- Garlaschelli voto 8. Si aggiudica al primo turno la metà (quasi) dei voti, ma non basta, altrimenti sarebbe stato un 9, ma “non ho l’età per uscire sola con te”. CINQUETTI
- Lega voto 9. Diventa il primo partito in città, da sola vale quasi la metà della coalizione e ha i recordmen (anzi recordwomen) di preferenze. Di più non poteva fare. AVENGER
- Forza Italia voto 7. Svuotata di grandi BIG che hanno preferito altre liste tiene comunque botta nonostante anche il calo a livello nazionale. FIAT PANDA
- Fratelli d’Italia voto 8. Raddoppia i voti rispetto a 5 anni fa e si presenta come forza di governo credibile. PATRIOTTICA
- Voghera al Centro voto 8. Per essere una lista civica quasi unipersonale ottiene tante preferenze e fa bella figura. L’ULTIMO TEMPLARE
- Noi con Voghera voto 7,5. Entra lista materasso ed esce vittoriosa collezionando oltre 500 preferenze. SORPRESA
- Nicola Affronti voto 8. Massimo risultato con il massimo sforzo. Raccoglie intorno a se una grande squadra e riesce a superare i concorrenti per approdare al ballottaggio dove tutto potrà succedere. DEMOCRISTIANO
- Unione di Centro voto 7. Aumenta le preferenze rispetto alla volta scorsa spalmando i voti dell’allora candidato consigliere Affronti su numerosi candidati. INOSSIDABILE
- Partito Democratico voto 5,5. Più che dimezza i suoi voti a causa di numerose defezioni e ha un solo candidato con preferenze a tripla cifra. Per un partito così prestigioso è un contentino. SABBIE MOBILI
- Insieme per Voghera voto 6. Lista nata da poco, ma con grandi nomi. Fa il suo compitino, niente di più, niente di meno. Al suo interno c’è chi gioisce e chi sorride amaro. FORZA VOGHERA
- Voghera per l’Oltrepò voto 4,5. Portatori d’acqua votati dai familiari. La politica dovrebbe meritare di più. GATORADE
- Movimento Civico Vogherese voto 4. Per un movimento attivo da tanti anni e con un numero di articoli sulla stampa e sul web così alto al suo attivo avrebbe dovuto volare più in alto. PICCIONE
- Polo Moderato voto 3. Composto per quattro quinti da persone che non vanno oltre le 5 preferenze. INUTILE
- Pier Ezio Ghezzi voto 5. Dopo 5 anni ininterrotti di campagna elettorale non è riuscito ad arrivare al ballottaggio e non può certo dare colpe in giro. Porta comunque in dote una medaglia di bronzo, metallo però poco nobile. TOTO CUTUGNO
- Lista Ghezzi Sindaco voto 8. La forza trainante di questa compagine, che raccoglie mille voti in più del Partito Democratico, inserendo nomi più o meno illustri di aree anche non di sinistra. Di più non gli si poteva chiedere. TIRARE LA VOLATA (ma se nessuno scatta?)
- Quartieri di Voghera voto 5,5. Deludente risultato per una lista che ambiva a qualcosa in più. Le polemiche non hanno aiutato, ma il partito Italia Viva (a cui alcuni esponenti si rifanno) non ha fatto di meglio. RENZIE
- Voghera + Libera voto 4,5. La lista più giovane, multimediale, innovativa, social, raccoglie solo una manciata di voti. Una vita da mediano deve insegnare che poi il pallone va passato al bomber, altrimenti non si finalizza. ORIALI? Magari !
- Antonio Marfi voto 5. La grande aspettativa non si concretizza, anzi naufraga malamente sugli scogli non arrivando neppure alle preferenze della volta scorsa. Poco supportato? Probabile. HO PERSO LA STELLA POLARE
- Movimento 5 stelle voto 4. Considerando che a livello nazionale siede al governo, a Voghera rimedia solo una brutta figura. L’incaponimento nel correre da soli non deve diventare una scusa per dire: “noi avevamo un bel progetto, ma non l’avete voluto”. TAFAZZI
- Giusy Insalaco voto 8. Con alle spalle un partito inesistente (il governatore Toti mi perdonerà), ma un deus ex machina che evidentemente sa il fatto suo parte svantaggiata ma potrebbe essere l’ago della bilancia del centrodestra. NEW ENTRY
- Cambiamo con Toti voto 8. Due candidati con oltre 100 preferenze e nessun candidato con zero voti (al contrario di altre liste). Non è una lista fantasma. TOTI O TOTTI ?
- Carmelo Pagnotta voto 3,5. Va bene, ci ha provato, ma un progetto basato quasi esclusivamente sulla scuola non ha funzionato. (poco) MATEMATICO
- Lista scuola voto 4. Riesce a battere addirittura altre 3 liste, non si capisce se per merito loro o demerito degli altri. IMPROBABILE
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Ne hanno inventata un’altra per complicare la vita ai piccoli negozi. Penso che neanche i migliori autori della Settimana Enigmistica potevano elaborare una cosa così complicata.
