stanno rintanati migliaia di personaggi mezzi ribaldi e mezzi masnadieri sovvenzionati dalle vostre (nostre) tasche: enti, società pubbliche,  imboscati, sedi periferiche, consigli di amministrazione, amici degli amici, portaborse, nani, giocolieri e ballerine.

Prosit.

Gioca con moderazione

ipocriìa s. f.  – Simulazione di virtù, di devozione religiosa, e in genere di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole.

Così dice il dizionario Treccani. E aggiunge come sinonimi: doppiezza e fintaggine. Se ancora non avete capito vi faccio un altro esempio:

lo Stato Italiano è il biscazziere più grande che c’è. Anni fa ci propinava solo 4 sale da gioco (i casinò), il Totocalcio, il Totip e i mitici Gioco del Lotto e Lotteria Italia. Poi salatrono fuori il Totogol, i Gratta e Vinci, e soprattutto il Superenalotto (erede dell’Enalotto che invece non attiva giocatori)e le famigerate "macchinette", cioè quelle specie di slot machines che si trovano ormai in qualunque bar dello Stivale. E poi un corollario di Win for Life, scommesse, punto Snai, e un florilegio di poker dal vivo, poker on line, poker in tv, ecc.

E in tutto questo chi ci guadagna? Chi vince, certo. E poi? Il gestore, e va bene. E poi?
E poi ve lo dico io (ma lo sapete già): lo Stato. Perchè su tutti questi giochi c’è una parte di denaro che va all’Erario. E lo Stato cosa fa? In questi anni ha in tutti i modi cercato di incrementare questo enorme afflusso di soldi inventandosi nuovi giochi e concedendo nuove licenze. Ma vi rendete conto di quanti quattrini gli diamo? E poi scopriamo che sono serviti a pagare la laurea del Trota.

Soldi bagnati di lacrime e sangue: stipendi, pensioni che se ne vanno in pezzi di carta con dei sogni attaccati con lo sputo.

Io rimango liberista: ognuno è artefice del proprio destino, e se uno vuol buttar denaro nei giochi sono affari suoi. La cosa che proprio non mi va giù è che lo Stato, dopo aver messo i panni del croupier, mi viene a dire:

"Gioca con moderazione". Ma va ciapà di ratt, pirla!

Riserva rosa

Ogni tanto i giornalisti tirano fuori la solita storia delle "quote rosa": in politica, nelle aziende, ecc.

Si discute sul fatto che ci siano poche donne nei posti di potere e si vorrebbe far si che, per legge, alcuni posti siano riservati alle esponenti del gentil sesso.

A me sembra una stupidata.

Addirittura a Milano hanno osservato che ci sono molte più vie intitolate agli uomini che alle donne e si propone di fare una rivoluzione toponomastica.

Io dico: ma veramente le donne sarebbero d’accordo con questo? Non sarebbe umiliante? Io non sono né maschilista né tantomeno femminista. Ritengo che le donne e gli uomini siano diversi, che ognuno svolga un proprio ruolo nella società che non si confonde con l’altro sesso. E questa è una cosa positiva. Ci sono cose "da uomini" e cose "da donne", oggettivamente. Poi ci sono le eccezioni, come è naturale che sia, ma è bello quando una donna è "donna" e un uomo è "uomo".

Intendiamoci: non sto parlando di lavori, professioni, o ruoli: una donna è "donna" anche quando è presidente di un CDA di una grande azienda. Sto parlando di stile, di modo di fare, di essenza.

Per tutto il resto, sono assolutamente convinto che le donne e gli uomini siano assolutissimamente identici, entrambi potenzialmente pronti per posti di comando di qualunque tipo. Ma questi posti vanno conquistati, a mio parere. Le quote rose non servono a niente.

Vi faccio un esempio: nell’ultimo governo Berlusconi c’erano tante ministre. La Gelmini mi sembrava qualificata per fare il ministro, altre magari un po’ meno, quindi avrei preferito che al loro posto ci fosse stato qualcun altro, donna o uomo che fosse. Quindi è inutile "imporre" per legge le donne, sarebbe per giunta molto dequalificante: sarebbero sempre sospettate di essere lì in quanto donne e non in quanto persone valide, e questo non lo trovo per niente giusto.

