(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Di cosa sono ultragoloso

Sicuramente capiterà anche a voi. Io in linea di massima non sono goloso, secondo il consueto senso del termine. Perlomeno non di dolci: mi piacciono, li mangio, ma ne posso benissimo fare a meno. Ci sono delle cose invece che che mi fanno "impazzire": se ne ho in casa potrei continuare a consumarne ininterrottamente. Ecco la classifica delle prime cinque:

  • 5. La birra BUD. Non sono un degustatore di birra. Mi piace, la bevo, ma non ho la passione. Se non per la birra BUD. E’ troppo buona. Ne berrei anche 3 o 4 o 5 di fila. Infatti non la compro proprio x questo motivo, oppure me ne concedo una ogni tanto, in modo da assaporarla di più. Che strano, però: mi succede solo con quella birra.
  • 4. Caffè. Se il caffè è buono, ne berrei 100 al giorno. Se non è buono, ne berrei comunque. Ho il coraggio anche di farmi una caffettiera grande intera a casa.
  • 3. Estathe. Beh qui il caso è palese e conclamato: a chi non piace l’Estathe? Quei maledetti stregoni della Ferrero ci metteranno sicuramente dentro un additivo segreto che rende dipendenti i consumatori. Il mio gusto preferito è di gran lunga la pesca, ma ogni tanto non è male bere anche il limone (quello verde fa invece schifo). Anche di questo prodotto ne consumerei fino allo sfinimento. Non mi stanca mai. 
  • 2. Le rotelle di liquirizia. Ma non quelle qualunque. Anche perchè io non divento matto per la liquirizia, sono abbastanza indifferente, ma impazzisco per le rotelle Haribo (il fondatore purtroppo è mancato recentemente) o le Crazy West. Le altre marche le ho provate, ma non c’è competizione.
  • 1. La focaccia di Rapallo. Ne mangerei sempre sempre sempre. A etti, chili, ettolitri e decametri, galloni e miglia, watt e hertz. Mi darebbe due megawatt di focaccia per favore ???? Per la cronaca deve essere di Vivavldi o di Tossini, altrimenti niente.


Rapallo – bagni Lido

Io e i miei gatti – 1a parte

E’ bello avere un gatto. Da piccolo avevo una gatta, che si chiamava Gatta. E’ apparsa dal nulla, è stata con noi tanti tanti anni, ed è sparita nel nulla. Non ce l’aveva data nessuno, non l’avevamo presa da nessuna parte: un giorno è arrivata lì e l’abbiamo adottata. Era furba, parecchio. Avevamo un vicino di casa col cane, un lupo di nome Rolf, legato alla catena del cortile. Lei sapeva esattamente fin dove arrivava Rolf e camminava un metro più in là. Quel povero cagnone diventava matto: abbaiava, sbavava, ma lei niente, se ne stava impettita e imperterrita. Ha avuto tantissimi cuccioli, e purtroppo non ne è sopravvissuto nessuno. Ogni volta li partoriva in qualche scatolone: in solaio, in cantina, una volta addirittura in negozio! Si era nascosta perché sapeva che era arrivato il momento e noi ce ne siamo accorti al mattino. Solo che poi diventava molto gelosa dei suoi cuccioli e allora ad uno ad uno li faceva sparire e li portava da qualche parte. Li prendeva in bocca per il coppino e li portava nella sua cuccia segreta. A volte li abbiamo ritrovati e riportati a casa. Solo che poi, abitando vicino alla strada, qualcuno moriva investito dalle auto, qualcun altro in bocca a Rolf o a qualche altro cane, alcuni cadendo dal balcone di casa (secondo piano). Solo pochi sono arrivati all’età adulta. Uno di loro era diventato il gatto di mio nonno Michele. Quell’anno gli avevamo affidato tutti e tre i piccoli della cucciolata per tenerli con lui a Ponti. Purtroppo qualche mano ignota, a cui evidentemente davano fastidio, li ha chiusi in una borsa di plastica e li ha gettati in una scarpata. Quando il nonno li ha trovati seguendo i miagolii per uno di loro non c’era già più niente da fare. Un altro poi era morto o sparito e quindi ne era rimasto solo uno. Era come un cagnolino: quando il nonno andava nei campi a zappare le patate lui lo seguiva, per poi tornare a casa insieme. Stava sempre qualche metro indietro. Mi ricordo una volta una passeggiata nel castagneto col gatto che ci seguiva a debita distanza. Qualche anno dopo Michele decise che era troppo vecchio per gestire un gatto e, visto che nel frattempo la mia Gatta era sparita (probabilmente era andata a finire i suoi giorni altrove), ce l’ha "restituito". Da Brallo a Ponti ci sono parecchi chilometri, eppure per ben 3 volte il Gatto Marinaio (così l’avevamo ribattezzato io e mia sorella) era tornato a casa… a casa sua a Ponti. Il soprannome derivava dal fatto che gli altri micioni di Brallo non vedevano di buon occhio il nuovo arrivato, e quindi era sempre rissa. Tornava sempre tutto pesto, gonfio e graffiato, come un marinaio ubriaco appunto. Il nonno ha insistito per riportarlo a Brallo, ma dopo qualche tempo il Gatto Marinaio ha levato le ancore ed è ritornato a Ponti. A questo punto bisognava arrendersi: voleva restare a casa sua.


