(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Category: Libri

Shock Economy

Altro libro che ho letto: Shock Economy di Naomi Klein. Di questa autrice canadese avevo già letto a suo tempo il celeberrimo No Logo che avevo trovato interessantissimo (l’ho citato anche nella mia tesi) (e chi se ne frega, direte voi)

Anche questo nuovo libro è un mattonazzo da paura, nel senso che se vi spaventano i libri di più di 500 pagine scritte piccolo… lasciate stare. Però è proprio interessante.

Parte da una teoria: per costringere una persona in uno stato psicologico in cui si possa condizionare e fargli fare quello che si vuole ci vuole uno shock. Nei primi capitoli infatti parla del famoso elettroshock, quella pratica usata decenni fa per questo scopo che voleva "spianare" la coscienza di una persona per poi educarla con nuove dottrine. Dopo spiega che questa terapia dello shock viene utilizzata anche in politica e in economia: si crea o si sfrutta un avvenimento sconvolgente per far fare ad un intero popolo quello che si vuole: ribaltoni, colpi di stato, stravolgimenti vari… Nei capitoli successivi invece fa una carrellata di posti dove questa shockterapia è stata utilizzata: Cile, Polonia, Sudafrica, Russia, ecc. Infine parla del nuovo filone dello shock alle nazioni: Iraq, Afganistan, ecc.

Sono capitoli molto documentati come sempre e pieni zeppi di riferimenti, citazioni, dati. E’ quasi difficile credere che tutto questo sia vero e si sia potuto realizzare. E’ un libro che indubbiamente fa pensare e che apre gli occhi su molti aspetti della realtà internazionale. Se riuscite a leggerlo (nel senso che non vi spaventano i mattoni) fatelo: è proprio bello.

Il salumiere che fotografava l'impossibile

Ho diversi libri su Magritte, geniale artista del secolo scorso. In nessuno avevo mai trovato una spiegazione così lucida e calzante dell’opera di questo fenomenale pittore, come quella del saggio di Robert Hughes. Eccola:

Magritte è morto nel 1967 all’età di sessantotto anni, ma la sua opera continua a esercitare sugli spettatori di oggi [..] il fascino del narratore di storie. L’arte moderna era ben fornita di creatori di miti, […] ma possedeva pochi maestri con l’impulso della narrazione e Magritte […] era il suo principale affabulatore. Le raffigurazioni di Magritte erano prima di tutto storie, poi dipinti veri e propri. Ma le storie non erano narrazioni alla maniera vittoriana, tranche de vie o episodi storici: erano istantanee che fotografavano l’impossibile, e lo rappresentavano nel modo più noioso e prosaico; vignette sul linguaggio e la realtà, imprigionati nel reciproco annullamento. La maestria di Magritte come pittore dell’enigma non aveva eguali e, nonostante la grande influenza che esercitò sul modo di creare immagini (e su come lo spettatore debba decodificarle), non ebbe dei seguaci nel senso proprio del termine.
Il vero omaggio alla sua vita e alla sua arte è stata la reazione che ha suscitato a posteriori. All’interno di un movimento, il surrealismo, che aveva posto l’accento su  exploit eclatanti, tumulti politici, scandali sessuali e violente crisi in parte religiose, Magritte […] sembrava la personificazione dell’indifferenza e dell’imperturbabilità. Visse a Bruxelles, non a Parigi, e restò sposato per tutta la vita alla stessa donna, Georgette Berger. In base alla concezione di bohème ed élite predicata dal surrealismo, Magritte avrebbe potuto benissimo fare il salumiere.
La svolta di Magritte avvenne nel 1927, quando trasferendosi a Parigi si trovò a vivere il movimento surrealista dall’interno […] Con la sua tecnica essenziale, lucida, Magritte dipinse gli oggetti in modo così banale quasi fossero usciti da un abbecedario: una mela, un pettine, una bombetta, una nuvola, una gabbia, una strada di provincia con casette squadrate, un uomo d’affari con il soprabito scuro, un nudo impassibile. Nel suo repertorio non vi erano molte cose, prese singolarmente, che a un qualunque impiegato belga non capitasse di vedere nel corso di una giornata qualunque nel 1935. Ma il modo in cui Magritte le combinava tra loro era assolutamente nuovo. La sua poesia era impensabile senza la banalità che egli rielaborava e trasformava, fino a sovvertire la normale nomenclatura delle cose. Il bicchiere in La Corde Sensible è un normale bicchiere, la nuvola è una normale nuvola; ma la cosa che sorprende è il loro incontro, in quella limpidezza azzurra, resa con tanta pazienza. Le più belle rappresentazioni di Magritte sembrano legate piuttosto alla descrizione che non alla fantasia, grazie alla quotidianità degli elementi da cui sono composte. […]
Magritte creò alcune tra le immagini più scioccanti di alienazione e paura all’interno di tutta l’arte moderna. Non esiste un simbolo più raccapricciante della frustrazione del congiungimento carnale di Les Amants […]
Se l’arte di Magritte si fosse limitata a scioccare non avrebbe avuto vita lunga, come è avvenuto nel caso di tante altre meteore del surrealismo. Ma il suo impegno andava più in profondità, all’interno dello stesso linguaggio, del modo in cui il significato viene comunicato o annullato dai simboli. Il suo manifesto era il celebre dipinto di una pipa, con la scritta “Ceci n’est pas une pipe”. Ed è proprio così: è un quadro, un’opera d’arte, un segno che indica un oggetto, e non l’oggetto stesso. Nessun pittore aveva mai formulato con tanta chiarezza questa verità fondamentale sull’arte e sull’attività dell’artista. […]