Un po’ come fossero create delle "riserve indiane", per dare un contentino. Insomma, un’ennesima follia partorita dal "politically correct" (politica che io odio fortemente, se non si fosse ancora capito, e che invece la sinistra ama tanto… chissà poi perchè, pensano forse che il fatto che inizino i loro comizi con "italianE e italianI" li faccia apparire migliori di quanto siano?  La solita supponenza del primato morale alquanto campato per aria….)

Tre tipi di concorrenza

Volevo sottoporvi una mia riflessione riguardante la concorrenza dei centri commerciali verso i negozi tradizionali. Ovviamente mi sto riferendo nello specifico ai negozi di Voghera, nella fattispecie al mio.

Ho individuato tre tipi di concorrenza. Vado ad illustrarvi il Teorema di Tordi sulla Concorrenza.

Il primo tipo è la concorrenza "di prodotti". E’ il tipo tradizionale di concorrenza e il più facile da spiegare. Facciamo un esempio: se io vendo piumini e aprono nuovi negozi / centri commerciali in cui si vendono piumini è facile capire che i clienti in cerca di piumini hanno più possibilità di poter acquistare ciò che vogliono da un’altra parte. Detto in altre parole, il fatto che abbiano aperto nuovi negozi di abbigliamento è fonte di concorrenza per il mio negozio.

Il secondo tipo è la concorrenza "di soldi". Prima di fare, anche in questo caso, un esempio, voglio farvi riflette sul fatto che, in generale, gli acquisti del settore abbigliamento non sono di stretta necessità. Mi spiego meglio: noi tutti abbiamo bisogni primari, come quello di mangiare. Acquistare una camicia nuova non è invece un bisogno di primaria importanza: se non la prendiamo non andremmo di certo in giro nudi o coi vestiti rattoppati. E’ un tipo di acquisto che non è strettamente necessario. E qui si arriva al punto: se vado in un centro commerciale e spendo per comprare qualcosa d’altro (un profumo, una griglia per il barbecue, un videogioco, ecc.), quando passo davanti alla vetrina di Piazza Affari e vedo una camicia che mi ispira, magari decido che per questa settimana ho già speso un po’ troppo e quindi rinvio l’acquisto.

Apro una parentesi necessaria. Tutte e tre questi tipi di concorrenza sottendono una verità: la gente va nei centri commerciali. Ci va per la grande scelta, ci va per fare un giro, ci va perché spesso sono gli unici negozi aperti, ci va perché fa caldo d’inverno e fresco d’estate. Insomma, non devo certo fare un trattato di costume o filosofia spicciola per spiegarvi il perché nei centri commerciali ci si va. E quando sei li cosa fai… gironzoli. E magari va a finire che approfitti dell’occasione e… spendi.

Il terzo tipo è la concorrenza "di tempo". Se passo la giornata al centro commerciale, dove per andarci devo prendere l’auto perché sono fuori città… è ovvio che in città non ci sono fisicamente. E quindi non passo davanti ai negozi. E quindi non posso acquistare quella camicia… semplicemente perché non la vedo, in quanto io non sono li, ma sono al centro commerciale.

Ricapitolando: la camicia non la compro perché l’ho comprata in un altro negozio, oppure perché ho già comprato un orologio (o mi sono fermato a mangiare la pizza con la famiglia), oppure perché non sono neanche passato davanti al negozio.

La forza della natura

C’è la crisi. Ci si arrabbia: si fa fatica a trovare lavoro, si guadagna meno, ci sono meno garanzie. Tutto questo è malinconico, triste, ma fa proprio arrabbiare.

E poi basta guardare la tv e si sentono solo brutte notizie: omicidi, stupri, rapine, rapimenti, furti, scippi, truffe.

Per non parlare della politica e dell’economia internazionale: fallimenti, paure, disastri

Ma (purtroppo) c’è di peggio. In queste ultime settimane anche in Italia la forza della natura ha fatto delle vittime. Quando perdi la tua attività… deve essere devastante: il tuo mondo, la tua vita, tutto cancellato. Quando perdi la tua casa, ancora peggio: il tuo mondo, la tua vita, cancellato. Ma c’è ancora di peggio: c’è chi ha perso la vita. E se i soldi persi sono, in qualche modo, con una fatica sempre più gravosa, recuperabili, se la vita può ricominciare in qual che modo… la morte, quella… è irreversibile. Non si può ricostruire, non si può ricominciare. La morte è irreversibile.