Mario Arlati sul balcone di casa mia tra le serenelle (i famosi "lillà")

Poi è stata la volta di Mario Arlati. Un giorno ho trovato un gatto molto molto affettuoso in giro per Brallo da solo. L’ho portato a casa. I miei hanno storto un po’ il naso, ma col passare dei giorni quel gattone affettuoso ha finito per farsi voler bene da tutti. Anche perché, come tutti i gatti, era autonomo: entrava ed usciva di casa, senza problemi di passeggiate, bisognini e tutte quelle cose lì. Io gli avevo messo il nome di Mario Arlati (uno dei pochi gatti con cognome!) ma in famiglia lo chiamavano "gatto" oppure "mao". E’ stato il primo gatto che ho portato dal veterinario. Una volta al telefono il dottore mi ha detto che probabilmente non avrebbe passato la notte. Invece ha vissuto ancora a lungo. Diciamo che ha dato fondo alle sue 7 vite in quanto ogni tanto ne combinava una: si è lanciato da un balcone, si è tirato addosso un armadio, ecc. Era un bel micione in salute, ma con tutte queste sue magagne finiva che era spesso pesto e zoppicante. Alla fine è sparito così come era arrivato, probabilmente aveva esaurito le vite.

…segue domani

5 anni

Un altro anno insieme. TI AMO!

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Non c’è tre senza 4 !

Io e te. Tu e io. Io e tu. Tu e me. Noi. Se non ci sei, mi manchi. Se ci sei, non mi basti mai. E poi di notte ti sogno, e di giorno mi accorgo che il mio sogno è realtà. E quando non vedo l’ora di raccontarti una cosa, quando non vedo l’ora di passare un po’ di tempo con te. Io e te. I tuoi occhioni che brillano nel buio. E + F. Tu e io. Ma per caso è passato del tempo? Un po’ me ne accorgo pensando a tutte le cose con te, ma se penso al tempo mi sembra così poco. 4 anni mi dici? 4 anni di io e tu? WOW! Si insomma…è inutile che mi sforzi a cercare le parole, potrei star qui tutta notte e ne uscirebbero solo di scontate, quel che è vero infondo è che siamo proprio belli e ci amiamo da 4 anni !! Tu e me. Un bel successo, no? Se ci pensiamo abbiamo fatto proprio un sacco di cose insieme, tutte belle. E se pensiamo al futuro… mamma mia quante cose ancora possiamo fare ! Sei la mia forza e io voglio essere la tua :-) Noi !!! Quindi non dirò nient’altro se non che, dal profondo del mio cuore, ora e da quarantotto mesi, ti amo !

 

La Multipla

Ecco mia mamma, nel 1960, alla guida di una Fiat Multipla, da poco acquistata. Certo che per la Fiat il nome Multipla ha sempre voluto dire "Macchina Orribile". Ho trovato questa foto qualche giorno fa in un cassetto, non avevo mai visto quest’auto, ma mio papà me ne ha sempre parlato con enfasi dicendo che ci si poteva caricare tantissima roba. Una sorta di monovolume ante litteram. E qullo che non ci stava dentro troava alloggiamento su portapacchi! Che mezzo…. !!

Pagella di prima elementare

Valutazione trimestrale adeguatamente informativa sul livello globale di maturaizone raggiunto:

Primo quadrimestre.

Il buon rendimento scolastico di Fabio è dovuto alle capacità intellettive che posside.
In lui si riscontrano:
1) intelligenza di tipo indipendente
2) memorizzazione ottima
3) ampia disponibilità alla vita di gruppo
L’apprendimento e lo studio della lingua è per lui motivo di interesse costante e di continue conquiste, quello dell’aritmetica gli consente di evidenziare rapidità di calcolo, precisione, ordine e logica.
I suoi disegni, ben definiti nelle forme e nei colori, rivelano una personalità esuberante e armonica.
La sua ampia disponibilità al dialogo gli ha consentito di partecipare a tutte le attività scolastiche e di allargare i suoi interessi, sviluppando con sicurezza le esperienze fatte.

Secondo quadrimestre.

Al termine dell’anno scolastico l’alunno viene ammesso alla classe successiva con pieno merito, per gli ottimi risultati raggiunti.

Cartoline da fronte

Stavo guardando delle vecchie cartoline… e volevo sottoporvi queste tre:

Questa mi ha colpito per la poetica.

Questa mi ha colpito per l’indirizzo!! O meglio per il nome.

Questa mi era arrivata in UK !! Che figata!!!

3 anni

Quando abbiamo attaccato la piastrella. Quando critichiamo quelli che criticano. Quando decidiamo su che pizza prendere, poi tu prendi la margherita e io il calzone. Quando ci offendiamo se uno dei due non chiama l’altro e allora non chiamiamo. Quando ci troviamo sulla solita panchina. Quando squilla il telefono e non puoi che essere tu. Quando trovo uno dei tuoi capelli nei posti più impensati (e sai quale è stato il posto più assurdo!). Quando partiamo per una nuova avventura e ti aspetto sotto casa, poi si caricano le valigie, rifornimento di gasolio e poi chiacchierare in autostrada, mentre mi guardi coi tuoi occhioni. Quando mi rispondi solo a monosillabi e più mi intestardisco a chiederti cosa c’è e più diradi le risposte. Quando con la mia innata grazia ti procuro qualche nuova ammaccatura. Quando ti mando un messaggio mentre faccio colazione. Quando ti vedo spuntare in bici da lontano, coi tuoi freni che fanno fiiiiiiiiiiiiiiii. Quando prima di addormentarmi penso a te, a noi, al passato al futuro e al presente. Un presente così bello perché ci sei tu, un passato così bello, un futuro che non può che essere ancor più bello. Quando faccio qualcosa e ho subito voglia di raccontartela.Quando ci prendiamo in giro da soli. Quando ordiniamo due caffè macchiati. Quando facciamo il bagno in mare, mi guardi, sorridi e mi abbracci. Quando mi parli di una cosa che ti preoccupa. Quando eravamo in piazza Trento Trieste a Ferrara. Quando ci siamo bevuti una bottiglia di Morello di Scansano. Quando ti chiamo e non rispondi e poi ti richiamo e non rispondi e poi mi mandi un messaggio e allora ti richiamo e non mi rispondi! Quando passo il tornello della piscina e ci diciamo "ci vediamo dentro". Quando ti ho accompagnato a Casteggio. Quando andavamo al Galassia. Beh detto così sembra che andare a Casteggio o a Casei Gerola sia una gran figata… Quando arriva l’ascensione. Quando ti accompagno in ascensore. Quando non riesco a capire quello che pensi. Quando ti disegno con la mia maestria. Quando vuoi le coccole. Quando facciamo zapping alla tele. Quando leggiamo tutti i titoli di coda dei film al cinema. Quando mi manchi.Quando ti porto a vedere i nuovi acquisti del negozio. Quando mi chiedi cosa fare. Quando mi coccoli. Quando stiamo bene. Ma anche quando troviamo un motivo per litigare. Potrei continuare così all’infinito…
Quando…
Sempre

TI AMO!