Francesco d'Assisi

Ho recentemente terminato di leggere un libro: “Francesco d’Assisi” di Franco Cardini. L’avevo comprato una notte su internet, anni fa. Non deve stupirvi che io faccia acquisti la notte: maledetta la carta di credito che permette questi acquisti d’istinto e d’impulso. Sei li, stanco e magari assonnato, davanti al pc… e ti viene l’idea che ti serva qualcosa. E allora che fai? Zak, la compri. Non esistono scuse psicologiche del tipo “esco e la cerco in qualche negozio” perché è notte e i negozi sono chiusi. E così acquisti. Credo che almeno la metà delle mie spese on-line siano state fatte di notte.
E così ho fatto per questo libro. La figura del Poverello di Assisi mi affascina da tempo, per via della sua totale dedizione e il rifiuto della più piccola polemica. Accettava quello che il mondo, e quindi Dio, gli offriva, senza lamentarsi e lagnarsi di quello che non aveva o di quello che avrebbe potuto avere. Un forza incredibile.
Il libro cerca di smarcarsi al massimo dall’agiografia, ma neanche si limita al racconto puramente storico. È quindi una commistione, un tentativo (abbastanza ben riuscito a mio parere) di raccontare la storia di San Francesco rovistando nel frattempo nel suoi scritti e approfondendo i suoi pensieri. Spiega la sua vita precedente, la sua illuminazione, la sua scelta di vita, e i circa vent’anni in cui ha creato l’ordine che poi ha preso il suo nome.

 