E quindi la crisi, i soldi, i guadagni, il lavoro, la casa, diventano, di colpo, problemi di secondaria importanza.

Vetrine spaccate

Era il luglio 2001. Io da qualche tempo ero un frequentatore di un forum creato da due amici, dove l’argomento principale avrebbe dovuto essere l’Oltrepo, ma in realtà si parlava un po’ di tutto. Era, per capirci, una bacheca, un antenato delle discussioni su Facebook (si lo so che molti di voi lo sanno cos’è un forum… ma molti non lo sanno!). In quel periodo si parlava del G8 che si stava svolgendo a Genova, delle proteste dei No-Global e della morte del ragazzo, Carlo Giuliani.

Mi rimarrà sempre in mente una discussione con Red Star, a cui ho pensato anche in questi giorni, quando Roma è stata messa ferro e fuoco dai famigerati Black Bloc.
Io sostenevo che la protesta, qualunque essa sia, è più che legittima, è uno dei diritti fondamentali che ogni democrazia deve sostenere. Diverso è il discorso di chi sfasciava vetrine e bruciava auto e cassonetti. Quando usi la violenza, soprattutto a danno di chi non c’entra nulla, passi inevitabilmente dalla parte del torto, anche se le tue posizioni sono le più giuste del mondo. Eh si, perché che senso ha demolire l’auto di uno sventurato, magari con problemi ben più grossi dei tuoi? L’unico risultato è aggiungergli problemi, e fare in modo che anche se lui prima la pensava come te, adesso non vede l’ora che venga un celerino a picchiarti col manganello.

Red Star sosteneva invece che, in questo mondo dove i media parlano di te solo se fai qualcosa di "eccezionale", fuori dalle righe, l’unico metodo per farsi realmente sentire, per farsi notare, è quello di compiere quegli atti. Non credevo alle mie orecchie… pardon.. ai miei occhi. In pratica mi diceva che spaccare le vetrine era giustificabile, anzi giusto, visto che era l’unico modo di farsi sentire. E quindi anche tirare estintori, pietre, molotov… Pazzesco. Io allora gli rispondo di immaginarsi uno che ha un negozio, e magari parteggia anche per la protesta, quando si ritrova la propria attività distrutta da quelli che lui pensava fossero suoi amici. Il tizio mi risponde che in realtà i black bloc distruggono solo i negozi delle catene multinazionali, che sono assicurati e non patiscono più di tanto. Ma che discorso del ca..volo è? Allora io dico che è giusto ammazzare gli anziani, tanto hanno poco tempo da vivere, oppure che è lecito violentare quelle che vano in giro in minigonna, visto che se la sono cercata, o magari che va bene rubare alle banche, tanto hanno tanti soldi!!! Ma questo qui è matto. Vuoi la guerra? E allora gli propongo la seguente scena: io mi metto nella mia vetrina del mio negozio con un bel fucile in mano, in attesa. Il primo pirla che arriva e mi spacca la vetrina io prendo la mira e…pum! Lo faccio secco. Perché ricordiamoci che anche il diritto alla proprietà è un diritto sacrosanto. Visto che qui giustifichiamo tutti, giustificheranno anche me, no?? Eh no! Io difendo un mio falso diritto padronale, non posso uccidere il teppista… pardon… il bravo ragazzo che non ha fatto mai male a nessuno… ha solo rotto una vetrina, poverino. Anzi, facciamolo santo.

Visto che su di me la tattica non funziona, provo a girarla su di lui: tu hai un’auto? Saresti contento che i tuoi amichetti la incendiassero? Diresti: va beh ragazzi, fa lo stesso, va bene così, viva la revolucion! ?? Sapete cosa mi rispose?
"Ma comunque non stiamo li a fare ipotesi senza senso, tanto tu il negozio ce l’hai a Voghera, e a Voghera di sicuro non faranno mai una manifestazione i Black Bloc, quindi stai tranquillo"

Finchè ci saranno queste teste in giro ci saranno sempre questi disastri. E infatti anche l’altro giorno abbiamo visto… bravi, complimenti. E poi gridate al complotto, ma fatemi il piacere… Prima poi succede il fattaccio e poi si va a piagnucolare "era un bravo ragazzo". Si come no: col berretto in testa, la sciarpa in faccia e la mazza in mano. Ma vaaaaaaaaaa……………..