Vetrine sottili

Messaggio per i clienti (si possono definire clienti anche quelli che non comprano? va beh diciamo "potenziali clienti"): guardate che le vetrine del mio negozio sono spesse, sono antiurto e antisfondamento, ma sempre di vetro sono, quindi… vi sento quando dite qualcosa guardando le vetrine.

A volte fa proprio piacere. Capita quando sono in negozio in orario di lavoro, ma spesso e volentieri quando sono lì per caso nella pausa pranzo o alla sera, di ascoltare i commenti della gente che guarda gli articoli e fa apprezzamenti. Cose normali, come
"Guarda che belle quelle scarpe" oppure "Voglio quella giacca!". A volte con risposte del tipo "Guarda che quella è una giacca da donna!" o magari "A me non piace per niente". E’ un metodo per conoscere le opinioni sincere.

Insomma, se sono complimenti fa proprio piacere, perchè sai che sono del tutto sinceri. Se sono critiche in un certo senso fa piacere lo stesso, e sempre per il medesimo motivo: so che sono sincere, senza secondi fini. E quindi cerco di tenerne conto.

A volte mi è capitato di sentire cose "sgradevoli" come: "quelle scarpe lì non le metterei neanche se mi pagano" o peggio "tu sei convinto che qui hanno della roba bella, convinto tu…" o peggio ancora "io in questo posto di merda non ci vengo più". Per la cronaca il ragazzo era semplicemente entrato a cercare una felpa ma dopo mezz’ora di prove non ne abbiamo troavata una che non andase bene per taglia e/o colore e/o modello….e va beh, a questo mondo non si può andare bene a tutti….

Fatti miei

Ora vi annoierò con una manciata di fatti miei, raccontandovi cosa ho fatto nell’ultimo periodo: è stata l’estate più "vogherese" della mia vita, se penso a quando sparivo dai primi di giugno fino a fine settembre… Il negozio l’ho chiuso a fine luglio e l’ho riaperto ai primi di settembre. Molto spesso ad agosto ero a Voghera, sia x lavoro che per altro. Che estate è stata?

L’estate di Rapallo, dove sono stato parecchie volte quest’anno, sia per weekend che per una quasi-settimana di mare. Bello, da star proprio bene. L’estate della sfilata dei Malaspina: eh si, quest’anno mi hanno convinto a fare il figurante. L’estate dei Piani del Lesima e de L’Angolo di Varzi, dove sono stato parecchie volte. L’estate della chiavetta Vodafone, che funzionava male, ma sempre meglio della chiavetta Tim, che a sua volta era comunque meglio di quella Tre. Purtroppo il problema non sta nelle chiavette, né nelle compagnie telefoniche, è che a Brallo viaggiano lentissime…L’estate in cui ho modificato il mio lavoro estivo (scusate il gioco di parole) all’insegna di "…vanno pagati a Fabio". E’ stata una bella estate, mi è piaciuta. Ma non sono ancora pronto alla stagione autunnal-lavorativa, stanno meglio quelli che non fanno nulla…

E mentre sono qui che scrivo, ancora una volta mi chiedo cosa farò da grande e non ho una risposta precisa, ma in fondo poco mi importa, so che il futuro sarà bello, perchè io sarò anche introspettivo e malinconico, ma sono un maledetto inguaribile ottimista. E poi i fatti mi hanno sempre dato ragione. In questo momento è venerdi sera, sto ascoltando Benny Benassi su YT e sto sognando di essere a Londra per un giorno, per andare a piedi dal campo del Chelsea fino a quello dell’Arsenal, per attraversarla tutta. Oppure a Parigi, dalla Bastiglia alla Torre. Che bella la musica di Benny, mi da una carica pazzesca. E da domani sarò pronto x altre sfide, per scoprire cosa farò in questo autunno, in questo inverno, nel 2011, nel 2014, fino al 2194. Dopo esco, magari vado al Baito che pare stasera, oppure al Moma domani, una delle due. Domani c’è anche l’operetta al castello di Voghera, deve essere interessante, magari ne farò una recensione.

Beh credo di avervi annoiato abbastanza, ora vado, nuova vita a tutti.

Siena, Piazza del Campo

Fine luglio 2007, ero a Siena, disteso in Piazza del Campo a riposare, in attesa di trovare una sistemazione per la notte. Una leggera brezzolina mi faceva dimenticare il caldo afoso che avevo lasciato a casa, le prove del concerto del giorno dopo mi accoglievano in quella cornice da favola. Ancora adesso, quando penso a quei pochi minuti, mi rilasso… e vorrei essere là…

Coscritti

Dite che sto invecchiando? Mi sa che avete ragione, visto che in questo periodo continuo a scrivere post nostalgici che mi riportano a tanti tanti anni fa. Una di queste sere ascoltavo una canzone di Max Pezzali e ricordavo quando, nel mitico 1992, ascoltavo Hanno ucciso l’Uomo Ragno. Quindi sono 18 anni che Max (all’epoca 883) è diventato "famoso". Visto che quest’anno festeggio per la seconda volta i coscritti, vi racconto come ho festeggiato la prima volta.

In realtà non ho festeggiato, a Brallo non c’è mai stata (perlomeno per la mia generazione) l’usanza di festeggiare i 18 anni. Mi sarebbe piaciuto, perchè tutti i miei compagni di classe lo facevano, e mi raccontavano i loro festeggiamenti. Mi ricordo un giorno di fine luglio, ero al Kursaal, ma volevo tornare presto perchè il giorno dopo avevo l’esame pratico di scuola guida a Voghera. Per "presto" intendo l’una, erano altri tempi… Stavo per percorrere le poche centinaia di metri verso casa mia quando incontro dei ragazzi che erano in giro a festeggiare i coscritti di Menconico (per la precisione loro erano di Canova). "Ma dove te ne vai, Fabio?" "A dormire, ho l’esame di guida domattina" "Ma va dai torna giù che festeggiamo" "Ma no non posso" "Smettila, 18 anni li si ha una volta sola".

E sono tornato al Kursaal fino alle due e mezza. Penso che sia stata l’unica volta che mio papà si è addirittura alzato da letto per farmi la ramanzina quando sono tornato a casa. Per la cronaca l’esame l’ho passato in modo egregio. Ma chi se ne frega dell’esame, chi se ne frega della ramanzina, era il 1992 e tutto era possibile quell’anno.

ventuno e quindici

Volevo scrivere qualcosa, ma adesso che ho aperto la pagina.. non so come farlo.
Andrò a caso, come al solito.

Posso solo lasciarmi andare e pensare a quanto è fantastrabiliante condividere la vita con te. Si non c’è dubbio alcuno ormai (o, come diremmo noi, i tempi non sono per nulla sospetti): nella mia vita c’è stato un cambiamento veramente e indubbiamente significativo, anzi decisamente netto, da quando siamo io e te. Non riesco, neanche sforzandomi, a pensare al singolare; non posso che includere in questo singolare anche te. Per la lingua italiana dovrei parlare di plurale, ma io con te mi sento parte di una singolarità, come fossimo una cosa sola. Caspita! Non mi era mai successa questa cosa. È proprio così, credetemi, è proprio la sensazione di essere in una favola, il un film, in un racconto. Questa sensazione l’ho avuta due anni fa, ed è più viva che mai. Anzi ora è molto più consapevole, visto che è passato del tempo.