Questi i risultati, sulla base degli esami appena sostenuti:
Salvini voto 9: ha brigato finché non ha ottenuto cioè che voleva
Di Maio voto 8: ha tenuto una linea che lo portato al successo
Conte voto 8: si è prestato quando era ora, si è defilato quando era ora, ma si è tenuto pronto
Renzi voto 3: ha sempre parlato a sproposito ed è sempre stato smentito dai fatti. Ha più volte perso occasione di stare zitto
Berlusconi voto 4: politicamente sparito, ha perso l'unico alleato che gli era rimasto
Meloni voto 5: pur avendo un programma copiato da Salvini rimane fuori dal governo nonostante l'impegno
Cottarelli voto 8: leggasi il giudizio su Conte
Mattarella voto 6: un governo senza PD non gli va giù, ma alla fine più che l'insistenza dei due monelli, più che aver capito che se si fosse tornati alle urne gli avrebbero comunque ripresentato lo stesso governo, secondo me ha inciso il fatto che si è definitivamente reso conto che il PD è ancora guidato da Renzi, un vecchio dinosauro della prima Repubblica che si era camaleonticamente camuffato da rottamatore.
Merkel & Draghi voto 5: ci hanno provato, male.
Italiani voto 10+: alla fine quelli che ci smenano sempre e comunque sono loro. Perlomeno adesso hanno un governo, che è sempre meglio di un governo tecnico o senza governo. Portate pazienza, italiani.
Il mondo occidentale (e anche il resto, ormai) è pieno di rifiuti. L’Italia ha problemi di smaltimento. Ci sono regole che puntano alla maggiore differenziazione della spazzatura, in modo da poterla riciclare.
E uno dei metodi più utilizzati per arrivare a questa differenziazione è la raccolta porta a porta.
E’ l’unico sistema, mi chiedo?
Avrei una proposta. Ma se il legislatore, in qualche modo, mettesse un freno agli imballaggi?
Mi spiego meglio con un esempio: io vivo da solo e quando faccio la spesa, se ho tempo, metto a posto ciò che ho acquistato togliendolo già dalla confezione. Tolgo le banane dalla plastica, gli yogurt dalla carta, ecc. Se fossimo ancora ai tempi della raccolta indifferenziata riempirei un bidone. Pazzesco.
E’ normale che ho acquistato delle fette biscottate sigillate nella plastica a due a due, poi riunite in un sacchetto, contenuto in una scatola? Per mangiarle devo poi buttare ben tre imballaggi. Gli yogurt potrebbero per esempio attaccarli tra loro come fanno con i bicchierini di un noto tè freddo aromatizzato al limone o alla pesca prodotto da una multinazionale italiana con sede al Alba in provincia di Cuneo il cui amministratore è Giovanni Ferrero e il cui nome ricorda la stagione estiva.
Ogni alimento è in una confezione, la quale come minimo è dentro un’altra confezione, se non due. Quando ero bambino si buttava via forse la carta della carne, le bucce della mela e la scatola della pasta.
Così come si sono "obbligate" le case automobilistiche a produrre motori meno inquinanti, così come ci sono regole per le industrie sullo smaltimento dei rifiuti, non si potrebbe, come si dice con frase abusatissima, "sensibilizzare l’opinione pubblica" e soprattutto legiferare sulla riduzione degli imballaggi che, per un’utenza domestica, sono la prima causa di produzione di rifiuti.
Io ho sempre il secchiello della plastica pieno, quello della carta idem (a causa delle pubblicità, farei prima a mettere il bidone direttamente al posto della cassetta delle lettere, se non fosse che sono abbonato a "Topolino" e mi dispiacerebbe perdere qualche numero), quello del vetro sempre vuoto (lo espongo in media una volta al mese) e quello dell’umido semivuoto.
L’indifferenziato abbastanza pieno.
E qui vorrei aprire un altro discorso: non si potrebbe fare una legge che obblighi i produttori a indicare sull’imballaggio di qualsiasi cosa dove deve essere gettato? Perchè si sa: nel dubbio meglio nell’indifferenziato.
A Voghera il 31 maggio 2015 si sono svolte le votazioni per eleggere il sindaco e il consiglio comunale.
Nessuno dei candidati ha superato il 50% dei voti e quindi, in base alla legge, si è dovuto ricorrere al ballottaggio tra i primi due, da svolgersi dopo un paio di settimane.
Dai dati in suo possesso, quello che risultava terzo, Pier Ezio Ghezzi, avrebbe invece dovuto essere al secondo posto, avendo preso più voti del secondo, Aurelio Torriani. Differenza di non poco conto in quanto, appunto il secondo avrebbe partecipato al successivo ballottaggio, il terzo si sarebbe dovuto arrendere in vista di migliori future fortune.
Se fossimo in un sistema efficiente cosa sarebbe successo? Beh, la questione era relativa a sole due (se non ricordo male) sezioni. Abbiamo dovuto subire un commissariamento per un anno che, per quanto gli amministratori mandati dalla prefettura possano essere o meno di valore, non sono quelli scelti dal popolo e quindi va da sé che sono un danno, perlomeno per la democrazia.
Quando in altri ambiti c’è un problema contingente cosa si fa? Si procede d’urgenza.
Faccio un paragone assurdo, non me ne si voglia, ma è solo per spiegarmi: se devo fare una cura per i reumatismi posso anche aspettare dei mesi, ma se ho un problema cardiaco acuto, forse è meglio essere operato subito, no?
Già subito nelle ore successive il candidato Ghezzi aveva fatto notare la discrepanza dei numeri, e nei giorni successivi aveva presentato ricorso.
Ripeto: si trattava di due sole sezioni. In ogni sezione c’è un presidente, un segretario e un gruppo di scrutatori. In totale penso che siano 6/7 persone. Moltiplicati per due non raggiungiamo le 15 persone.
Quindi: un lavoro svolto in poche ore da 15 persone può benissimo essere svolto da altre 15 persone (svolto bene, benissimo) in un paio di giorni, no? E sono stato di manica larga.
Si vota il 31 maggio. Vince Barbieri. Secondo Torriani. Terzo Ghezzi.
Ghezzi presenta ricorso il 3 (il due era festa). Siccome la cosa può inficiare il ballottaggio, lo si sposta per sicurezza di una settimana o due e si decide di far ricontare le schede SU-BI-TO! Stiamo parlando di contare dei voti, non di spedire una sonda su Saturno, penso che non sia complicatissimo, no? O mi dite che per entrare nella lista degli scrutatori bisogno avere un QI sopra la media?
Il 4 si decide, lunedì 8 ci si mette lì con tanta pazienza e attenzione e si ricontano le schede. Se vogliamo essere sicuri sicuri sicuri le ricontiamo e le ricontiamo ancora. E magari il giorno dopo ancora e ancora e ancora. Il giorno martedì 9 giugno, dopo averle contate settordici volte si nota che Ghezzi ha più voti di Torriani. Bene, in base alla legge al ballottaggio ci va Ghezzi.
Il giorno 21 giugno (anzichè il 14) si va al ballottaggio e chi vince governa da subito e per 5 anni. Fine.
E invece siamo prede della burocrazia che ha permesso di svolgere un ballottaggio già sapendo che poteva essere nullo, ha lasciato governare una giunta con la spada di damocle sopra alla testa che da un giorno all’altro avrebbe visto annullato il proprio mandato, è arrivato un commissario che ha poi commissariato anche l’azienda pubblica, si è dovuto ripetere la votazione con conseguente spreco di soldi, rompimento di maroni per gli elettori ecc.
Di chi è la colpa? Di Barbieri? No, Barbieri è risultato il più votato nella prima votazione, ha partecipato al ballottaggio e lo ha vinto, ha ripartecipato al ballottaggio-bis e lo ha vinto. Se ha una colpa, è quella di aver vinto tre elezioni e chi vince risulta antipatico.
Allora è di Torriani? No, lui è risultato al secondo posto e cosa doveva fare, tirarsi la zappa sui piedi e dire che non era vero?
Allora la colpa è di Ghezzi? No, lui ha semplicemente dimostrato di aver ragione sulla conta dei voti, non gliene si può certo fare una colpa.
Se c’è una colpa è stata (a parte quella della presidenti dei due seggi che dovrebbero ripetere le scuole elementari perlomeno, perchè non si tratterà di mandare missili, ma almeno saper contare è richiesto) è quella di questo farraginoso sistema che per prendere ogni piccola singola decisione ci mette mesi e mesi e mesi.
E qui ci si perde tutti: la politica, la cittadinanza.
A conti fatti, chi ci ha rimesso più di tutti è proprio Barbieri, che per essere legittimato ha dovuto vincere addirittura tre tornate, ma, ripeto, non gliene si può certo fare una colpa all’avversario.
L’Italia politica, fotografata nell’Ottobre 2016, è composta da 2 partiti, anzi 3. C’è il Partito Democratico, il suo avversario Movimento 5 Stelle e il terzo incomodo Lega Nord.
I due contendenti principali, che fino a pochi anni fa erano i cosiddetto "centrodestra" e "centrosinistra" sono il PD e il M5S. Il centrosinistra è morto, o meglio si è ridotto al solo PD. Chi sta più a sinistra è chiamata "estrema sinistra" e conta come un due di picche. Chi sta più al centro…boh? Perchè esiste un centro in Italia? E da chi sarebbe rappresentato? Ditemi un nome, o un’idea. Seriamente: se fermate una persona a caso per la strada e gli chiedete: ditemi il nome di uno di centro, non penso che vi sappia rispondere.
Il centrodestra è morto. No, questo non è un modo di dire, è veramente morto. Forza Italia, una volta andato in ombra Silvio Berlusconi si è come sciolto. Dai, ditemi una proposta fatta negli ultimi due anni? ditemi il nome di qualche capoccia di Forza Italia? Boh? Brunetta?
Altri partiti? Fratelli D’italia? Forse la Meloni rappresenta quasi solo sé stessa e pochi altri. Che peso politico può avere? Pochino pochino.
E i pentastellati? Diciamocelo, i suoi elettori vengono in gran parte dalla cultura di sinistra, ma non è in dubbio che invece un’altra buona parte arriva da ex elettori del centrodestra, magari delusi. Negli ultimi mesi hanno aumentato molto il loro consenso.
Infine c’è la Lega Nord, passata dal padre padrone Bossi al padrone Salvini. Pensateci: negli ultimi 12 mesi se avete visto dei politici in tv, su qualunque canale, probabilmente erano Renzi, Boschi, Di Maio, Raggi, Grillo, Salvini. Altri? Boh?
E quindi? E quindi dopo vent’anni ho notato che non c’è più il vecchio dualismo Destra-Sinistra. Anche perchè Renzi non sarà mica uno di sinistra? Penso che neanche berlusconi possa tacciare di comunismo l’Ultimo dei Democristiani. Anzi, il primo di una nuova era. Che tristezza.
Leggo su "La Provincia Pavese" di oggi:
Allucinante: "a Trapani ci hanno spiegato i nostri diritti". Vuol dire che sanno benissimo che basta qualche piagnisteo x avere di più.
"In 4 in camera": oh poverini, addirittura? Un po’ di servizio militare e qualche calcio in culo come gli farebbe bene a questi…
Oh poverini, il cibo non gli piace, che disgrazia. Vai a spiegarglielo ai dipendenti della Cameron che stanno perdendo il lavoro quali sono i problemi della vita, vai a spiegargli che i problemi per cui coricarsi in mezzo alla strada sono il cibo in albergo che non ti piace e che sei "addirittura" in 4 in camera.
E infine "Molti hanno la scabbia" la scabbia? LA SCABBIA? Ma porcapaletta, ma la scabbia non l’hanno certo presa in Italia, e noi dobbiamo tenerceli, dargli un albergo e mantenerli? Mandiamo un gruppo di gente che ha avuto la casa distrutta dal terremoto a prenderli un po’ a schiaffonazzi (loro e soprattutto quelli che ce li mettono e ancor più a quelli che ce li vogliono tenere a spada tratta), altro che "in 4 in camera". Sono queste le cose di cui mi vergogno, e mi vergogno ancora di più vedendo gente che, in malafede e in buonafede, difende, giustifica, supporta e manda avanti questo sistema inefficiente, dispendioso, razzista, malavitoso che lucra su questo giro di immigrati (ah no scusate, se non dico "migranti" magari non capite, perché c’è gente che sulle parole ci fa un gran distinguo).
E sapete perchè mi vergogno? Perchè la gente che dà ragione a questo sistema che va a prendere questa gente a pochi chilometri dalle coste libiche, poi se ne sbatte i coglioni dei nostri vecchi, senza ricordarsi che sono i nostri vecchi quelli che hanno pagato, col loro lavoro e con le loro tasse, le scuole (che vengono adesso usate, giustamente, da tutti), gli ospedali (che adesso vengono usati, giustamente, da tutti, magari relegando però gli stessi vecchi che li hanno pagati a fare file enormi al pronto soccorso perchè la priorità è curare due che si sono menati ubriachi alla stazione), strade (usate, giustamente, da tutti), ecc.
Non capisco se quelli in buonafede (e ne conosco) lo facciano perchè così si sentono la coscienza a posto (io non me la sentirei), o per ottusità e cecità, o per chissà quale altro motivo. Magari è solo ingenuità, pensano davvero che questi scappano tutti da una qualche guerra, pensano davvero che non ci sia la mafia dietro il business degli immigrati, pensano davvero che sia giusto un trattamento privilegiato rispetto ad altri. Come ho già spiegato altre volte: è un business, li metti in albergo e ci guadagno i politici, gli albergatori e gli immigrati. Chi paga? Come sempre, Pantalone.
3 mie personalissime considerazioni sulla chiamata alle urne:
1) Lo strumento referendario è sancito dalla costituzione, è una forma di democrazia diretta fantastica, ma non bisognerebbe abusarne. Mi spiego: noi eleggiamo dei rappresentanti affinché discutano, scrivano e approvino delle leggi. Li paghiamo apposta, dovrebbero fare quello al posto nostro, che magari non ne abbiamo il tempo, la voglia, la capacità. Quindi le leggi dovrebbero farle loro, sono i nostri rappresentanti. Poi succede che magari questi pochi (pochi rispetto agli italiani, in realtà sono tanti) uomini e donne non ci arrivino a risolvere una situazione molto sentita dall’opinione pubblica e allora si utilizza lo strumento del referendum. Ma se mi fai un referendum sulla concessione delle trivellazioni… poi non lamentarti che la gente se ne sbatte le palle di andare a votare. Dai!
2) Parlando di Brexit: ma quelli che si riempiono la bocca di democrazia, di primarie, di trasparenza, di potere al popolo, perchè adesso si lamentano? Il Regno Unito ha chiamato i proprio elettori alle urne chiedendogli una cosa. Questi cittadini sono andati in massa a votare… e ha vinto l’uscita dalla UE. Fine. Non c’è niente da aggiungere. La democrazia va bene solo quando vince chi volete voi? Io personalmente non "credo" al progetto di uscita dall’Unione Europa, cioè non è che mi entusiasmi questa Europa, ma ritengo che uscire sarebbe peggio, e quindi reputo che sarebbe più interessante cercare di migliorarla, che uscire. Soprattutto per uno stato come l’Italia che sta perdendo punti su tanti aspetti, credo che se rimanesse "da solo" subirebbe un crollo. Ma la mia è ovviamente un’opinione. La MAGGIORANZA di chi ha votato in UK ha deciso il contrario e chi sono io per giudicare il legittimo voto di un popolo? Se uno non ci vuol stare, che vada. Autoderminazione dei popoli, mi sembra un punto base base base della democrazia.
3) Avete visto come fanno nei paesi più avanti? Si vota nei giorni feriali, altro che la domenica. E altro che anche il lunedì come voleva reintrodurre Alfano. E’ morto qualcuno? Non mi pare. C’è stata un’affluenza bassa? Non mi pare. Mi sembra solo una grande lezione di civiltà che ci è stata data. Se la chiamata alle urne è interessante, uno il tempo lo trova. E’ come per un amico, per una morosa, per un lavoro che devi fare: SE CI TIENI IL TEMPO LO TROVI. Tutto il resto sono solo chiacchiere. Punto.
C’è appena stata la "Fiera dell’Ascensione" a Voghera. Vorrei scrivere alcune mie considerazioni. Secondo me…
Sarebbe bello che Voghera avesse una sua "fiera" permanente. Tipo Milano, Pavia, ma anche Casteggio. Insomma una struttura che possa ospitare manifestazioni tutto l’anno. Ad ogni edizione della Sensia (a parte quest’anno, a causa dei tagli) si deve montare e poi smontare la famigerata tensostruttura che costa un fracco di soldi. Non sarebbe bello avere una struttura fissa? Questa sarebbe utile anche per organizzare (come nelle altre città sopra citate) altre manifestazioni durante l’anno: se esistesse una fiera si potrebbe usarla come si vuole, sarebbe uno spazio utile per la città.