Quel Bravo Ragazzo de Er Pellicca lancia un estintore sapendo benissimo che difficilmente la polizia glia avrebbe sparato addosso, per non creare nuovi martiri.

Dei delitti e delle pene

Ieri hanno liberato Amanda e Raffaele. Assolti in appello per non aver commesso il reato. E tutti gli altri? In questi ultimi anni ci sono stati (ahimè) tanti delitti che hanno dato adito alle chiacchiere da bar: colpevoli o innocenti? Adesso farò anche io i miei ragionamenti ignoranti da bar.

Iniziamo proprio da Perugia: il 1 novembre 2007 la studentessa inglese Meredith Kercher viene uccisa. Chi è stato? Mentre i due ex fidanzatini sono stati assolti, il loro presunto complice (anzi secondo alcune ricostruzioni il principale autore del delitto) Rudy Hermann Guede è stato già condannato in via definitiva a 16 anni. Secondo me è andata così: erano tutti fatti come dei bianconigli, volevano combinare qualcosa di  un po’ più spinto, Meredith non ci stava e alla fine è successo il fattaccio. E’ anche possibile che Amanda fosse talmente stonata che magari non si ricorda neanche bene cosa è successo, e che quindi dentro di se pensi di essere innocente… fatto sta che qui siamo di fronte ad un’ingiustizia: se sono colpevoli non li dovevano liberare e se sono innocenti non dovevano tenerli 4 anni in carcere!

Poi c’è il caso di Avetrana: il 26 agosto 2010 Sarah Scazzi viene uccisa. Secondo me è stata la cugina Sabrina con la complicità della madre (e quindi zia di Sarah) Cosima. Lo zio Michele è stato poi costretto ad aiutare le due arpie a nascondere il cadavere. Per la carità, le sue belle colpe ce le ha anche lui, ma io dico che l’omicida è donna.

E Salvatore Parolisi? E’ stato lui ad uccidere la moglie Melania Rea il 20 aprile 2011? A mio parere è stato lui: aveva paura che qualcuno sgamasse le sue tresche con le reclute. O magari lei lo aveva già messo alle strette e lui ha dato fuori di matto.

Delitto di Cogne: la mia versione è la seguente. La Franzoni, a causa di una delle tante misteriose zone oscure del nostro cervello (chiamatela depressione, raptus, malattia mentale… boh?) ha ucciso suo figlio. Poi lo ha letteralmente cancellato dal suo cervello. Lei è pienamente convinta di non essere stata. E’ in totale buona fede, dentro di sè sa di non essere stata. E invece è stata lei. Che bizzarrie succedono nella materia grigia…

E poi c’è lui: Stasi, imputato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi il 13 agosto 2007. E’ lui? Non è lui? Io mi sono fatto mille idee, ma non ne ho ancora una definitiva. Qui manca il movente, che negli altri delitti si può trovare, per quanto strano possa essere. Qui no, non è mai stato trovato. Voci, pettegolezzi, ma mai una cosa concreta.

"Meglio l’erba del vicino che… il vicino di Erba". In questo caso nessun dubbio, credo: Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi sono i colpevoli della strage di Erba, l’undici dicembre 2006. E Azouz Marzouk, il vicino di casa così odiato dai coniugi assassini l’ha scampata bella.

Invece non ci sono ancora indagati ufficiali per l’orrendo delitto di Yara Gambirasio, scomparsa quasi un’anno fa e poi trovata morta, uccisa.

Cavoli quante brutte storie, a scriverle tutte mi è venuta la nausea…

No al 6 politico

Una considerazione: ci sono studenti che studiano e altri che studiano un po’ meno, altri che studiacchiano e ci arrivano lo stesso, altri che studicchiano e proprio non ci arrivano, c’è chi studiuncola e altri ancora che vanno a scuola solo per scaldare il banco e pure altri ancora che fanno proprio casino. La scuola più democratica è l’università: c’è un docente che spiega. Se lo stai ad ascoltare, capisci. Se non hai voglia (o per qualsiasi altro motivo non puoi), ti toccherà impegnarti di più sui libri. Se te ne freghi, ovviamente non otterrai grandi risultati. Se riesci a barcamenarti e sfruttare un mix di attenzione, studio, capacità, fortuna, potrai comunque ottenere risultati apprezzabili. Se studi di brutto e ti impegni (con cervello) non puoi non riuscire. Insomma, l’università è abbastanza meritocratica. Poi, per la carità, come dappertutto influiscono altri fattori come il culo, il lecchinismo, le astuzie più o meno lecite, le solite italianate, ma in linea di massima chi si impegna di più andrà avanti in modo più spedito e con migliori risultati, mi sembra abbastanza indubbio.
E invece alle elementari-medie-superiori? Qui il discorso è diverso, si va avanti in gruppo. Se uno studente rimane indietro ci sono due strade, entrambe sbagliate: se ci si ferma ad aspettarlo, si penalizza tutto il resto della classe, che magari avrebbe la possibilità di fare qualcosa di più costruttivo; se non lo si aspetta, lo si penalizzerebbe facendogli fare cose che magari hanno bisogno della propedeuticità di quelle precedenti che non sono state comprese. Ma che frase messa giù male ho scritto? Vedi a non studiare? Intendevo dire che è anche sbagliato non aspettare chi rimane indietro, altrimenti si rischia di fare rimanere l’alunno ulteriormente in svantaggio. E allora cosa si fa? Solitamente un mix delle due cose: se è solo uno studente a non aver capito si va avanti, se sono in tanti ci si fermerà ad aspettarli. Resta il fatto che quelli che invece hanno capito e/o studiato sono penalizzati. E magari non è il massimo essere penalizzati per essere più intelligenti o più studiosi o meno casinisti o meno fancazzisti. Non è un bell’insegnamento. La storia del 6 politico dato a tutti è una buffonata: se uno merita 6 diamogli 6, se uno merita 10 diamogli dieci e se uno merita 3… diamogli 3, non vedo cosa ci sia di male. Se uno studente rimane indietro cerchiamo di aiutarlo, se hai dei problemi cerchiamo di risolverli, ma senza che questo pregiudichi il rendimenti di tutti gli altri, perché altrimenti rischiamo di buttare il bambino insieme all’acqua sporca. In Italia siamo dei campioni a pavoneggiarci col politically correct, una cosa che francamente odio.
 
Per la cronaca: io sono stato sempre uno studente che navigava a vista: non mi sono mai ammazzato di studio, ed ero ben consapevole che questo non mi avrebbe portato risultati eccelsi, mi limitavo al quanto basta, ne ero conscio e non mi aspettavo di più.

Il web è morto

Mesi fa lessi su Wired un articolo che mi ha fatto pensare, riguardante l’utilizzo sempre minore del web a scapito di altre forme di "trasmissione dati" via internet.

Cercherò di spiegarmi meglio per i non addetti ai lavori. Internet, in sè, è una connessione tra computer. Tutto qui. Avendo tanti computer collegati tra loro, sono stati inventati tanti utilizzi. Per esempio uno dei più famosi, e dei più utilizzati, è la posta elettronica: tu invii un messaggio ad un utente che ha un account su un determinato computer. Ad esempio puoi mandarla a me (fabio) che sto (@) sul computer "fabiotordi.it". Poi ci sono tanti altri utilizzi di internet. Il più famoso, il più usato, quello che ha fatto fare il grande salto e quello che tutti chiamano con una sineddoche addirittura "internet" è il world wide web, comunemente abbreviato in web. Nato dall’intuizione di Tim Berners-Lee nel 1989, è un sistema che permette agli utenti di ricevere sul proprio computer delle "pagine" formate principalmente da testo e immagini e "navigare" tra queste pagine con un sistema di ipertesti. Lo so, per chi sa già tutto sono tedioso a manetta, per chi non ne sa niente sono palloso come una lezione di diritto pubblico al pomeriggio dopo aver mangiato pesante…quindi passo oltre.

Comunque…lo sapete tutti cosa è il web, no? Ha fatto dei passi da gigante: siamo partiti con le pagine statiche, immutabili. Siamo passati attraverso i siti che cambiano in modo automatico senza dover riscrivere il codice, come questo blog, ad esempio. Siamo arrivati a pagine complesse che si modificano addirittura durante la visione, senza dover cliccare nulla (cito un esempio per tutti: Facebook).
Ora però il vecchio web sta perdendo terreno. Avete un pc? Pensate a quante cose potete fare, su internet, senza usare il web: spedire email, chattare su qualche IM, telefonare via Skype… il tutto senza aprire mai Firefox (o Internet Explorer, o Chrome, o Opera, o Safari..). Avete un tablet? Uno smartphone? Allora farete ancora più cose senza aprire il browser: utilizzerete le app! Io per esempio ho un tablet Android: per la posta ho un’app, per fb ho un’app, per il meteo ho un’app, per vedere le webcam ho un’app, ecc. ecc. Praticamente non navigo quasi mai (perchè lo trovo oltretutto scomodo).

Se tutto va in questa direzione il povero vecchio web perderà terreno. Ma, secondo me, al contrario di quello che dice Wired, non morirà mai.

Don Seppia

Basta col buonismo, mi sono stufato di essere buono. Don Seppia, il parroco di Sestri Ponente accusato di…. di tutto: abusi sessuali, pedofilia, droga.. e chi più ne ha più ne metta. Ora, io sono un garantista e in teoria dovrebbe esserlo anche la legge, quindi finchè non c’è condanna una persna è da ritenersi innocente. Però qui mi sembra che ci siano un sacco di prove, quindi mi sbilancio.

Ecco, dicevo, a gente come quella io non so cosa gli farei. Non me ne frega niente del politically correct e della legge uguale per tutti. Bando alle ipocrisie. Qui c’è un tizio che si presente addirittura come prete, cioè come difesore, anzi come incarnazione di quei principi morali e religiosi della dottrina cristiana cattolica. E questo tizio cosa fa? Violenta i bambini e compra la cocaina? Ma diciamolo apertamente: io a questo qui gli taglierei le…si insomma gli zebedei. Altro che condanne in prigione. Mi sono stufato con queste leggi, basta, basta, basta. Aveva ragione Hammurabi: dente per dente. Ormai nel mondo ci sono troppe persone che delinquono sapendo che comunque la pena non è commisurabile al delitto. A questo tizio cosa vuoi fare? Poverino è un prete, diamogli 5 anni con la condizionale e va bene così. Cosa???? Ma io gli darei 20 frustate al giorno per 20 anni altro che. Sono stufo, scusate ma oggi ho proprio il nervoso, basta. Poi non si lamentino se la gente si fa giustizia da sola!!! Datelo in mano agli altri detenuti che ci pensano loro hihihihihi….

E questo vale per tutti: uno perchè è prete, l’altro perchè è stato appena lasciato dalla moglie, l’altro perchè è povero 8come se la povertà fosse ahimè un fattore di bassa punibilità) , l’altro perchè è incapace di intendere e volere. Anche questa me la dovete spiegare: la ragazza uccisa dal pugile a milano, ve la ricordate? Beh il giudice ha deciso che il suo assassino soffre di schizofrenia paranoide e pertanto non può essere condannato. Ma cazzo, riaprite i manicomi, ma metteteci anche il giudice! Non è possibile che ogni volta ci sia una scusante per qualsiasi cosa. Questo qui è proprio il paese del Bengodi, il paese dell’impunibilità (per "qualcuno", ovviamente, son sicuro che se io buttassi una cartaccia per terra sarei considerato un cattivone di primo livello, visto che non ricado in nessuna "categoria protetta": preti, politici, matti, immigrati irregolari, giornalisti, teleopinionisti, sportivi, ecc.. Beh forse matto si, quindi ho qualche speranza….)

 

sono le ventuno e zero cinque

PETROLIO
Il neo ministro dei beni culturali, il Doge Giancarlo Galan, ha subito annunciato un aumento delle tasse sulla benza per destinare fondi alla cultura. Bene, sono contento. Avete letto il mio post di qualche giorno fa? Dicevo che le tasse aumentano, i tagli aumentano.. e tutti ‘sti soldi dove sono? Mah…

FORCAIOLI
Si sentono accuse di forcaiolismo se si difende quaslche malcapitato che si è fatto giustizia da sè. Questo è dovuto principalmente al fatto che in Italia c’è l’assoluta incertezza della pena. Se ammazzi un tabaccaio magari non ti mettono neanche in galera, se non paghi il bollo della macchina invece ti portano via anche il letto. Pertanto, di fronte a palesi, continue manifeste ingiustizie non c’è da meravigliarsi se poi la gente è esasperata. Se un padre, un fratello, una madre, un figlio, cercano di riempire di mazzate qualcuno che ha colpito un proprio familiare (uno scippo, uno stupro, una rapina, un’aggressione), è sicuramente da condannare, ma occorre capire il perchè. Perchè? Perchè evidentemente il cittadino italiano non si sente tutelato adeguatamente. E non ditemi che è colpa sua.