Il tocco dell'artista

Una delle qualità che mi affascinano di più: quella che possiedono gli scrittori (o gli sceneggiatori). Dal nulla riescono a tirar fuori delle storie, dei personaggi, delle personalità… fantastico!
E tu, lettore, immagini gesta, ti appassioni, "vedi" i personaggi, sai cosa pensano, come si muovono, i loro pregi e i loro difetti… Che bello sarebbe poter creare tutti quei mondi nella propria fantasia. Io non ce la farei. E poi c’è da dire un’altra cosa: oltre ad avere una sfrenata fantasia, queste persone hanno anche una capacità di coerenza (per dare un senso alla storia), memoria e soprattutto di rappresentazione (per scriverla in modo avvincente e appassionante). Ogni tanto penso alla storia di Faletti, ricordo quando faceva il cretino al Drive-in (e non mi faceva neanche ridere) e poi quando è andato a Sanremo. Quando ha scritto il primo libro ho pensato : si va beh, per lui è facile, è già famoso, avrà scritto un libro qualunque… e invece non era niente male, sembrava scritto da un professionista.
Io nella mia vita mi sono cimentato con un paio di raccontini brevi. Non ho mai avuto la costanza di scrivere cose troppo lunghe. Questo perchè io scrivo in preda a qualche raptus momentaneo, quindi scrivere racconti lunghi non fa per me, il raptus finisce e la voglia passa…. ho almeno una decina di racconti iniziati nel cassetto. E poi mi manca quella scintilla che hano gli scrittori, quel non-so-che che riesce a fargli "vedere" e raccontare di storie fantastiche.
I miei racconti non li ho mai stampati nè pubblicati in rete, li ho fatti solo leggere a qualche amico. Mi vergono un po’, ma non perchè mi vergogno a far leggere ciò che ho scritto (ne ho fatte di peggio) ma per "come" li ho scritti. Dovete capirmi, il primo l’ho scritto un’estate, dopo aver letto un libro di Irvine Welsh, quindi non sono propriamente politicamente corretti e sono pieni zeppi di parolacce… Ma adesso li cerco e magari nei prossimi giorni li pubblico… così mi sputtano del tutto via Internet !!!!

Google libri

Su IMlog si sostiene che "il predominio di Google negli ultimi 5/6 anni ha a che fare con la tecnologia quanto quello dell’iPhone ha a che fare con la qualita’ di ricezione". Sono abbastanza in disaccordo con questa affermazione, a parer mio il successo di Google aumenta ogni giorno di più proprio grazie ai servizi offerti, che sono supportati da una tecnologia prima impensabile e che solo la Big G offre in modo così completo.
Mi riferisco alle tecnologie di ricerca sempre più raffinate, ma anche e soprattutto a Maps, Earth, Docs, eccetera.

E da oggi posso tessere le lodi di un’altra mirabolante funzione offerta da Google: Ricerca Libri. In questo periodo in cui sto scrivendo la tesi ho notevole interesse alla ricerca e reperimento di testi e mi sono reso conto di quanto potente sia questo strumento.
In pratica, invece di cercare nelle  pagine web, compie la ricerca nelle migliaia di libri che sono inseriti nel database. Ma non nei titoli: nei contenuti!!! Provate a rendervi conto della figata: cerchi informazioni sulla piramide dei bosogni di Maslow? Niente di più facile, vai su books.google.it, inserici "piramide bisogni maslow" e…. et voilà, trovi una serie di libri che parlano anche di questo. Ma qui arriva il bello: clicchi sulla copertina e…. magia !!! vedi il libro !! Puoi sfogliare le pagine e leggerlo. Pazzesco. Ovviamente il materiale rimane coperto da copyright e non sono presenti tutte le pagina, ma cmq ti fai un’idea del libro. Anzi molto di più che un’idea. Comodissimo.

Ma come diavolo sono avanti quelli di Google? A volte trovo informazioni in libri che dal titolo non avrei neanche sfogliato. Grandiosi.

Gomorra

Roberto Saviano è un  giovane autore napoletano. Ha scritto questo libro, Gomorra, dove sviscera e spiega qual è il business del Sistema, quello che i media chiamano Camorra.
Non ne parla per sentito dire, lui ci ha vissuto in mezzo, è andato nei posti, ha parlato con la gente, li ha visti all’opera. Parla di una cosa che conosce molto bene.
E’ un libro molto didattico perchè spiega a chi, come me, pensava che la Camorra fosse solo un’organizzazione criminale.
Spiega come funziona, quali sono le regole, quali le aspettative, i perchè, il perchè funziona. La psicologia di chi è parte del Sistema, i modelli di business, le strategie. Spiega il perchè succedano certe cose, a chi conviene, come funziona. Perchè anche l’imprenditoria "legale" ha interconnessioni sempre più stette col Sistema…

Infatti lui adesso deve stare sotto scorta.