A questo punto una domanda fondamentale: dove farla? Bel problema. Farla in uno dei cortili della caserma significherebbe sacrificare una zona di parcheggi fondamentale, anche perché ormai sono praticamente gli unici. E allora dove? Lo spazio del mercato ortofrutticolo non c’è più, l’ex dogana è piccola e ancor più decentrata, Piazza Liberazione (Piazza Castello) è sede di un meraviglioso (sic!) giardino. E quindi? Non saprei. Magari restaurare la parte ancora malmessa della Caserma?
Parliamo della Sensia. Io da commerciante ho notato un particolare, che non so se i miei colleghi hanno riscontrato nello stesso modo: durante i giorni finali dell’Ascensione, contrariamente al solito, c’era gente ANCHE in giro per la città e non solo nel quadrilatero Via Roselli – Via Kennedy – Via Cernaia – Via Gramsci. E questo è SICURAMENTE positivo. Questo sarà dovuto alla mancanza dell’attrattiva degli stand? Può darsi, ma è un segnale, secondo me, importante. Se la festa di Voghera (perchè di questo si tratta) è vissuta anche per le vie del centro giova sia a chi ha delle attività, ma alla città nella sua interezza. Dai, ammettiamolo, sarebbe bello che la festa Patronale di Voghera desse vivacità a tutta Voghera e non solo alla zona della Caserma, che è un pochino decentrata.
Come fare? Purtroppo anche in questo caso non ho l’arroganza di avere la soluzione. E non ho neanche la spocchia di dire "ci deve pensare la politica". Dico solo che occorrerebbe pensarci, non dare per scontato che la fiera rimanga solo e solamente all’Ex Cavalleria. La storia ci insegna che le situazioni non sono immutabili. Un tempo il centro della fiera del bestiame (allora importante, anzi fondamentale) era in Piazza San Bovo, se non vado errato. E quelli più grandicell….più anzianott…insomma più vecchi di me ricordano le giostre nella zona del Castello. Quindi non è assolutamente un dogma quello di tenere le cose come sono state finora. Non so, la "butto lì": magari mettere le bancarelle lungo le strade che portano al centro. Dicono: "i gestori delle bancarelle non sono d’accordo". Ok, ma sono loro che decidono a Voghera? Capisco che non bisogna fare un muro-contro-muro (altrimenti non vengono più e sarebbe ancor peggio), ma se la fiera si sposta leggermente si dovrebbero adeguare e alla fine ci si guadagna tutti. Se ci si inventa un "percorso" per far arrivare la gente in Via Emilia, in Via Plana, in Via Garibaldi, in Piazza San Bovo, non sarebbe bello? E offrirebbe la possibilità a chi ha in negozi di tenere aperto, e la possibilità a chi visita la fiera di trovarli aperti.
Mettetevi nei panni di chi viene "da fuori". Arriva a Voghera, parcheggia addirittura nel centro del centro del centro (Piazza Duomo), passeggia nella via principale (Via Emilia) e trova tutto chiuso. Brutto, no? Mi si replica: si, ma i negozi, con le bancarelle davanti alla vetrina, non vendono, anche perché la gente che passeggia è più portata naturalmente ad acquistare magari dalla bancarelle più che nei negozi. Vero sì e no: è sempre una pubblicità. Io da commerciante preferirei di gran lunga avere "da lavorare" la domenica dell’ascensione, invece di essere in giro con gli amici, avere in negozio duecento persone che non acquistano, che tenere chiuso e vedere la mia via (quasi) deserta.
Altra idea: e se nel centro del centro (Piazza Duomo) ci mettessimo gli stand? Ma sai che attrattiva? Però "non si può fare" perché montare e smontare gli stand non permetterebbe il regolare funzionamento del mercato bisettimanale. Irrealizzabile. E allora perché non metterci le bancarelle?
Altra nota: secondo voi non sarebbe stato meglio quest’anno se avessero messo tutto ciò che è stato piazzato in Piazzale Fermi nel cortile della caserma e viceversa lasciare il piazzale libero al parcheggio? Le attività dell’Area Fermi erano sicuramente penalizzate (specialmente nel corso della settimana). Un esempio: anche a causa della pioggia, anche a causa della mancanza dell’attrattiva dei fuochi, ma domenica sera ero a vedere nella tensostruttura di Piazzale Fermi i V-Tribute, gruppo eccezionale di Voghera e…c’era poca gente. Ok, mi è andata bene perché ero in ritardo e ho puro trovato il tavolo, ma alle scorse edizioni c’era lo stra-pienone!
Quindi Fabio? Che facciamo? Boh. Diciamo: in un parcheggio rimangono le giostre, nell’altro gli stand e magari con gli anni si restaura un’ala della caserma per fare una fiera "fissa" e le bancarelle in centro.
A proposito della "tensostruttura", avrei un appunto da fare. Il commissario ha tagliato i costi. Ma ricordate che gli espositori (e io ne so qualcosa avendo partecipato a due edizioni) non partecipano gratis, ma al contrario pagano delle belle cifre! Quindi trovo singolare che addirittura si vada in perdita. Se è così la struttura "fissa" a questo punto diventa indispensabile!
Un ultimissimo appunto, una proposta che covo da tanti anni. Gli organizzatori della Fiera dell’Ascensione (il comune o chi per esso) dovrebbe spaccarsi in quattro per far si che IN PRIMIS partecipino aziende (negozi, artigiani, industrie e quant’altro) DI VOGHERA. Perché deve essere UNA VETRINA di eccellenze. Non solo, come negli ultimi anni, eccellenze enogastronomiche (indispensabili nel nostro territorio), ma di tutti i settori. In modo che Voghera ridiventi (perché nei fatti non i sembra più) LA CAPITALE DELL’OLTREPO.
Vorrei che un "forestiero" quando arrivi in quei giorni dica: "Perbacco, perdindirindina, quante belle cose ci sono qui!!!!" e non solo "Facciamo un giro sul dondolino e poi mangiamo il panino alle bancarelle", quello lo possono dire in qualunque fiera d’Italia. Vorrei che arrivassero fin dall’Inghilterra per scoprire le bellezze, le qualità, le particolarità, le eccellenze dell’Oltrepo Pavese e della sua capitale.
Certo che la faccenda di Casa Matti è quantomeno singolare. E’ un paesino dalle mie parti, nel comune di Romagnese. Quattro case, appena sotto il Passo del Penice. Una volta era in attività la pista da sci, che era in qualche modo collegata con quella dello "Scarpone": partivi dal passo e scendevi giù fino a Casa Matti. Ci sono stato qualche volta da ragazzino, prima che chiudesse. All’epoca sembrava di vivere in una zona molto sciistica, c’erano impianti dappertutto: a Brallo, a Cima Colletta, al Pian del Poggio, a Caldirola. Al Penice addirittura tre: il "Penice Vetta", lo "Scarpone" e "Casa Matti".
Cosa ha portato agli onori della cronaca questo dimenticato paesino dell’Alto Oltrepo? Beh, un albergo del luogo ha dato la disponibilità ad alloggiare dei cosiddetti "profughi". Mi scusino gli strenui sostenitori del politically correct per l’uso delle virgolette, ma non mi farete credere che una ventina di ragazzotti, in età da lavoro, siano dei poveri disgraziati. basta con ‘sta storia del "scappano dalla guerra" o anche del "anche i nostri nonni emigravano". I nostri nonni scappavano dalla guerra e dalla fame, ma non finivano certo in albergo spesati, si facevano un culo così, magari nelle miniere di quel Belgio di cui adesso siamo tutti amiconi, trattati come pezzenti. Giusto o sbagliato che fosse, se uno lascia la propria terra in cerca di una vita migliore, deve mettere in conto di fare dei sacrifici. Invece qui da noi non funziona così.
Come mai? Perché siamo un popolo che accoglie chiunque a braccia aperte? Guardate che qui non si parla di carità cristiana o di solidarietà. Qui si tratta di trattare in modo ben diverso chi è in difficoltà e che arriva da altri paesi e chi è in difficoltà in Italia. Ai secondi sembra che non importi nessuno aiutarli. Perché, ripeto? Beh intanto perché fa più notizia aiutare i "profughi", come se quelli che dormono sotto i portici di via Vittor Pisani a Milano non avessero diritto a una vita migliore solo perché non scappano da niente (che poi, ci sarebbe tutto da dimostrare, a pensar male spesso ci si indovina: visto che siamo tanto generosi cosa frena un immigrato dal dire che sta fuggendo da una qualche guerra?)
Il vero motivo è un altro. Quella roba che fa girare il mondo. No, non è quella cosa che pensate voi. Anche quella, per la carità, ma il vero motore delle decisioni a livello mondiale è uno solo: il business, il soldo, i piccioli, la pecunia, le palanche, il commercio, il denaro! Quindi un albergatore che magari non se la passa benissimo, quando viene a sapere che lo stato gli passa un po’ di soldini per mantenere questa gente, cosa fa? Due conti son presto fatti: hai l’albergo sempre pieno, ma se gli dai un piatto di pasta a mezzogiorno e una minestrina alla sera ci stai dentro alla grande. E volete farmi credere che qualcosa non avanzi ANCHE per chi ce li fa arrivare? Ma dai, mi prendete per pirla? Ripeto, aprite gli occhi, le cose succedono SOLO se girano dei soldi. Quindi che interesse avrebbe la politica di organizzare queste cose se non avesse un tornaconto personale?
E’ successo anche a Varzi. E a Voghera. E a Casa Matti hanno spedito 25 bellimbusti, in un paese che di abitanti ne avrà anche meno. A fare che? A fare un cazzo. Perché sono "profughi", mica li puoi far lavorare, la legge non lo consente. E poi cosa gli puoi far fare a Casa Matti? E poi la gente non dovrebbe incazzarsi? Gli anziani non dovrebbero infuriarsi a pensare che loro hanno lavorato una vita, che magari sono anche emigrati in cerca di fortuna per poi tornar da vecchi al loro paese e questi qui, scudati dallo status di profugo, sono accolti in albergo? Dai, è una disparità evidente. E i giovani, a cui si dice di doversi rimboccare le maniche perché c’è crisi? Che insegnamento gli stiamo dando? Come al solito l’Italia dei furbi: sei regolare, il mutuo te lo paghi tu e se non lo paghi ti pigliamo la casa, se sei clandestino ti mettiamo invece in albergo. E ai tantissimi stranieri regolari in Italia? Cosa dovrebbero dire tutti quegli operai, tutte quelle badanti, braccianti, imprenditori, tutti quelli che sono venuti in Italia a farsi il mazzo e contribuire così allo sviluppo del Belpaese? Penseranno: ma noi siamo gli scemi? Perché siamo venuti onestamente a lavorare quando potevamo venire qui a far nulla? Che colpa abbiamo, quella di non aver la guerra a casa nostra? Maddai, ma è ovvio che dietro c’è solo interesse economico, suvvia. C’è della gente che ci mangia sopra. Stop.
E quindi gli abitanti di Casa Matti sono preoccupati, si chiedono cosa possono fare tutti questi uomini, nullafacenti per legge, in un paese di montagna a mille metri? Anche a Brallo, tanti anni fa, c’è stata una situazione del genere. Berlusconi aveva pubblicamente "adottato" una famiglia clandestina, per farsi vedere in TV che lui ha il cuore buono. Poi non sapeva dove metterli e così li ha posizionati a Brallo tramite la regione Lombardia. Caspita se facevano una bella vita questi: ogni settimana veniva su qualcuno a portargli la spesona, andavano in giro a passeggiare ben vestiti (non POTEVANO lavorare, erano clandestini). E siccome avevano fin troppo in questa loro vacanza dorata, invitavano spesso i loro amici per trascorrere il weekend. Quando li vedevano passeggiare amabilmente per le vie del paese, i ragazzi di Brallo che magari si alzano al mattino presto per andare a lavorare a Tortona, cosa pensavano? Come minimo di strappare la carta d’identità e fingersi profugo. Anzi, "profugo".
Quello che mi da fastidio nella storia degli strupri di Colonia è il silenzio o peggio ancora l’arrampicarsi sugli specchi dei soliti imperterriti giustificatori (che così facendo diventano negazionisti). Gli stessi giustificatori che, quando gli fa comodo, diventano di colpo intransigenti. Per la carità, non è che dicono "hanno fatto bene", usano armi lessicalmente più complesse e per questo ben più pericolose.
Discorsi del tipo: "non dobbiamo confondere la criminalità con l’immigrazione", oppure "non è un discorso politico". Eh già, quando non gli fa comodo non è più un discorso politico. Sono ovviamente d’accordo anche io a dire che quelli erano criminali e che hanno compiuto un crimine e pertanto dovranno essere giudicati e condannati. Se ci ragioniamo un attimo, però, potremmo dire: se non ci fossero stati non sarebbe successo. O no? O il mio è un discorso totalmente campato in aria? Ma per una volta scendete dai piedistalli, uscite dalle vostre cotonate case, dai vostri ovattati uffici da pensatori snob e misuratevi con la realtà e cercate di mettervi nei panni delle persone che hanno subito delle violenze. Dovrebbero liquidare il tutto dicendo: "può succedere, peccato che sia successo a me?". Non sarebbe forse meglio prendere provvedimenti? Cercare di arginare il fenomeno? E come, dicendo alle donne di Colonia di non andare in giro troppo scollacciate? Ma per favore, basta ipocrisie e buonismi del piffero. Se voi siete i buoni allora io non sono buonista, non sono politicamente corretto e ben fiero di esserlo. Le donne di Colonia, così come quelle di Piacenza, di Brindisi, di Valencia e di Oslo, le loro madri e le loro nonne, hanno lottato per riuscire ad affermare i propri diritti, il costume nei secoli si è adeguato, la civiltà è andata avanti e adesso sono e devono sentirsi libere di andare in giro come meglio credono (nei limiti della decenza, ma questo rientra nel concetto stesso di libertà che arriva fin dove non lede la libertà altrui). Non ci posso credere che qualcuno suggerisca di tornare al medioevo per PAURA, per non OFFENDERE qualcun altro. Come se una persona venisse a casa mia, non invitata, e si lagnasse anche del fatto che il mio pigiama è fuori moda. Pazzesco.
Va beh allora voi che la sapete lunga, mettete o fate mettere il velo allo vostre donne. Date l’esempio. No? Allora la vostra è e rimane sempre IPOCRISIA.
E detto tra noi il mio pigiama è bellissimo.
Leggetevi questo articolo:
www.linkiesta.it/it/blog-post/2016/01/09/lorda-la-notte-di-san-silvestro-a-colonia/23718/
da cui traggo una domanda: "È questa l’idea di integrazione che hanno in mente le campionesse dell’umanitarismo scenografico?"
Non potevo non dedicare un post alla rubrica che ho inaugurato su Facebook per questa campagna elettorale e che ha avuto notevole successo. Ecco una serie di "proposte elettorali":
Dunque, parliamo di tasse (balzelli, diritti, gabelle, imposte, canoni, tariffe, gravami, tributi, pedaggi, contributi, imposizioni, dazi, trattenute, o come le volete chiamare).
Ci sono quelle da pagare per l’utilizzo di un bene o servizio, come il canone Rai, il pedaggio delle autostrade, il ticket sanitario, l’iscrizione a scuola, ecc.
Poi ci sono quelle sul reddito: tu guadagno un tot e su quel tot una percentuale va a finire nelle casse pubbliche. Su quanto sia o meno la giusta percentuale possiamo stare qui a discuterne, ma non è l’argomento di questo articolo.
L’argomento è: le tasse sul patrimonio. Funziona così: tu hai un qualcosa e solo per il fatto di possedere questo qualcosa devi pagare, anche in questo caso una percentuale. Questo crea delle difficoltà. Se nel caso delle tasse sul reddito tu disponi di liquidità (a meno che il tuo reddito non sia costituito da prodotti agricoli, ma solitamente si tratta di una cosa sola: soldi) e puoi quindi accantonarne una parte per poi devolverla all’erario, nel caso di un patrimonio potresti non averne.