E poi posso pensare a questo secondo anno insieme e far affiorare un mucchio di ricordi. Non è stato un anno piacevole, vero piccola? O meglio, ci sono stati dei momenti brutti. Per quelli che si vogliono fare i fatti nostri (e non li sto certo condannando, d’altronde sono io che mi sto facendo i fatti miei in pubblico!!!) voglio rassicurare che parlo di altro e precisare che non c’è stata nessuna “crisi” tra di noi. Siamo talmente belli che praticamente non abbiamo mai fatto una litigata “seria”, sempre piccole cose, della serie “l’amore non è bello se non è litigarello”. Ma assolutamente mai quelle cose che potrebbero mettere in dubbio il nostro amore. Per dirla come mi è stato detto da qualcuno: “Ma in due anni non vi siete mai lasciati? Mai? Incredibile…”. Eh no, miei cari, siamo troppo i migliori e pertanto ci becchiamo e ci scontriamo, ma sempre parlandone e sempre cercando di capire le posizioni l’uno dell’altra. E anche questo è stato un fattore di crescita molto importante, capirsi sempre più, trovare anche i punti meno piacevoli dell’altro per capirli o superarli. Forte no?
Dicevo che tante cose sono successe in questo anno. Molte belle, qualcuna spiacevole, tante fantastiche..e poi quelle brutte brutte. Noi eravamo “io e te” in tutti i casi. Quando mi tiravi su il morale, quando eri felice e abbronzata in quel ristorante sulle colline liguri, quando ti accompagnavo a casa, quando ti son venuto a prendere in stazione per portarti a Tortona, quando ti scendeva un rivolino malinconico di lacrime, quando.. vedi cavoli, non so seguire un filo logico, mi vengono in mente tanti di quei momenti che mi si affollano nella mente e non riesco neanche ad elencarli.. Epifania a Milano, Ristò a Tortona, la scuola guida, la scelta del profumo, le fotocopie in copisteria e i megalibroni, Pasqua a Montallegro, Chiavari e la fontana di luci, e aspettarti sotto casa, oppure da Tigotà, e ogni singola volta, ogni volta che spunti da quella curva o esci da quel portone, ogni volta che mi sfoderi quel tuo sorriso, che fa pendant con i tuoi occhioni coccoloni e adornati dai tuoi ricci che fan da cornice… beh cavoli, il mio cuore ogni santa volta accelera i battiti. Non sarà pericoloso? O magari è una buona ginnastica cardiaca, dovrei chiedere ad un dottore.

Cavoli, sto pensando a tante ma tante cose successe in questo anno. Non posso e non voglio scriverle tutte, anzi neanche più una, perché in fondo sono nostre e le conosciamo bene. Guarda, io sono uno innamorato della vita, ma se così non fosse, se ci fosse anche un solo motivo per vivere, saresti tu. Dici che mi sto sbilanciando troppo? Chiaramente quest’ultima frase serve a stemperare un po’ la serietà di quello che ho scritto prima. Lo sai, se faccio un discorso serio poi mi intestugginisco e allora devo uscirne con una battuta.

Però una cosa di quest’ultimo anno la voglio ancora ricordare. Una per tutte. Che bello che è stato il giorno della tua laurea. E sai perché mi è piaciuta così tanto? Per due motivi. Il primo è che sono orgoglioso di te, per quanto hai fatto, per come l’hai fatto e per quello che sei. Insomma perché credo in te. Ci ho creduto e ci credo sempre. Direi che è fin troppo facile, perché so quanto vali. Insomma al Punto Snai probabilmente non accetterebbero mie scommesse su di te, perché io so quanto sei in gamba e quindi non vale…

E il secondo motivo è che è troppo bello quando ci sono tante persone che sono li perché ti vogliono bene, no? Non sono lì perché non avevano niente da fare, o perché qui o perché là. Erano li, semplicemente, banalmente, perché ti vogliono bene. Ed erano e sono contente e fiere di te. Al di là del fatto dei risultati, sia che tu sia un genio sia che tu sia un’ignorante. Sia che tu sia una figa spaziale sia che tu sia un rospo. Sia che tu sia la nipote di Bill Gates sia che tu sia l’ultima dei poveri. Semplicemente perché sei Elisa.
L’amica, la morosa, la sorella, la figlia, la nipote.

Chiaramente parlo per gli altri, io c’ero solo perché sei un genio (mai come Tua Sorella – lo scrivo in maiuscolo perché è un nome proprio) e perché sei una gnacca e perché sei più ricca di Berlusconi. Ah, non sei più ricca di Berlusconi? No, davvero? Beh allora ti mollo….

Scherzo piccola. Ecco, sono partito con l’idea di fare un bel post, per scriverti tante cose belle, e mi sono arenato in questi discorsi con poco senso. Posso fare un riassunto di tutto questo strampalatissimo discorso? Sono bravissimo nelle sintesi (quando voglio, e SOLO quando voglio):
 

Ti amo!
 

1992

Nel 1992 avevo 18 anni.

Da tanto tempo prometto di parlarvi di quel mitico anno ed è venuto il momento di farlo. La mia vita ha avuto una svolta importante: prima del 92 e dopo il 92. Ma non per il passaggio alla maggior età, quello è frutto del caso, anche se non troppo: sono gli anni in cui cambia la consapevolezza di sé e del mondo, ci si sente grandi e si sogna.
Io ho fatto tutto questo, nel millenovecentonovantadue.

In quell’anno mi sono reso conto di non esser più un bambino, un ragazzino. Certo: non ero un adulto fatto e finito, non lo sono ancora adesso, ma stavo maturando una nuova coscienza di me stesso e del mondo. E’ stato l’anno in cui ho capito che la vita va vissuta, che bisogna sempre provarci e che ogni sogno lasciato nel cassetto può essere perso, mentre ogni sogno tirato fuori dal cassetto potrebbe non realizzarsi, ma perché non provarci? Negli anni poi ho capito che avevo ragione: i sogni esistono, fluttuano nello spazio… a volte riesci a raccoglierli, altre volte no, ma loro rimangono sempre lì, pronti per essere raccolti.

"Tosti da Dio convinti che il futuro era nostro" cantava Max Pezzali e io la pensavo come lui. Ho scoperto l’amicizia, quella vera, quella con la A maiuscola. Sognavo l’amore, quello vero. Sognavo una storia importante, vera, sincera, profonda. Sognavo un futuro. Pieno di cose, chissà quali, ma tutte belle. Sognavo una vita bella. Magari emozionante, magari tranquilla, ma bella.
Quanti amici quell’anno. Tutto ha inizio in primavera, a scuola la consapevolezza di me aumentava. Poi la gita in Costiera Amalfitana, eravamo pochi ma ci siamo divertiti. Poi le vacanze di Pasqua. E poi l’estate. La magina unica indimentaicabile estate 92. Il Martini Rosso, roba da personaggi VIP per noi semiadolescenti sgraziati. Il Kursaal, il Trebbia, mille avventure, mille ricordi, mille giornate, mille serate. Disegni, canzoni, balli, grigliate, brindisi, gite…

Come è strana la vita, è da tanto tempo che immagino di scrivere questo post e adesso che lo faccio non so quasi più cosa scrivere… perché so che qualsiasi cosa suona banale, ma la realtà è che il 1992 per me rappresenta la Magia.
Magia, sogni, amici, musica. Si, penso che queste quattro parole racchiudono quell’anno. Sono cresciuto moltissimo quell’anno, il Fabio del 91 è completamente diverso da quello del 93. Sempre "pirla" uguale, ma profondamente diverso dentro.

Nel 1992 avevo 18 anni. Ce ne ho messi altri 18, ma ce l’ho fatta ad essere quello che sognavo di essere.
E questo non è un punto di arrivo, ma un inizio. Ora che sono, finalmente, quel Fabio del 1992, ho mille altri sogni da condividere, mille magie da realizzare, mille amici con cui stare, mille canzoni da ascoltare. E un amore da vivere. Una vita da sviluppare, creare, inventare. La mia vita ha avuto un’altra svolta, nel 2008. Ma questa è un’altra storia, anzi una favola. Ed è una favola che non avrà mai fine…

Iodio

Odio le zucchine, i carciofi, il freddo (ma anche e soprattutto il caldo afoso), il cambio dall’ora solare all’ora legale e viceversa che cotringe a stare attenti a cambiare l’ora, i francesi e il loro complesso di superiorità (anche se amo Parigi), gli ospedali perchè mi mettono un’ansia terribile, odio quelli che mi parlano al mattino appena sveglio, magari proprio mentre sto facendo colazione, magari proprio mentre sto leggendo il Corriere della Sera, e peggio ancora quelli che pretendono una risposta (magari sensata) da me o ancora peggio quelli che pretendono che io faccia qualcosa. Odio il mal di testa e il mal di denti, e quelli che coi denti aprono le birre (io mi spaccherei gli incisivi). Odio quelli che aprono le portiere senza guardare e danno le sportellate, quelli che entrano coi cani al ristorante, quelli che quando li incontri non alzano mai l’ombrello e cercano di dartelo proprio in faccia, quelli che vanno in bici in strade strette appaiati (e poi magari li tiri sotto in macchina e pretendono di aver ragione). Odio quelli che (soprattutto con il caldo) vengono in negozio a provarsi le scarpe… beh avete capito… Odio quelli che sono sempre impegnati perchè lavorano e sono stanchi (solo loro!), quelli anzi quelle che si vestono coi vestiti attillati anche se hanno una 54 abbondante, quelli che non si fanno mai i fatti loro. Non posso soffrire quelli che dondolano in bici in mezzo alla strada quando c’è la pista ciclabile, per non parlare di quelli che invece parcheggiano l’auto in mezzo alla pista ciclabile, tanto è solo "per un minutino"…Non parlatemi di Laura Pausini, o di quelli che si sentono sempre vittime di qualcosa. Odio "l’estate più calda dell’ultimo secolo" o "l’inverno più freddo degli ultimi 50 anni", o "state in casa nelle ore più calde specialmente i bambini e gli anziani e bevete molta acqua"…e anche l’esodo e il controesodo. Che stufa che ne ho di quelli che non usano mai e dico mai un benedetto congiuntivo, e dell’errore 404 "Pagina non trovata" e poi quelli che vivono solo su Facebook e poco nella vita reale. Odio quelli che applaudono all’atterraggio, i testimoni di Geova che insistono, e anche quelli che "scusa posso farti una domanda?". No, non me la puoi fare, e delle comunità di ex-tossicodipendenti che vendono biro non me ne frega niente, non ci credo, i soldi te li intaschi tu! Odio gli sbattimenti, odio il sabato mattina. Come, direte voi, il sabato? Ma non era il lunedi? Si vede che voi il venerdì sera non uscite oppure il sabato mattina non lavorate… Odio l’allergia primaverile, odio i moscerini che si spiaccicano sul parabrezza e non vanno via neanche se usi il prodotto specifico. Odio le canzoni di Gigi d’Alessio, odio fare la fila, odio la sabbia, la polvere, il cemento e tutte quelle cose lì. Odio quelli che mi dicono cosa dovrei fare, odio la schermata blu della morte (per fortuna ormai non c’è più), odio quelli che mi fumano addosso, odio gli z…oticoni che mi rubano in negozio, odio quelli che mi fermano per strada per chiedermi soldi per le cause più assurde e quindi odio anche Fastweb, Sky e tutta quella massa di rompicoglioni che mi chiama a casa al mattino per propormi le loro str…ane iniziative a cui io TANTO NON ADERISCO! Odio quelli che fanno subito gli amiconi, ma chi ti conosce? Odio la Juventus e tutto ciò che mi ricorda la Juventus, odio svegliarmi e non sapere che ore sono. Odio star male, il sole negli occhi, i serpenti, i maleducati in auto, i biglietti da visita troppo grossi che non stanno nel portafoglio. Odio i cachi, il ketchup, le olive.

E poi odio tante ma tante ma tante altre cose….

L’idea di questo post me l’ha data questo sito.

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