Io vi consiglio di leggerelo. Se non siete di Napoli, e quindi sapete già nei dettagli come funziona, leggetelo, capirete molte ma molte ma molte cose. Perchè esiste la Camorra? Perchè non viene debellata? Perchè la gente non si ribella? Dove vanno a finire i soldi? Chi comanda? Sono tutte domande a cui questo libro da una risposta.


Andy Warhol, "Knives"

Tolleranza Zero

Un altro grande libro di Irvine Welsh.

Stavolta il geniale e originale scrittore scozzese si cimenta in una nuova realtà: racconta quello che succede nella mente del protagonista, Roy, bislacco ragazzotto. Come sempre di Edimburgo. Come sempre un tipo strano, nato e cresciuto nei quartieri malfamati. Come sempre un antieroe: sfigato, bruttino, con un infanzia difficile, psicolabile, violento, e sempre molto molto molto cinico.
Ma stavolta la narrazione avviene da un luogo-nonluogo speciale: il tizio è in coma. Nasce quindi un viaggio, ancora più allucinante del solito, mischiando ricordi e sogni, visioni e piccoli sprazzi di realtà.

Si ripercorre la vita di Roy Strang, il ragazzo dei quartieri ultra popolari, con una famigli di pazzi: il padre fuori di testa, la mamma inutile, la sorella zoccola, il fratello spaccone, l’altro fratello culattone. E poi il trasferimento in Sudafrica e lo zio pedofilo violentatore. Infine il ritorno in patria, l’adolescenza difficile, il lavoro onesto, ma sempre "pareggiato" da una seconda vita violenta fatta di hooligans e risse. E infine, come spesso nei libri di Welsh, la droga.

E come sempre un finale imprevisto, un finale cinico che lascia il lettore, anche se abituato ai libri di Welsh come me, coinvolto e stupito e a bocca aperta. Un libro amaro, tragico, ma sempre ironico, strafottente e divertente.
Ma come diamine fa questo scrittore a scrivere di cose così brutte in un modo così bello? leggendo il mio post sembrerebbe un libro tristissmo invece è molto bello.
Secondo me il migliore resta "Il Lercio"., ma anche questo lo consiglio agli appassionati. Il prossimo libro che leggerò di questo autore sarà "Porno", aspettatevi la recensione (visto la mia discontinuità, pigrizia e pigna di li libri arretrati…. non prima di qualche mese).

L'impero dei falsi

Tutti sanno che ci sono in giro un sacco di prodotti falsi. Ma tutti pensano che ci si fermi solo alle griffe di abbigliamento.

Sbagliato!

Riccardo Staglianò ha fatto una ricerca e ha scritto un godibilissimo libro ("L’impero dei falsi"). E’ stato in Cina, a Hong Kong e nell’entroterra, è stato a Napoli, ha seguito le merci contraffatte nel loro viaggio verso i mercati occidentali (e non solo). E ha scoperto che tutto ciò che può avere un mercato ha anche qualcuno che lo produce falso.
Finchè si tratta di cinture o magliette tutto bene (si fa per dire…), ma quando ad essere falsi sono le medicine o i ricambi degli aerei…brrrr….

Eppure è così: fabbriche che fanno extraproduzione e vendono il surplus attraverso propri canali (non si può neanche parlare di falso: i produttori sono gli stessi!!!!), produttori di tartufi falsi (si avete letto bene!), spacciatori di acqua sporca che millantano proprietà antimalariche (e conseguente morte di migliaia di persone), cinesi che acquistano imprese di scarico nel porto di Napoli, pirati di DVD che vendono su ebay, ecc.