LAMPEDUSA
Avete visto in che condizioni è Lampedusa? Ci credo che alle elezioni aveva vinto la Lega. Oggi (l’altroieri per chi legge ndFabio) sul Corriere c’erano degli immigrati che si lamentavano del fatto che in Italia li avevano fatti dormire assieme ai clochard e di casa&lavoro neanche a parlarne. Ha pienamente ragione, dovremmo dare un lavoro per legge a tutti, come diceva Keynes. Poi però bisognerebbe spiegare come mai ai cassaintegrati che lavorano (in Italia) da più di vent’anni. Uè ragazzi, sveglia: qui non è il Paese di Bengodi !! E poi mi spiegate perchè se non accogliamo gli immigrati l’Unione Europea ci bolla come razzisti e se invece li accogliamo sono cazzi nostri se ne frega altamente??

SIKH
In questi giorni c’è stato uno spiacevole epidosio: a Malpensa alcuni addetti alla sicurezza hanno costretto un signore Indiano, di religione Sikh, a togliersi il turbante. Per i sikh è una situazione umiliante, come spogliarsi in pubblico. Solo che c’è in ballo la sicurezza degli aeroporti. Se vai negli Stati Uniti ancora un po’ ti frugano anche nelle mutande, e hanno perfettamente ragione, a mio parere. Se vuoi è così, altrimenti attaccati al tram. Se una suora cattolica andasse in un paese dove le fanno togliere il velo per motivi di sicureza non avrei niente da eccepire, anzi, sarei lieto dell’attenzione prestata!!! Ma perchè le leggi bisogna sempre farle per "gli altri" ? Non possiamo fare come fanno tutti, e cioè ognuno ha le sue leggi e vanno rispettate? Se io vado in India magari mi dà noia trovarmi una mucca in mezzo alla stada, ma di certo non mi lamento, no??? Altrimenti me ne resto in Italia…Quindi il signore indiano dovrebbe perlomeno aspettarsi che nei paesi occidentali qualcuno potrebbe avere da eccepire al suo turbante. La libertà di ognuno finisce dove comincia quella degli altri, mi pare.

Opportunità e conoscenza

Nel mondo in cui viviamo i cambiamenti sono più che repentini. Le cose che cambiano il modo di vivere non cambiano da un secolo all’altro, e neanche da una generazione all’altra: tutti noi abbiamo cambiato il nostro modo di vivere nel corso della nostra vita. Mio padre girava a piedi e poi a cavallo, e poi in corriera e treno, prima di comprarsi l’automobile. Lui ha visto tanti cambiamenti: la nascita della televisione, le autostrade, i telefoni nelle case… tutte cose che a quelli della mia generazioni sembrano scontatissime, come ci fossero da sempre. Io ho visto la proliferazione dei canali tv, i cellulari, internet.

Stamattina riflettevo proprio su questi ultimi ritrovati della tecnologia. Si calcola che entro qualche anno metà della popolazione mondiale avrà accesso in qualche modo a internet. Non è una cosa da sottovalutare, anzi è uno strumento che sicuramente cambiarà il modo di vivere del mondo intero. Il mondo è diventato più piccolo e diventerà sempre più piccolo: le notizie, le discussioni, i filmati, viaggiano alla velocità della luca da una parte all’altra del pianeta. E tutti quelli che possono accedere possono conoscere, vedere, parlare. E’ uno strumento potentissimo (che infatti fa molta paura agli stati dove comanda un qualsivoglia tipo di regime). Nascono nuove opportunità. Ecco la parola giusta: opportunità. Che è strettamente collegata ad un’altra parola: conoscenza. Con internet chiunque ha la possibilità di trovare le informazioni che vuole, e ci può fare politica, business, divertimento.

Ovviamente internet, come tutti gli strumenti (inermi) può essere utilizzato in modo positivo e negativo. La sua potenzialità può quindi essere sfruttata in modi illeciti, così come quando uno compra un’automobile: può usarla per portare la famiglia al mare, per lavoro, per necessità, ma anche per fare una rapina, per stirare il vicino di casa, ecc. Quindi, come sempre, ci sono i pro e i contro, e così come i pro possono essere estremamente positivi, i contro possono essere molto negativi. Ma non ci si può chiudere nel guscio perchè il mondo ha degli aspetti ahimè negativi, bisogna saperli affrontare. Sfruttando le opportunità.

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