A me piace parlare per esempi, quindi eccone un paio: sei un dipendente, hai il tuo bel stipendio su cui vengono trattenute le opportune gabelle. A fine anno avrai quindi contribuito alle spese dello stato (cioè di tutti, in teoria) con una parte del tuo reddito (che invece di esserti stato versato è stato versato direttamente allo stato). Oppure sei un lavoratore autonomo: incassi 70 mila euro, hai 40 mila euro di spese, quindi guadagni 30 mila euro, su cui pagherai un po’ più della metà, ma per semplificare facciamo che ti rimangono 15 mila euro. Hai versato una parte dei tuoi guadagni allo stato. Fine. Semplice.
E invece no. Ci sono le famose tasse "patrimoniali", prima tra tutte la celeberrima IMU o ICI o COMECAVOLOSICHIAMA. Tu hai una casa, magari perché con tanti sacrifici l’hai comprata, o perché l’hai ereditata, o magari te l’hanno regalata o comprata a tua insaputa come Scajola. Fatto sta che ce l’hai lì, non ne stai ricavando reddito (o magari si, ma nota bene che su quel reddito ci stai già pagando le tasse). Però lo stato ti impone di pagare un piccola percentuale sottoforma di tassa.
Non lo trovo giusto. Se io ho una casa che vale 100 e la tassa patrimoniale fosse del 1%, io ogni anno devo pagare 1. Dove li prendo? Vendo 1/100 di casa. Dopo 10 anni avrei un "pezzo" di casa che vale 90. Perché 10 li ho dati allo stato. E’ giusto? A me sembra di no. Qualcuno può dire: e va beh affittala a qualcuno e paga l’IMU. Si, io posso anche affittarla, ma come detto su quell’affitto ci pago già le tasse. Perchè devo pagarle ANCHE sul valore della casa? E poi diciamocelo: magari non riesco ad affittarla, magari non mi pagano l’affitto, ecc. E oltre alla beffa dei dover (per legge!) pagare le tasse anche sugli affitti non realmente percepiti (che è già un’anomalia), il danno di dover pagare anche l’IMU su una casa di cui non dispongo.
Forse ho capito: lo stato ladro, per mantenere la suo voracità, come fosse il Nulla che si pappa il Regno di Fantàsia, ha bisogno sempre di nutrimento. E nella realtà non si mangia la fantasia dei bimbi, ma il grano degli adulti. E quindi prima per 50 anni ha convinto gli italiani a risparmiare, a mettere i soldi nel mattone, e adesso dice: "Ti ho fottuto! Adesso te li piglio tutti a poco a poco (ma neanche così poco), tanto so dove prenderli, nelle case, ti ho convinto io!"
Bella roba. Ma almeno vedessimo i risultati, e invece vediamo sempre quei fanfaroni scaldasedie che pensano solo ed esclusivamente ai cazzi propri, mangiando e bevendo alla facciazza nostra.
Grazie Piermatteo Renzie. Prosegue con l’attività filobancaria dei suoi predecessori attuando una nuova normativa che impone a tutte le attività l’utilizzo dei POS.
La scusa è la solita: la tracciabilità, la comodità del denaro elettronico, ecc.
La realtà è che in questo modo aumenteranno i costi per le piccole attività, per colpa delle commissioni bancarie sull’utilizzo dei pagamenti con Bancomat.
Notate l’assurdità del sistema bancario. Una volta tu avevi dei soldi, li davi alla banca e lei, in cambio, ti remunerava con un interesse. Adesso te lo fa passare come un favore. "dalli a me, te li tengo io, e tu in cambio mi paghi le spese per il fatto che te li conservo. Si, faccio finta di pagarti un miserrimo interesse dello zerovirgola, a cui però ti detraggo bolli, spese, cavolini e cavoloni e alla fine ci smeni comunque". E col bancomat è lo stesso: il ragionamento direbbe che tu, piccolo imprenditore, dai direttamente i soldi che incassi alla banca, senza neanche vederli fisicamente nel cassetto e quindi la banca dovrebbe remunerarti in qualche modo per questo. Invece no, il contrario, ti chiede pure una commissione. Assurdo.
E quindi questa legge ruba le commissioni ai poveri piccoli per foraggiare le grandi banche Grazie ancora Robin Hood di stacippa!
Tempo fa ho letto sul Corriere questo articolo (clicca qui) dove spiega la vicenda di un certo Alessandro e una certa Alessandra, coniugi. Il marito ha cambiato sesso, è diventato anche lui Alessandra e il matrimonio si è sciolto per legge. Adesso la Cassazione si chiede se questo sia lecito e non sia un vulnus alla famiglia. Ha quindi passato la palla alla Corte Costituzionale. Se questa dovesse esprimersi favorevolmente al mantenimento di questo matrimonio allora io mi chiedo: che differenza c’è tra questo matrimonio e un matrimonio dichiaratamente omosessuale? Cioè, mi spiego: di fatto è un matrimonio gay, seppure ottenuto con "artifizi".
Anche quest’altro articolo del Corrierone (clicca qui) segnala un caso simile: un avvocato (sempre di nome Alessandro), ha cambiato sesso chirurgicamente, ma non all’anagrafe. In questo modo ha potuto sposare una donna. Quindi c’è una cosiddetta "vacatio legis": di fatto i matrimoni tra esponenti dello stesso sesso ci sono.