Datemi retta: è un libro proprio ben fatto, scritto bene, documentato. Vi farà aprire gli occhi su tanti aspetti meno noti. Ad esempio perchè le grandi marche non vogliono che ci siano troppe inchieste sui falsi? Perchè Dubai non fonda il suo business sul petrolio ma sul re-export? Come si compra e come si vende il prodotto falso nei mercati all’ingrosso cinesi? Perchè la camorra ha abbracciato questo nuovo business (beh perchè è redditizio e comporta molti meno rischi di altri, come droga, armi, ecc.) ??

Diventare grande? Mai

Ecco altre frasi che ho sottolineato sul solito libro di Fabio Volo. Ecco le puntate uno due tre.

"Ma è possibile che ogni volta che parlo di un’ambizione o di un sogno ci deve sempre essere qualcono che dice: Sì vabbè… però alla fine del mese c’è l’affitto da pagare. C’è sempre qualcono che ti guarda e sembra che dica: diventa grande.
E per quelli diventare grande vuol dire non credere più di essere una ballerina, un poeta, un musicista, un sognatore, un fiore.
Non li sopporto."

"Nel frattempo, continuo ad amare Magritte, l’occhio con il cielo dentro (Il falso specchio) le scarpe con le dita dei piedi (Il modello rosso), la tela e la finestra (La condizione umana) e tutti i suoi meravigliosi cieli azzurri.
Continuo a ricercare la capacità di sognare senza per forza dover andare a dormire, quella stessa capacità che avevo da bambino.
Chissà se quando ero bambino mi rendevo conto di quanto stavo bene? O magari sono io che adesso ricordo di più le cose belle."

"Quando mi compro un quaderno o un bloc-notes nuovo, sono sempre molto eccitato. Mi fa impazzire vedere quelle pagine nuove bianche e divento curioso. Curioso di sapere come le riempirò, con quali parole, come se venissero da lontano e diventassero mie solamente nel vederle scritte. Divento curioso di me. Capita che a volte rileggo cose che non ricordavo più di aver scritto. Mi piacciono e penso: cazzo ma l’ho proprio scritto io?"

La pazienza del ragno

Ho letto il libro di Andrea Camilleri, “La pazienza del ragno“, una delle tante avventure del Commissario Montalbano.

Non avevo mai letto libri di Camilleri. Devo dire che all’inizio sono rimasto un po’ disorientato per il linguaggio usato. E’ un siciliano molto molto “lavato” con l’italiano (come quando il Manzoni andò a lavare il suo libri nell’Arno), ma pur sempre siciliano.

Dopo un po’ invece la cosa mi ha affascinato e mi ha ricordato per un certo qual verso i capolavori di Giovanni Verga.
Alla fine del libro ormai avevo imparato le espressioni più usate.

Alcune parole mi erano sconosciute: taliare (guardare), spiare (chiedere), funnuto (profondo), tanticchia (un po’), tutt’insèmmula (all’improvviso), niscire (uscire), trasire (entrare), ecc.

Alcune parole assomigliano all’italiano, perlomeno nella pronuncia: sciato (fiato), qualichi (qualche), càmmara (camera), ciriveddro (cervello), pirchì (perché), ralogio (orologio), carrabinera (carabinieri), arbulo (albero), arrisbigliare (svegliare), ecc.

Altre parole hanno un significato diverso da quello che ci si aspetta, come macari (anche).

Tutto sommato un modo originale di scrivere. Avete mai sentito Camilleri che legge qualcosa che ha scritto lui? Fantastico. Io mi sono procurato un audiolibro, dove iniziava lui e poi la storia era narrata da Fiorello.

Quattrocchi

Tratto dal libro "Perchè siamo antipatici" di Luca Ricolfi:
(i grassetti sono miei, i corsivi sono suoi)

"[…] Si pensi al commento di Jena apparso sul Manifesto subito dopo il rapimento di Quattrocchi (poi ucciso) e delle altre tre guardi del corpo italiane:

In caso di rapimenti, noi siamo sempre stati per la trattativa, prima di tutto salvare gli ostaggi. Anche questi quattro?

Dunque per l’estrema sinistra i nostri ostaggi ‘se la sono cercata’, e possono tranquillamente essere chiamati mercenari. In compenso i ciechi sono non vedenti, gli omosessuali sono gay, i bidelli sono operatori scolastici, i terroristi sono resistenti."

Aggiungo io: la Sgrena è andata là per guadagnare col suo lavoro, e si permette di giudicare chi è andato là facendo un altro lavoro. Lei pensa veramente di essere l’unica a fare un lavoro alto e nobile? E le due Simone invece cosa andavno a fare se non a prendere uno stipendio? E perchè loro invece sono state quasi santificate? La Sgrena dovrebbe ricordarsi che un’uomo della sicurezza ci ha rimesso la pelle per salvare lei !!!

Altro che complesso di superiorità, qui si sfiora il delirio di onnipotenza.

Leggete il libro di Ricolfi, è veramente ben scritto e piacevolissimo da leggere. Non parla di politica, ma di come e perchè la sinistra italiana si rende antipatica. Uno dei motivi, oltre a quello di parlare in modo molto nebuloso, è porprio quello di avere questo senso di superiorità nei confronti non della classe politica avversaria, ma dell’intero elettorato. Ovviamente in quanto a senso di superiorità Berlusconi non lo batte nessuno. In realtà il guaio non è il senso di superiorità, ma quello di considerare inferiori gli altri.

Vi consiglio proprio di leggerelo, è scritto veramente in modo chiaro. Per fortuna sto notando che i dirigenti di sinistra non lo hanno letto o non lo hanno capito o comunque non stanno seguendo i suoi consigli, altrimenti questo libro aumenterebbe sicuramente il loro appeal sulla gente.

Leggete una recensione scritta qui. Dopo aver letto il commento scritto a destra decisi di comprare subito il libro. In pratica l’autore del commento (uomo di sinistra, come di sinistra è anche Ricolfi) dice: non è vero che la sinistra è razzista, sono quelli di destra che sono razzisti (non è una frase razzista?) e poi dice: non è vero che ci sentiamo superiori, ha ragione Eco a dire che gli elettori di destra sono inferiori. Ho preso in mano la mia carta Postepay e ho fatto subito l’ordine.

Il Lercio

Sto leggendo in questo periodo “IL LERCIO” di Irvine Wesh, un genio moderno della scrittura. La storia in sè è una delle solite di Wesh (non so se avete mai letto qualcosa, tipo “Trainpotting“, mediocre libro da cui hanno tratto un film a dir poco meraviglioso, pieno di ciniche verità di cui solitamente si preferisce non parlare), anche se stavolta il protagonista non è uno sbandato, ma un “tutore della legge”. In realtà è sbandato anche lui come tutti gli altri. Quello che mi fa impazzire è lo stile di Welsh: sembra proprio che sia stato scritto o meglio pensato dal protagonista. La punteggiatura, la costruzione delle frasi, gli errori nei tempi dei verbi, le circonlocuzioni e i sinonimi e le parole usate… fantastiche. Scrittore dotato di una fantasia insuperabile (nel modo di scrivere ripeto, non nella storia). C’è ovviamente chi non piace (e voglio credere e sperare che siano la maggioranza), infatti su di un sito ho anche letto “

Si arriva quasi ad avvertire nausea e ad averne abbastanza di questo ammasso di bassezze, lerciume e immoralità che, a lungo andare, appaiono fin troppo gratuite e scontate“. Cmq se vi piace il genere compratelo. NB: non è roba da signorine, come si diceva una volta.

COMPRALO ADESSO : https://amzn.to/3yXsIMD

Page 5 of 5

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén